Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SA.LVIA.TI (FlUNCBSC0 ROSSI DB') - SALVLDiENO RUFOstero dei culti. Inaugurò il suo ministero con una bella circolare all'episcopato toscano sui casi di Perugia, e lo terminò col-l'abolizione del concordato. Nominato, dopo l'annessione, senatore del regno, non potò accettare il mandato cbe il collegio elettorale d'Empoli per la quarta volta gli conferiva, e la sua salute mal ferma non gli consenti recarsi al Parlamento. Ma nell'intervallo tra il cessare della sua vita pubblica e la morte non iutermise lo studio delle piò gravi quistioni che rimanevano a sciogliere per compiere l'unificazione d'Italia, e scrisse e dettò memorie sull'organamento del regno, sulle attinenze dello Stato con la Chiesa, sull'avvenire d'Italia, il suo commercio, la sua economia pubblica; e fini poi una introduzione alla storia d'Italia, la quale, da lui maturata per lunghi anni, avrebbe dovuto servire come di continuazione alla Storia del Botta.
      Numerosi non meno che illustri furono gli amici del Salvagnoli, fra quali citeremo Gioberti, che non di rado lo consultò sui proprii scritti, Cavour, Boncompagni, ecc., e degli stranieri Thiers, Barrot, Villemain, Russell, Palmer8ton, Gladstone, ecc. In grande intrinsichezza visse con Napoleone Buona-parte quando dimorava iu Firenze, nò questa intrinsichezza fu rotta con Napoleone 111 imperatore. Ebbe anche nemici che gl'iuvidiarono l'ingegno, la dottriua e l'onestà dell'animo, o furono, e non di rado avveniva, segno dei suoi pungenti epigrammi.
      De'suoi scritti letterarii e politici citeremo principalmente: Discorso sul monumento di Vittorio Alfieri; Elogio di Girolamo Poggi, Ietto all'Accademia dei Georgofili ; Sullo stato politico della Toscana (Lugano 1847); Saggio civile sopra Pietro Vezzi, che può dirsi l'opera migliore che sia uscita dalla sua penna; Discorso sul?indipendenza d'Italia (1859), in cui preludiò alla guerra contro l'Austria d'accordo con la Francia.
      Vedi P. Puscioni, Vincenzo Salvagnoli, nei Contemporanei Italiani, pubblicati dall'Unione Tipografico-Edi tri ce (Torino 1861).
      SALVANDT < conte; Narcisso Achille (biogr.). — Uomo politico e letterato francese, nato a Condoni il di 11 giuguo 1795, morto il 15 dicembre 1856; solle citò ed ottenne a undici anni uua borsa al liceo Napoleone, ed incorporato col grado di brigadiere in uno dei reggimenti delle guardie d'onore, prese parte alle cahipague della Sassonia e della Francia, fu ferito a Brieuue e lasciò l'esercito col grado di sottotenente. Al ritorno dei Borboui entrò nella casa militare di Luigi XVIli, e nonostante la sua giovinezza prese a scrivere parecchi opuscoli politici, fra' quali levò molto grido quello intitolato La coalition et la Franco (1816). Salvandy fu uno dei propugnatori più zelanti della politica di Décazes tanto nel Journal des Débats, quanto negli opuscoli intitolati Vues politiques; Dangers de la si-tuation (1819). Alla nomina del gabinetto ultrarealista appiccò contro l'amministrazione del signor di Villèle una lotta violenta con opuscoli violenti,
      Kig. 5833. — Salvagnoli Vincenso.
      e quando il ministero Martignac successe al ministero Villèle, Salvandy entrò in esso come consigliere di Stato (12 novembre 1828) e cooperò a' suoi lavori con un zelo lodevole. Quando Carlo X chiamò al governo il principe di Poliguac, Salvandy fu dei primi cbe ricusarono il loro concorso alla nuova amministrazione, e in un ballo dato dal duca d'Orléans al redi Napoli pochi giorni prima della promulgazione delle celebri ordinanze di luglio, uscì in questa frase profetica: « Maestà, la e proprio uua festa napoletana, dacché danziamo sopra un vulcano 1 ».
      Salvandy si rannodò prontamente al regime del 1830 e cousecrò i primi suoi sforzi a difendere Carlo X e i suoi ministri dalle accuse ingiuste cbe la sventura aveva loro tratte addosso. Fece parte del Consiglio di Stato riorganizzato il 20 agosto 1830, ed eletto uell'ottobre seguente deputato della Fiòche, prese posto fra i sostegni più intrepidi del partito della resistenza, e combattè tutte le proposte ispirate dallo spirito democratico e biasimò energicamente il ministero per la sua fiacchezza in faccia agli eccessi del 13 e 14 febbrajo 1831. Avendo ricusato promettere un voto favorevole al grado vitalizio di pari, non potè trionfare alle elezioni generali dell'opposizione del gabinetta Ei prese a scrivere allora la migliore delle sue opere politiche: Seize mois, ou la révolution de 1830 d le révolutionnaires (1831). ristampata nel 1832sotto il titolo di Vingt mois, cui tenne dietro un opuscolo intitolato Paris, Nantes et la session (1832), in cui esortava il miuistero a dar amnistia ai par titi vinti. Salvandy rientrò alla Camera nel 1833 come deputato d'Evreux e prestò al Governo un concorso laborioso cbe, sotto il ministero Molé. gli schiuse, il 15 aprile 1837, l'ingresso al Consiglio col portafoglio dell'istruzione pubblica. Egli restituì
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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