Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAMBUCA -
      iTorrÌ8endi, i Montecchi, i Dalle Carceri, che alfine furono cacciati, rimanendo in città i Sambonifazio. Urbano III maneggiò pace tra le fazioni ( 1186), e combinò le nozze di un de' Montecchi con Crassa, sorella di Siuro Sambonifazio. Ma sulla infelice ricaddero tutti gli odii; ed essa infellonita a vendetta, mandò il proprio figlio trilustre a' suoi fratelli nella rocca di Sambonifazio, i quali lo uccisero. Rinfocossi allora la guerra, e magistrati e popolo chiarironsi contro i Sambonifazio, i quali avversavano gli ordinamenti popolari, e ostentavano titoli e diplomi imperiali.
      Ma poi questi piegarono a parte guelfa associandosi col marchese d'Este che n'era campione nella Marca. Non ostante ciò, parvero riconciliarsi coi Ghibellini, quando Cunizza, sorella di Ezzelino da Romano, sposò Rizzardo da Sambonifazio, giovane d'alti sensi , e grato ai Veronesi , de' quali era stato podestà. Presto però Rizzardo tornò a secondare gli Estensi guelfi, e combattendo con essi sotto Ferrara (1233) fu fatto prigione da Sa-linguerra. Ezzelino non solamente ne ripudiò tosto la sorella Ciglia, ma Cunizza trascorse ad amori palesi per disonorarlo. Com'egli fu liberato, cercò restaurar la fortuna guelfa in Lombardia, ma fu respinto da Ezzelino, che riuscì ad averlo prigioniero. Per riscatto pretendeva fosse distrutta la rocca di Sambonifazio, ma potè ricuperare la libertà senza questo sacrifizio, che poi fece spontaneamente alle esortazioni di fra' Giovanni da Schio (V.). 11 generoso Rizzardo a breve audare ripigliò la capitananza fra i nemici di Ezzelino, finché mori nel 1252, liberando cosi quel tiranno da un emulo formidabile.
      Leonislo suo figlio fu tra i crociati che si armarono contro Ezzelino. Di poi questa famiglia si perdette come le altre della Marca sotto il dominio degli Scaligeri.
      SAMBUCA fiat. Sambuca, gr. Guxij, dal-
      l'ebraico sabcca) (archeol.). — Istrumento musicale degli antichi appartenente alla categoria delle arpe, di o igine orientale, e propriamente babilonica, venendo ricordata nella Bibbia dal solo Daniele (in, 5, 7, 10, 15). Non tardò dall'Asia a passare in Europa, e di già anche ai Romani primitivi erano note le suonatrici di sambuca, colla denominazione presa dal greco di sambucistrie \sambucistrice, 9at{A6uxt0Tp(oc), ed i pezzi di musica che le medesime eseguivano, consideravansi come cose di lusso tratte dall'Asia (Plat., Stic., u, 3, 57; Liv., xxxix, 6). Gli Ateniesi puranco tenevano in conto di delica-ture straniere i concerti musicali dati colle sambuche, e le donne di Rodi, che suonavano la sambuca alle nozze di Carano nella Macedonia avvolte in finissime tonache , furono introdotte a bella posta per dare alla festa nuziale il più brillante aspetto. Alcuni greci scrittori attribuirono espressamente ai Siri od ai Fenicii l'invenzione di cotesto istrumento; e l'opinione di coloro cbe ne fecero autore invece il poeta lirico Ibico, non serve ad altro che a provare, aver egli avuto il merito di inventare qualche modificazione, appellandosi appunto Ibicbino ( 'ISuxtvov) ristrumento da lui modificato e perfezionato (Atben., iv, 175; Suidas, s. v. 'lóuxivov, louxó«, 2«,Apuxai); ed asserendo inoltre Stra-
      bone, essere il greco oatpéuxv) un nome barbarico, ossia straniero; dunque straniera anche la sua invenzione (Strab., x, 3, § 17). La sambuca viene nominata varie volte insieme colla piccola arpa triangolare o trigono (rp^jvov) , cui rassomigliava nei principii di costruzione, quantunque ne fosse / molto più grande e più complicata. 11 trigono, al pari della lira, era tenuto in mano dal suonatore, mentre l'arpa, superante più fiate la statura del suonatore, veniva appoggiata al suolo. Le arpe dei Parti e dei Trogloditi non avevano che quattro corde., mentre quelle che veggonsi dipinte sulle pareti delle tombe egizie ne hanno da quattro a trentotto; sembra che sotto gl'imperatori romani ne fosse divenuto più generale l'uso, e che venissero suonate e da uomini e da donne, ossia da sambucbisti e sambucbiste (Athen, iv, 182, e; x.v, 633, f; Spartian., Hadr., 26; Pen., v, 95; Vitruv., vi, 1 ; Spon, Mise. Erud. Ani., p. 21; Denon, Travels in Ègypt; Vilkiuson, Modem Egypt).
      Chiamavasi eziandio sambuca una macchina militare, una specie di ponte levatojo di legno, con cui davasi la scalata alle mura ed alle torri delle assediate città, e rassomigliava nella sua forma un'arpa. Chiunque se la può dunque raffigurare cotesta macchina richiamando alla mente la costruzione di un'arpa, ed immaginando un palo perpendicolare al posto delle corde più lunghe, ed alla cima un apparato di carrucole, da cui partono funi nella direzione del comignolo dell'arpa. Suppongasi inoltre una forte scala, larga un metro, e guernita ai lati da palizzate invece delle sponde sonore dell'arpa, che possono a piacimento alzarsi, a forza di funi e carrucole. All'assedio di Siracusa aveva Marcello simili macchine fisse sulle navi, che venivano dai rematori appressate alle mura in guisa che i soldati potessero entrare in città col salire le scale (Polyb., viu, 5; Plut, Marc., p. 558; Athen., xiv, 634, b; Onosandr., Sirat., 42; Vitruv., x, 16, § 9; Festus, s. v. Sambuca; Athen., De mach. ap. Math. Tei., p. 7). Quaudo veuiva assediata una città posta nell'interno, ponevasi la sambuca sopra apposite ruote (Bito, Ap. Math. Vet., p. 110-11; Veget., iv, 21).
      SAMBUCA (geogr.). — Due luoghi in Italia. S. Pi-stojese. circondario di Pistoja, provincia di Firenze, con 4889 abitanti; e S. Zabut, circondario di Sciacca, provincia di Girgenti, con 9354 abitanti.
      SAMBUCO (Sambucus) (hot., agricolt. e mat. med.). — Genere di piante appartenente alla pentaudria triginia del sistema di Linneo, alla famiglia delle caprifogliacee, tribù delle sambucee, cosi caratterizzate : lembo del calice piccolo, rotato, a cinque denti; corolla rotata, urceolare, fessa in cinque stami; stilo nullo; tre stimmi sessili; drupa polposa, a tre o cinque pi rene, coi noccioli cartilaginosi, monospermi, rugosi; semi trigoni o lenti-colari. Questo genere comprende una quindicina di specie, che sono frutici od erbe perenni, d'odore grave, a foglie opposte, pennate condispari colle foglioline dentate o pen nati fesse ; corimbi piani o tirsiformi; fiori bianchi, talvolta leggermente carnei. Le specie seguenti sono le più interessanti.
      Sambuco a grappoli (sambucus racemosa L.). — Arbusto alto da tre a sei metri, ovvero cespuglio^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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