Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (388/463)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      SAN MAKINO (REPUBBLICA DI)
      1205
      sovrano Consiglio: essi durano in carica ciascuno per sei mesi. I castelli di Serravalle, Montegiardino e Faciano formano coi loro distretti Comuni particolari, avente ciascuno la sua propria municipalità. L'amministrazione della giustizia di prima e seconda istanza ò nelle mani di due giureconsulti stranieri, eletti per tre anni, cbe possono nuovamente essere confermati nella loro carica. Un segretario generale di Stato e due altri segretari hanno la direzione dell'interno, degli affari esteri e delle finanze. Il reddito sorpassa le lire 37,760; le spese assommano a 35,000 lire; il debito pubblico è di lire 5400. La forza armata si compone, oltre lo stato-maggiore della milizia ( 15 uf fidali), 1° della guardia del Consiglio sovrano: 24 uo mini e tre ufficiali ; 2° della guardia della fortezza (artiglieria) : unacompagnia, quattro ufficiali e 97 uo mini ; 3° della legione dei Cacciatori: otto compagnie con 32 ufficiali, 961 uomo, non compreso lo stato-maggiore, cbe si compone di 9 ufficiali. Totale 1189 uomini.
      Storia. — L'origine di questa Repubblica ò perduta nell'oscurità dei secoli passati. Si dice cbe un certo Marino, santo eremita della Dalmazia, siasi ritirato in quella montagna nel sec. tv dell'E. V., e che dopo la sua morte una chiesetta fosse stata edificata in sua memoria, e che quindi si formasse a poco a poco un villaggio. Nel z secolo diventò una città murata col nome di Plebs Sancti Marini cum castello. Sembra che questo popolo siasi governato da se stesso come una municipalità indipendente, e noi troviamo che nel secolo xu la Co mnne di San Marino aveva comprate alcune terre dai conti di Montefeltro signori d'Urbino. Nelle guerre dei Guelfi e dei Ghibellini, il popolo di San Marino prese il partito di questi ultimi, insieme coi loro vicini di Montefeltro, e come tali furono scomunicati da Innocenzo IV. Verso la fine del secolo xiv, i papi, in conseguenza della cessione fatta da Rodolfo di Absborgo, cominciarono ad inviare rettori nella Romagna per avvalorare la sovranità della Sede pontificia sulle città e signorie del territorio. Uno di questi vicarii, Udebraudino vescovo di Arezzo, verso l'anno 1291 si dolse cbe, ad ec cezione di Cesena, niun'altra città della Romagna volesse ubbidire ai suoi ordini. Questo rettore no minò un certo Teodorico, canonico di San Leone, vicario del distretto di Montefeltro, in cui San Mariuo era compreso. Questo Comune avendo ricevuto, come le aJtre, l'intimazione del vicario di pagare alcuni dazi, si rifiutò, e la quistione essendo stata rimessa al giudizio di un dotto magistrato di Bimini chiamato Palamede, questi decise che il Comune e gli abitanti di San Marino erano esenti dal pagamento, avendo goduta di un'antica indipendenza da ogui dominio straniero: decisione che fu confermata dal vicario Teodorico in una patente citata da Delfico nella sua Storia di San Marino. Da quel tempo in poi questo piccolo Stato fu sempre riconosciuto dai papi come indipendente, sebbene alcuni pontefici, o piuttosto i loro legati nella Romagna, abbiano fatto di tempo in tempo tentativi onde acquistare qualche autorità sulla Repubblica, ma senza osare insistere molto.
      Invase nel 1797 dalle armi francesi le Roma ne,
      e trovandosi il Buonaparte agli alloggiamenti di Pesaro, spedì a San Marino il celebre Monge a certificare la Repubblica della fratellanza ed amicizia della Repubblica francese. Fu introdotto il Monge nel Consiglio, ed alle attestazioni benevoli aggiunse, per parte del generale, larghe offerte d'ingrandimenti territoriali , di cannoni, di frumenti. Ma il Consiglio di quella Repubblica, che era vissuta si lunga età innocente e pura di quel dialtrui, rispose accetterebbe volentieri i cannoni e mille quintali di frumento, ma pagandoli ; quanti ai territorii, bastare alla Repubblica gli antichi, nò volerne di nuovi.
