Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SANGUINEROLA o FREGAROLO - SANGUISUGA NERA DEL CAVAIXO 1190
      bescente. Il sanguinello produce in primavera fiori bianchi, cbe assumono disposizione a cime , cioò molti fiori hanno i loro gambi che partono da un medesimo pnnto, indi si ramificano più volte ed arrivano poi ad un medesimo piano, ove costituiscono la cima cosi detta dai botanici. Le cime di questa pianta sono terminali, cioè stanno all'apice, al termine del fusto e di ciaschedun ramo. Nelle medesime cime ai fiori succedono i frutti, che sono drupe, cioè frutti polposi, carnosi, contenenti un nocciolo, come sono drupe i frutti del ciliegio, del pesco ed altri loro somiglianti. Le drupe del san-guiuello sono globose, dapprima verdicce nell'estate e nereggiano poscia di auti io nella maturazione. 1 rami di questo piccolo arbusto si adoperano a costruire gabbie di uccelli, canestri e servono au-che per panioni. Il leguo è ottimo pel tornio. Dai frutti si può ricavare una tinta di colore porporino; ma l'uso migliore da farsene si è di estrarne olio buono per ardere nelle lucerne, come fu indicato dal celebre botanico senese Pietro Andrea Mattioli e come, dopo di lui, molti altri ne hanuo ripetuto l'insegnamento. Raccolti questi frutti ben maturi, si distaccano dai loro peduncoli , si distendono e si fanno appassire. Indi si pestano in uu mortajo con forza, per frangerne i nocciuoli e schiacciarne le mandorlette che vi stanno racchiuse , le quali debbono dare la parte migliore dell'olio. Si ottiene così una poltiglia un po' addensata che s introduce in un sacchetto di tela robusta e si assoggetta alla pressione del torchio a spremerne l'olio a freddo, cioè senza l'ajuto del calore. Quest'olio è liquido, verde, limpido, non si congela, riesce essiccativo, ha odore vinoso grave e sapore amarognolo; ma bì trova buono abbastanza per comporne sapone e soprattutto per arderlo m-lie lucerne. Cento chilogrammi di questi frutti possono dare 34 chilogr. di olio. Nella scarsezza che abbiamo di olio, l'industria di procacciarne dai frutti del sanguinello non si deve da noi trascurare.
      SANGUINEROLA o FREGAROLO {eool). - Pesciolino della famiglia dei ciprini, dei fiumi dell'Italia settentrionale.
      SANGUINETTI Francesco (biogr.). — Scultore di non mediocre merito, nato a Carrara nel 1800; moria Monaco di Baviera, dopo lunga ed onorata car riera, il 15 febbrajo 1870. Attese all'arte dalla prima età nella casa paterna sotto la direzione del genitore. Poi, conosciuto lo scultor tedesco Rauch, si pose sotto il di lui magistero e lo seguì a Berlino, dove per gli studii non meno che per la lodevole condotta gli fu carissimo. Undici anni studiò, modellò, scolpi quando nel 1829 il suo maestro ed amico mandollo a Monaco per modellare la statua colossale di re Massimiliano Giuseppe 1 in un coi rilievi annessi. Ciò fatto, tornò in Italia ad ispirarsi alle grandi opere artistiche si antiche e sì moderne, e quindi si ridusse a Berlino, divenuta sua seconda patria, ed eseguiti diversi lavori, durante l'anno 1831 , fu nuovamente chiamato a Monaco, dove molte opere eseguivausi in quel torno nelle tre arti sorelle, e dove gareggiavano gl'ingeguidi tuttala Germania. Per meglio di trent'auni condusse moltissime opere assai lodate e che gli procacciarono fama non meno che agi al vivere. Ma gli ultimianni di sua vita furongli amareggiati da dispiaceri, massimo quello di aver sua figlia uccisa da uno studente geloso, nel 1858. La morte lo sopraccolse meutre stava conducendo la statua di re Massimiliano II destinata al Museo nazionale.
      SANGUINETTI Beniamino Raffaello (biogr.). —- Nacque a Modena l'8 aprile 1811 e quivi cominciò a seguire il corso di giurisprudenza. Ma nel 1831, in seguito a politiche turbolenze , venne in Francia, ove studiò e si laureò nel 1837 in medicina. La sua vocazione però lo spingeva agli studii orientali, ond'egli frequentati i corsi dei Caussin de Perce-val e di Reinaud, visitò l'Algeria e nel 1847 entrò nella Società Asiatica di Parigi. D'allora in poi egli diventò il collaboratore di Defrémery, col quale condivise le fatiche e gli onori della pubblicazione d'ibn Batulab. Nel 1862 fu chiamato a Napoli ad una cattedra di lingue orientali, ma la salute lo costrinse a desistere dall'insegnamento, ed egli ritornò a Parigi sul fine del 1872, ove morì il dì 22 giugno 1883.
      Abbiamo di lui una biografia del celebre giureconsulto Khalib. Tradusse per estratto la Storia dei medici arabi d'Ibn Ahi Ossaibiah (1856); le Biografie mediche d'Assafady (1857), ed un Trattato di terapeutica araba. La morte lo colse preparando una completa edizione dell'Histoire cTlbn Abi Ossaibiah sopra i manoscritti di Parigi.
      Vedi : J. Dar ui estette r, Revue poli ti qm et litté-raire (Paris, 30 aoùt 1884 — Annuario biografico, auno 1°. disp. 4 (Torino, Unione Tipogr. Editrice).
      SANGUINETT0 (geogr.). — Comune nella provincia di Verona, e capoluogo di circondario, con 2888 abitanti.
      SANGUISORBA (bot.). — Genere di piante della famiglia delle rosacee driadee, affluissimo alla pimpinella.
      SANGUISUGA (entom.). V. Mignatte.
      SANGUISUGA NIRA DEL CAVALLO (Hatmopis san-guisorba) (veter.). — Fin dai tempi i più remoti i zoologi e gl'ippiatri hanno fatto cenno nelle loro opere dei danui recati agli animali domestici , e specialmente agli equini, dalle sanguisughe ingojate bevendo, oppur fissatesi duraute quest'atto nelle narici, nelle fauci e perfiu nello stomaco. Absirto, Jerocle e Pelagouio ne tennero parola, ed anzi Linneo ha insegnato, che nove di questi anelidi bastano per uccidere un cavallo. Ciò malgrado però gli scrittori erano ben lontani dal mettersi d'accordo su questo fatto, e fiu dal secolo decimosesto uu veterinario italiano, nominato Antonio Cito, diceva credere errata questa opinione, giacché le sanguisughe, dopo di avere succhiato ed essersi riempite di sangue, si staccano sempre, e per diversi modi sono evacuate dagli animali, e gli illustri Pelletier ed Huzard, in una Memoria presentata all'Istituto di Francia, assicurarono cbe la sanguisuga mai non attacca alcun vertebrato animale. Ma iu questi ultimi tempi il Lemichel rimetteva sulla retta via i cultori delta zoojatrica scienza, e conciliava fra loro le opposte opinioni, dimostrando che con della sanguisuga comuue, ma deWhcemopis sanguisorba erasi dagli antichi ippiatri inteso di parlare. Questo anelide, chiamato pseudobella dal Blainville e da altri sanguisuga nera, vive nelle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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