Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      san uh ittico - sa ncio i, Rè 0t Leone
      gio 1610. A sedici anni si fece Gesuita e divenne direttore del noviziato che la Compaguia possedeva a Granata. Egli ò autore del celebre trattato De matrimonio, che pubblicò a Genova nel 1592, nel quale troppo si distese in una materia che voleva esser tocca con grande riserbo, e ne risultò grave scandalo. Vuoisi però da* suoi biografi ch'egli fosse di costumi intemerati. Il trattato fu spesso ristampato; ma l'edizione più ricercata è quella di Anversa 1607, 3 tomi in un voi. in-fol., data da Martino Nuzio. Sanchez scrisse ancora: Concilia, seu opuscula moralia (Lione 1635, in-fol.): Opus morale in pracepta Decalogi (Madrid 1613; Lione 1621; Anversa 1624, 2 voi. in foi.). Le sue Opere complete furono pubblicate a Venezia nel 1740, 7 voi. iu-fol. Si pubblicarono alcuni compendii del De matrimonio; i più conosciuti sono quelli J. A. Cadeus, di Vincenzo Ricci e di E. L. Soares; ecco il titolo di quest'ultimo: Compendimi tractatus de S. ma-trimonii sacramento (Colonia 1623, in-12°).
      Vedi: Aiegambe e Sotwel, Bibl. script. Soc. Jesu
      — Elogium R. P. Thomas Sanchez, che trovasi in capo a quasi tutte le edizioni del De matrimonio
      — N. Antonio, Bibl. Hisp. nova — Patiniana — T. Raynaud, De malis et bonis libris — Rivet, Explicatio Decalogi.
      SAN CHIRICO (geogr.). — Due luoghi in Italia: S. C. Nuovo, provincia e circondario di Potenza, con 2477 abitanti ; e S. C. Rop&ro, provincia di Potenza, circondario di Lagonegro, con 2984 abitanti.
      SANCIO (biogr.). — Re d'Aragona e di Navarra, nato verso il 1037, ucciso il 7 luglio 1094 innanzi ad Huesca. Figliuolo e successore di Ramiro I, che nella divisione degli Stati di Sancio 111 re di Navarra aveva ottenuto l'Aragona, fu proclamato re senza opposizione; mercè l'amore dei sudditi mantenne la pace interna durante un regno di trentanni, e assicurò le frontiere contro i suoi potenti vicini, cristiani e musulmani. D'accordo con Alfonso VI di Castiglia, prese pretesto dall'assassinio di Sancio IV, loro cugino germano, per invadere la Navarra, e per parte sua prese, col titolo di re, le provincie prossime ai Pirenei (1076). Fece eziandio la guerra agl'infedeli, cui tolse la città di Balba-stro, e mori all'assedio di Huesca, colpito da un dardo. Alcuni autori pretendono che l'Aragona sia a lui debitrice della sostituzione delle leggi romaue al codice goto, sinallora in vigore. Pietro I, Alfonso I e Ramiro II, suoi figliuoli, regnarono dopo di lui successivamente.
      Vedi: Zurita, Ann. de AragonSchmidt, Gesch. Aragoniens — Marca, Los reyes de Aragon.
      SANCIO I, il Grosso (biogr.). — Re di Leone, morto nel settembre 967, era figliuolo di secondo letto di Ramiro li, e succedette nell'agosto 955 a Ordofio III, suo fratello consanguineo. Buon soldato, aveva guerreggiato contro i Mori con suo padre, alla morte del quale aveva invano tentato impadronirsi del potere. Nel 956 i magnati l'obbligarono a cedere il trono a un figliuolo di Alfonso IV. Egli si ritirò a Pamplona, quiudi a Cordova presso Abd-er-Rahman, dal quale nel 960 ottenne un esercito, e scacciato l'usurpatoro, riprese, senza eccessi nè violenza, possesso de' suoi Stati. Nel 967 intraprese una spedizione in Galizia per sottometterealcuni signori cbe aspiravano all'indipendenza; ma avvelenato da uno di essi in una conferenza, mori tre giorni dopo, lasciando il trono al suo figliuolo Ramiro III.
      Sancio II, il Forte, re di Castiglia, nato verso il 1035, ucciso il 7 ottobre 1075 innanzi a Zamora. Primogenito dei figliuoli di Ferdinando I, gli sue-cedette nel 1065 nel regno di Castiglia, mentre che i suoi fratelli erano proclamati, in virtù del trattato di divisione del 1064, Alfonso re di Leone, e Garcia re di Galizia. 1 tre fratelli, benché scontenti delia parte loro toccata, vissero sulle prime in pace, finché alla morte della loro madre Sancia (nov. 1067) la discordia scoppiò. Casigliani e Leo-nesi marciarono gli uni contro gli altri, ed in qq luogo chiamato Llantada (luglio 1068) combatterono accanitamente, con gran perdita d'uomini. Nel 1071 ripigliarono le armi, e la battaglia di Volpejarfu ancora più sanguinosa; Sancio la guadagnò col-l'ajuto del famoso Cid, fece Alfonso prigioniero; lo spogliò de' suoi Stati, e lo costrinse a vestir l'abito monastico. Padrone di Leone e delle Asturie, li rivolse contro l'altro suo fratello Garcia, ed ottenne senza combattere la sottomissione dei Galiziani, stanchi del giogo di un tiranno imbecille. Cièche Sancio bramava, era l'intero dominio appartenuto a suo padre: mancavangli pertanto ancora le due città di Toro e di Zamora, date in appannaggio alle di lui sorelle. Una di esse, Elvira, non gli oppose alcuna resistenza in Toro; ma la seconda, Urraca, si chiuse in Zamora, e vi si difese con virile coraggio. L'assedio durava da qualche tempo, quando uno dei principali abitanti, di nome Bel-lido d'Olfos, uscendo improvvisamente dalla cittì, colpì colla lancia il re Sancio che passeggiava per il campo. Cotale avvenimento riunì le corone di Castiglia e di Leone sul capo di Alfonso VI. Sancio non aveva avuto figliuoli dalla moglie Alberta, della quale è ignota la patria.
      Sancio III, nato verso il 1130, morto il 31 agosto 1158 a Toledo, succedette nel 1157 ad Alfonso Vili, suo padre, il quale, quando divise gli Stati suoi (1047), diedegli la Castiglia e la Biscaja, col titolo d'imperatore. Egli mostrossi coraggioso e fermo, obbligando i re di Navarra e di Leone a riconoscere la sua sovranità; ma morì in modo inatteso lasciando per successore il figliuolo Alfonso IX. Sotto il suo regno l'abate Raimondo istituì l'ordine militare di Calatrava, sotto la regola di Cistello.
      Sancio IV, il Prode, re di Castiglia e di Leone, nato il 13 maggio 1258, morto il 25 aprile 1295a Toledo, era il secondogenito dei figliuoli di Alfonso X e di Violante d'Aragona. Morto l'infante Ferdinando de la Corda, Sancio riunì i graudi, e fecesi, a danno dei figliuoli di suo fratello, riconoscere unico erede presuntivo del trono (12)6), e temendo poscia di dover dividere l'eredità paterna coi nipoti, nel 12*2 tentò impadronirsene ei solo, ribellandosi al padre, che lo diseredò. Malgrado ciò, quando Alfonso morì (4 aprile 1284), Sancio gli succedette senza alcuna opposizione, e fece dichiarare sua erede la propria figliuola Isa bella, in mancanza di figliuoli maschi. Nel 1285 respinse un'invasione dell'emir di Marocco Abu-Yussuf Yacub, e lo costrinse a pagargli circa 2 mi-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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