      I cannoni però non furono mai consegnati, nò i Sanmarinesi curaronsi di farne ricerca. Continuò la Repubblica, scrive il Botta, nella solita quiete e libertà; continuò a rispettare i diritti degli uomini senza vantarli, il che è meglio che il vantarli senza rispettarli ; continuarono dall'altra parte intorno al felice monte gli strepiti e la licenza dei popoli e dei soldati. Cadute momentaneamente le Provincie di Romagna in potere delle armi austriache , il commissario imperiale intimava alla Repubblica di non dare ricovero ai repubblicani francesi ; ma l'umanità vinceva i riguardi della timida prudenza, e San Marino rimase allora, qual fu sempre sino dai più antichi tempi, e quale ò tuttora, sicuro e generoso asilo a quanti vi si ricoverano.
      Tutti i governi che con tanta rapidità si succedettero nell'Italia nei primi anni di questo secolo, si mostrarono amici e rispettosi alla piccola Repubblica, un cui ambasciatore concluse a Milano un trattato di commercio colla nuova Repubblica Italiana; ed un altro, Antonio Onofri, fu spedito a Parigi presso il primo console, poi presso l'imperatore, che lo accolse solennemente con dimostrazioni di speciale benevolenza e lo ascrisse al corpo diplomatico. Ed eguali dimostrazioni di onore si ebbe la Repubblica dal viceré Eugenio nel 1809, dal re di Napoli Gioachino nel 1814, ed infine dal pontefice Pio VII, che, restituito ne' suoi Stati, rinnovò con San Marino gli antichi vincoli.
      Men benigno inverso di essa si mostrò ne' suoi principii il pontefice Leone XII, che ricusò di ammettere alla sua presenza la deputazione da lei inviata. Veline allora spedito in Roma quell'Antonio Onofri che varie legazioni aveva già sostenuto presso Napoleone, e n'era stato in singolarissimo modo onorato; e non appena fu giunto videsi festeggiato da tutti gli ambasciatori delle Potenze europee. La quale solenne dimostrazione fe' prudente l'animo del pontefice, che, accolto umana^ mente il sanmaripese legato, ratificò i trattati che tra la Repubblica e la Santa Sede intercedevano. Al presente la piccola Repubblica è circoscritta dal novello reame d'Italia.
      Fra gli uomini illustri citiamo: Jacopo Istriani nelle armi; Marino Calcigni, giureconsulto; Marino Madroni, vescovo di Sebaste ; Giovanni Bertoldi, vescovo che voltò in latino la Divina Commediai, rimasta manoscritta; il Tonsi, vescovo df Fano ; Giovanni De Pili, francescano, illustre peripatetico ; Giovanni Della Senna, rettore dell'Università di Padova, nel secolo xv ; nel seguente sono
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (388/463)






Consiglio Serravalle Montegiardino Faciano Comuni Stato Consiglio Cacciatori Repubblica Marino Dalmazia Plebs Sancti Marini San Marino Montefeltro Urbino Guelfi Ghibellini San Marino Montefeltro Innocenzo IV Rodolfo Absborgo Romagna Sede Udebraudino Arezzo Cesena Romagna Teodorico San Leone Montefeltro San Mariuo Comune Jtre Bimini Palamede Comune San Marino Teodorico Delfico Storia San Marino Stato Romagna Repubblica Roma Buonaparte Pesaro San Marino Monge Repubblica Repubblica Monge Consiglio Consiglio Repubblica Repubblica Sanmarinesi Repubblica Botta Provincie Romagna Repubblica San Marino Italia Repubblica Milano Repubblica Italiana Antonio Onofri Parigi Repubblica Eugenio Napoli Gioachino Pio VII Stati San Marino Leone XII Roma Antonio Onofri Napoleone Potenze Repubblica Santa Sede Repubblica Italia Jacopo Istriani Marino Calcigni Marino Madroni Sebaste Giovanni Bertoldi Divina Commediai Tonsi Fano Giovanni De Pili Giovanni Della Senna Università Padova Totale