Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SANCIO - SANCIO I-VI, RE DI NAVARRA
      1173
      liooi di lire. Juan, fratello di Sancio, con alcuni grandi avendo preso partito per i figliuoli di Ferdinando de la Cerda, coll'ajuto dell'Aragona, cagionò per alcuni auni gravi disordini nel regno, cb'ei giunse però a comprimere, e nel 1292 impa-drouivasi di Tarifa; se non che, affetto da luugo tempo da malattia di languore, vi soccombette nel 1295, lasciando erede il primogenito dei suoi figliuoli, Ferdinando IV.
      Vedi: Cronica del rey D. Sanctio — Mariana, Ferreras, Coude — Romey, Hist. d1 Espagne — Rosaeuw Saint Hilaire, Idem — Cronica general de Espana.
      SANCIO (biogr.). — Re di Majorca, morto il 4 settembre 1324 a Formiguerra, dipendenza del paese di Foix. Secondo figliuolo di Giacomo I, gli succedette nel 1311 nel governo delle isole Baleari, del Rossiglione e della signoria di Mompellieri, per la quale fece omaggio a Filippo il Bello. Viene rappresentato come principe giusto e pio. Prese parte con suo cugino l'infante d'Aragona alla conquista della Sardegna sui Pisani (1324). Ebbe a successore il nipote Giacomo li.
      Vedi: Veissète, Hist. du Languedoc (iv) — Zu-rita. Ann. de Aragon.
      SANCIO I (biogr.). — Re di Navarra, morto nel 925. Figliuolo di Garcia 1, che credesi sia stato il primo re della Navarra, succedette nel 905 a For tuno, suo fratello maggiore, che aveva abdicato per farsi monaco. Intraprese una spedizione al di là dei Pirenei per sostenere i Guasconi Aquitani (9o«) ; poi, voltosi contro il governatore arabo di Saragozza, che minacciava Pamplona, n'ebbe splendida vittoria (907). Non cessò mai dal far guerra ai Musulmani, cui tolse parecchie città, estendendo il suo potere su tutta la contrada posta fra l'Ebro, l'Aragona ed il Gallego, contrada cui cominciossi denominare Aragona (territorium aragoncnse). Vuoisi che nel 919, oppresso dagli anni e dalle infermità, si ritirasse nel monastero di Leyra, donde uscì nel 921 per opporsi alla formidabile invasione degli Arabi. Vinto nella sanguinosa battaglia di vai de Junquera, quando gli Arabi ritornando dalla loro spedizione entrarono nelle strette gole dei Pirenei, piombò loro addosso, moltissimi uccidendone e ritogliendo loro il ricco bottino. Aggiungiamo che le cronache cristiane e musulmane parlano in termini contraddittorii di quella guerra, e che del resto poco si sa di quel regno, da cui prende origine l'esistenza della Navarra. Oltre ad una figliuola sposata ad Alfonso IV re di Leone, Sancio lasciò Garcia I, suo successore.
      Sancio II. Il regno di questo principe pare apocrifo come quello di Garcia II che lo segui; nelle cronache cristiane e nei documeuti contemporanei nulla rinviensi che li certifichi: direbbesi che gli storici della Navarra li abbiano immaginati per colmare la lacuna che stendesi dal 970 al principio del secolo undecimo. Stando a quanto essi dicono, Sancio II, figliuolo di Garcia I, avrebbe lasciato, nel 994, il trono al suo figliuolo Garcia II, morto nel 1000.
      Sancio IR, il Grande, nato verso il 965, morto nel febbrajo 1035. Fra le tenebre che coprono quel periodo della storia della Navarra , riesce impos-
      sibile fissare il tempo in cui succedette a Garcia, suo padre; ma,supponendolo ancora minore, puossi collocare il suo avvenimento tra il 970 e il 995, il che accordasi colle cronache, le quali dànno al suo regno una durata di sessanta a sessantacinque anni. Questo principe è la grande figura storica del secolo. Nè violenze nè perfìdie tralasciò per aggrandire i suoi Stati : poco a poco egli invase il paese di Sobrarba, la contea di Rigaborza, la Guascogna citeriore, e nel 1028 la Castiglia, della quale s'impadronì per vendicare l'assassinio del conte Garcia, suo cognato; quindi volgendosi contro Bermudo re di Leone (1032), acconsentì a lasciargli l'apparenza del potere, a condizione cbe quel giovane monarca si obbligasse a dare in moglie la sorella Sancia a Fernando, secondogenito di Sancio, e ad erigere in regno la contea di Castiglia (1033). Sancio teneva allora nelle proprie mani la unità della Spagna cristiana: egli distrusse morendo l'opera del suo regno, e la sua ambizione non fu profittevole nè alla sua dinastia nè al suo paese. Colui che le cronache intitolano re di Navarra, di Cantabria, d'Aragona, di Sobrarba, di Castiglia e di Leone, e cbe portò eziandio, dicesi, il titolo d'imperatore, che i Goti non avevano osato assumere, seguendo il funesto esempio de're Franchi, divise i suoi vasti dominii tra'suoi quattro figliuoli: Garcia, il primogenito, gli succedette nella Navarra e nella Biscaja ; Fernando ebbe la Castiglia ; Gonzalo il piccolo regno di Sobrarba, riunito nel 1038 all'Aragona, e Ramiro l'Aragona. Dopo questa divisione, a tristo scioglimento d'una vita gloriosa », Sancio mori in età di settantanni. Religioso quanto belligero, fondò conventi e mantenne l'ecclesiastica disciplina.
      Sancio IV, figliuolo e successore di Garcia III, nato verso il 1038, ucciso il 4 giugno 1076 , fu elevato al trono nel 1054, dopo la disastrosa battaglia di Atapuerta, che diede alla Castiglia il possesso di tutta la riva destra dell'Ebro. Nessun fatto importante occorse nel suo regno, solo occupato a disputare a'suoi vicini cristiani e musulmani il piccolo territorio lasciatogli. Perl assassinato dal fratello Ramon e dalla sorella Ermerinda: un giorno ch'egli assisteva dall'alto d'una roccia ad una caccia al cinghiale, ne fu precipitato e spento.
      Sancio V, figliuolo di Ramiro I, re d'Aragona, s'impadronì della Navarra in pregiudizio dei figliuoli di Sancio IV, e mori nel 1094 (V. Sancio d'Aragona).
      Sancio VI, il Saggio, morto il 27 giugno 1194, succedette nel 1150 a suo padre Garcia IV. Dopo la morte di Sancio III, la Navarra non esercitò più la minima influenza sui destini della penisola; cosi Garcia IV non aveva potuto sfuggire ad una totale rovina che riconoscendo la sovranità di Alfonso VII re di Castiglia. Il primo atto del suo figliolo fu di rompere un vassallaggio che gli era di peso: valendosi delle turbolenze che accompagna-rono la minorità di Alfonso Vili, suo nipote, ricuperò nel 1160 la riva destra dell'Ebro; ma la ! riperdette nel 1173, e non potè resistere ai Casigliani, che si avanzarono sino a Pamplona. — La guerra durò più anni, senza deciso vantaggio ; era ¦ difficile far durevoli conquiste in un paese monta-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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