Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SANSIMONltìaiO
      essere collocato a seconda del valore proprio e retribuito nella misura delle sue opere.
      A convalidare le dottrine loro, i sansimoniani si riferivano principalmente alla storia, perocché dallo studio del passato pretendevano trarre gli ammaestramenti pel futuro. E quantunque gli argomenti storici dei sanaimonisti a prò delle dottrine sociali non abbiano molto valore, bisogna pur confessare essere il concetto loro dello incivilimento degno di ponderazione, e di stare allato a molti altri lodati sistemi storici per c ò appuuto cbe illustra la dottrina del Progresso (V.). Il progresso, dicevano essi, apparisce dall'incremento che prendono le arti belle, le scienze e l'industria, ciascuna delle quali mauife-stazioni corrispoude ad una delle tre sfere dell'umana vita, cioè al sentimento (amore), all'intelletto (sapienza), all'attività materiale (potenza). Nelle relazioni sociali il progresso manifestasi collo scemarsi dell'antagonismo e collo incremento dell'associazione. I sansimonisti dividevano le evoluzioni storiche della umanità in epoche quali organiche, quali critiche alternativamente. L'età organica della società pagana fini a Socrate, dopo il quale corse l'età critica fino all'avvenimento del cristianesimo. Sotto l'impero dell'idea cristiana, la società moderna bì andò svolgendo e componendo; tuttavia un'altra età critica cominciò da Lutero, e Saint-Simon è venuto ad istituire uua nuova società organica che dee mettersi in luogo della società cristiana, nella guisa che il cristianesimo ha preso il luogo della società pagana. « Sarà questa l'età d'oro che non fu prima di noi, come si volle fio qui, dando retta a cieca tradizione, ma dev'essere dopo di noi ».
      A cotesto loro interpretazioni della storia, i sansimonisti aggiungono, in favore del loro concetto sociale, una critica appassionata della presente società. Pouevano quel celebre aforisma spiegato da Saint-Simon nel suo cristianesimo nuovo, il quale dice: € Tutte le istituzioni debbono mirare oggidì al miglioramento fisico, morale ed intellettuale del ceto più povero e numeroso ». L'ordinamento presente delia società è tale, dicevano essi, che risponde ben poco a questa emineute carità; e se l'urto degli interessi contrarli è diminuito assai di forza, rimane ancora a far molto onde vederla applicata L'uso di usufruttuar l'uomo, mostratosi prima sotto la forma della schiavitù e de) servaggio, continua pure oggidì nelle relazioni che passauo tra i possidenti e gli operai, tra i padroni ed i servi. La relazione tra il padrone ed il servo è la trasformazioue più recente della schiavitù primitiva. Nella società presente v'hanno due ben distinti ceti: solamente il primo possiede le terre ed i capitali, dispone a suo grado di tutti gli stromenti del lavoro, e nell'ozio vive del lavoro altrui; l'altro non possiede alcuno istrumento di lavoro, e non avendo per vivere altro mezzo che le braccia, aspetta dall'arbitrio dei proprietarii il lavoro. Pertanto il continuo profittar che gli uni fanuo degli altri ha sua ragione nel complesso dei fatti sociali, ha più particolarmente per causa la costituzione della proprietà, per la quale l'un ceto bì trova alla mercè dell'altro. L'antagonismo.sociale si manifesta pure nella costituzione dell'industria, la quale, permezzo della concorrenza, mette insieme alle prese tutti gl'interessi. Ciascuno disputa al suo vicino la via che mena alla fortuna, e niuno trionfa se non a costo dell'intiera rovina d'innumerevoli vittime. In tale guerra il sentimento cbe predomina si è l'egoismo. I capi della società hanno gridato: salvisi chi può! ed ogni socio della scompigliata famiglia si è sbandato gridando: Ciascuno per sè, Dio per nissuno.
      Ognuno vede che se questa pittura non manca in alcune parti di verità, pecca tuttavia in ciò che non presenta che un solo aspetto delle cose.
      Oude porre rimedio à tanti mali dell'anarchia, bisognava, secondo la dottrina sansimoniana, regolare il lavoro in modo cbe gli strumenti fossero distribuiti a seconda dei bisogni di ciascun luogo, di ciascun ramo d'industria e del valore delle persone, affinchè se ne potesse ricavare il maggior possibile vantaggio. Una banca sociale, depositaria di tutte le ricchezze, di tutti i fondi di produzione, di tutti gli strumenti di lavoro, insomma di tutto ciò che forma la massa delle proprietà, sarebbe incaricata di fornire agli operai gli elementi del lavoro e di dirigere l'andameuto industriale. Da questa banca centrale dipenderebbero banche secondarie, le quali per ramificazioni distribuirebbero iu ogni luogo, e nella misura dei bisogni delle varie industrie, le terre ed i capitali alle persone atte a farli fruttare. Tale regolamento delle banche e del credito forma il governo industriale della società pacifica; e contiene una nuova maniera di ordinare i Comuni e le provincie. 11 gonfaloniere sansimoniano diventa il capo della città, ed il capo politico della proviucia ha l'ufficio di sopravvegliare l'andamento industriale di essa, combinare i varii ufficii pubblici pel bene del lavoro e degli operai. La società sansimoniana era distinta in tre categorie: prima degli artisti, seconda degli scienziati, terza degli industriosi; ciascuna corrispondente ad un membro della trilogia dommatica, amore, sapienza, potenza. I capi degli artisti, degli scienziati, degli industriosi erano i sacerdoti, i teologi e i diaconi della nuova società religiosa. Apparteneva il potere supremo al più amoroso, cbe é una specie di papa presentatosi al popolo, e dal popolo accettato per acclamazione. 11 papa sansinicniaoo eleggeva i capi a lui immediatamente iuferiori, ne giudicava il merito e li collocava secondo il loro valore. Tali capi alla volta loro operavano come il papa, essendo incaricati nel proprio speciale doni iuio di distribuire le persone secondo il merito e retribuirle nella misura delle loro opere. In tale gerarchia il potere scendeva dall'alto, ed immensa autorità era attribuita all'uomo, alla legge vivente.
      La dottrina sansi moniana'non si limitò solamente alla riforma sociale e politica, ma pretese riformare la religione, e la religione loro era il panteismo. Ed ecco la definizioue di Dio data da En-fautin: « Dio è tutto ciò che è. Tutto è in lui, tutto è per mezzo di lui; niuno di noi è fuori di loi, ma niuno di noi non è in lui. Ciascuno di noi vive della sua vita e noi tutti comunichiamo in lui, perchè egli è tutto ciò cbe è ». In virtù di questa dottrina panteistica i sansimoniani si dicevano chiamati a mettere terni me alla lotta due dei principi!
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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