Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      5ANTORLNO, SANT-ERIN1, o DEG1R-MENL1Kstrati che presiedevano alla pubblica istruzione. I suoi scritti ne accrebbero la riputazione, e furono lodati da Boerhaave, Morgagni, Albini ed Aller. Sono essi: Opuseula medica (Venezia 1705, 1740, in-8°; Rotterdam 1719, in-8°); Observationes anatomica (V enezia 1724, in-4°, fig.) ; Istoria dì un feto estratto dalle parti deretane (ivi 1727, in-*0): il feto di cui si tratta soggiornò venti mesi nell'utero, usci in frammenti dal retto, e coesistè con un feto regolarmeute sviluppato; Istruzione sulle febbri (ivi 1735, 1751, in-4°); Anatomica XVìl tabula (Parma 1775, in fol.), pubblicate da Mich. Girardi che vi aggiunse uua vita in latino.
      Vedi: Girardi, Notizia — Effemiridi di medicina di Venezia (t. v) — Biogr. mdd. — flaller, Bibl, anatom.
      SANT0RIN0, SANT-ERINI, o DEGIR MENLIK (lat. Thera; gr. igeogr.,geol. e s or.). — Isola del-
      l'Egeo appartenente alle Cicladi meridionali, nella lat. N. 36° 20' 45" e long. 25<> 28' 8 ', con una popolazione di 13,000 abitauti, è in forma di mezzaluna o piuttosto di ferro di cavallo, la cui concavità all'ovest forma una baja difesa dalle isole di Tlierasia, Aspronisi , ecc. Quest'isola ha una triste apparenza dalla marina , essendo intieramente composta di nere roccie vulcaniche, senza boschi e fiumi; ina ha non pertanto alcuni distretti fertilissimi, dacché le roccie vulcaniche decomposte e le ceueri formano un terreno ferace che, coltivato con cura, produce grano, cotone e grande quantità di vino. Gli abitauti non hanno altr'acqu» che quella che raccolgono nelle cisterne. Pirgo, nel centro dell'isola presso il sito dell'antica Thera, e S^aros sulla costa della baja, sono le sole città di qualche importanza, le quali formano anche la residenza di un vescovo cattolico e di un vescovo greco. Gli abitauti, la più parte di rito greco, laboriosi, sobrii, industriosissimi, non hanno altro inconvenieute dal dominio greco fuor quello di pagare un tributo.
      Fu opinione generale degli antichi che quest'isola ed altre nella sua viciuanza emersero dal fondo del mare, e Plinio dice che ciò avvenue nel quarto anno della 135a olimp. (Bist. nat.% lib. il, cap. 87). È però fuor di dubbio che questa data è erronea, dacché Erodoto riferisce che l'isola era abitata 1550 anni av. C., vale a dire 1313 anni prima dell'epoca asseguatada Plinio per la sua comparsa (Herod., lib. iv, cap. 147, 148 e 151). Probabilmente, salvo che la data recata da lui non sia erronea, Plinio volle alludere a qualche eruzione che cagiouò lo ampliamento dell'isola. Le convulsioni a cui andò soggetta anticamente non cessarono nei tempi moderni. Una nuova isola spuntò presso la sua costa nel 1573 ed uu'altra nel 1707, precedute ambedue da una violenta eruzione vulcanica. Nel 1650 una serie di tremuoti atterrò molte case e staccò immense roccie dalle coste dell'isola. Sautorini è celebre soprattutto pe'suoi vini di due specie: vino santo o dolce, di color paglierino pallido, simile al vino del Reno, e vino brusco, che esportausi pressoché per intiero nei porti russi del Mar Nero in cambio di the, pesce salato, caviale, burro ed olio. Il nome moderno di Santorini o San t'Eri ni, deriva probabilmente da Sant'Irene, patrona del-
      l'isola, che soffri il martirio sotto Diocleziano. Nella remota antichità addimandavasi Càlliste o la bella, epiteto non molto apppropriato alla sua forma ed apparenza presente. Le rovine della sua antica città Teray sul moute Sant'Elia, testimoniano della sua grandezza e maguificeuza. Santorini con le altre isole adjacenti passò successivamente sotto il dominio dei Fenicii, Lacedemoni, Egiziani, Romani, Bizantini, Saraceni, Veneziani, ed appartiene al presente al reguo di Grecia.
      Notevolissimi fenomeui vulcanici determinarono in varii tempi l'apparizione di nuove isole intorno a Sautoriuo, e precipue fra esse le tre Kammeni, o Bruciate, l'ultima e più grande delle quali fu la Nta Kammeni, detta eziandio la Megali o Grande Kammeni, emersa dal mare il 23 maggio del 1707, e cresciuta poi poco a poco in estensione ed altezza. Sul margine meridionale di codesta isola formossi allora, ri in petto al cratere della Mihur o Piccola Kammeni, un grande cratere con molti altri piò pio-coli, e succedevansi quasi ogni giorno le più violenti eruzioni di fumo, fiamme, cenere e pietre infuocate, le quali, non ostante la loro grande mole, venivano sbalestrate fiuo a tre chilometri in alto mare, giusta le asserzioni di testimonii oculari. Continuò cosi per un anuo iutiero, fiuo al 23 maggio del 1708, e cominciarono da questo di in poi più rare, ma non meno violenti, le medesime eruzioui, tra cui vieue descritta come assai spaventosa della del 17 settembre 1711, essendo uscita da tre puuti del couo del graude cratere anclie la lava, ed essendosi conservato il calore interno del moute couitorme ancora nella state del 1712, di guisa che vi si sviluppò molto vapore in conseguenza di gagliarde pioggie. Anche il mare, durante cotesto quinquennio, si mauteune caldo alla distanza di 400 e perfino di 800 metri intorno all'isola , caldo per modo , che le barche non vi si potevano appressare senza grave pericolo, per il liquefarsi della pece delle commettiture. Si era inoltre osservato che quanto più inalzavadi la Nea Kammeni, tanto più si abbassava la Mikra Kammeni, sua prossima vicina, ed anch'essa l'opposta ripida sponda di Sautoriuo si affondava di circa due metri nel mare. Cessarono col 1712 le relazioni particolareggiate dei fenomeni vulcanici dell'isola, sembrò questa poco a poco raffreddata ed il fuoco sotterraneo acchetato.
      La nuova isola nondimeno, di tanto spavento per la stessa Tera nello svolgersi vulcanico della sua formazione, erasi conservata dall'or mentovato anno in poi come un vero douo del cielo, perchè somministrava ancoraggio e porti alle navi. Al lato poi sud-est della Nuova Kammeni, ed appiè del suo piccolo vulcano, scaturiva un'acqua molto ferruginosa, la quale tingeva il mare per un buon tratto, e nella piccola baja, in cui sboccava la sorgente, poteva ancorarsi una nave da guerra con tempo assai tranquillo. Una fregata inglese, ancorata quivi una volta per parecchi giorni, fece a caso la scoperta che la sua fodera di rame era stata netta da ogui ruggine e sozzura dall'acqua marina pregna di ferro, ed allora le navi da guerra straniere vi si recavano per ripulirsi nelle acque. Tutto il rimanente dell'isola all'incontro non è altro che un cu-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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