Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      un gran chiasso e mettono in opera molte astuzie per ingannare i monelli e stornarli dal loro nido.
      SALTIMPIEDI (fis. e mecc.). — Chiamasi anche misirizzi, e non è altro che no piuolino, per lo più sagomato in figura umana, e che è capace di raddrizzarsi da sè, ogniqualvolta, lo si atterri. È formato di materia leggerissima, come di midolla di sambuco, ecc. Alla sua base sta applicato un emisfero di materia pesante, ad esempio di piombo, e per questo nell'obbedire alle leggi dell'equilibrio, si raddrizza. È ben noto come per l'equilibrio di un grave si eBiga in qualunque caso che il centro di gravità siasostenuto. Ora nel saltimpiedi quel ceutro non può esserlo quando eia disteso a terra l'omiciattolo, perchè standosene dentro l'emisfero della materia pesante, la verticale da essa condotta passa fuori del punto su cui posa. Quasi ogni argomento sulla gravità e sulla meccanica reude ragione di questo fatto.
      SALTO (ginnast.). — Movimento per cui l'intiero nostro corpo si stacca dal suolo e per poco rimane come sospeso in aria, per poi ricadere sul suolo medesimo in forza della sua gravità. Il salto, nell'uomo, risulta dalla forza di projezione impressa di basso in alto a tutto il corpo, mediante la subitanea estensione delle membra inferiori ; le cui articola zioni vennero in precedenza piegate.Quindi, quando noi ci apprestiamo a saltare, il piede si trova obliquamente piegato sul suolo, la gamba sul piede, la coscia sulla gamba e il corpo sulle cosce, loechè fa si che il corpo, di molto diminuito in lunghezza mercè quest'attitudine mantenuta da' muscoli pronatori, forma arco, a cosi dire, contro il suolo. Ma allora cessando questi muscoli medesimi l'azione loro, si raddrizzano d'improvviso le articolazioni in forza dell'energica e subitanea contrazione degli estensori, donde risulta il movimento di projezione che staccar deve i piedi dal suolo e per conseguenza effettuare il salto, il quale avvenir non potrebbe se i secondi muscoli, concorrendo coll'azione loro, non superassero la resistenza opposta dal peso di tutta l'economia.
      Due punti essenziali compongono la teoria del salto: 1° concorso dei muscoli estensori delle articolazioni della gamba, disposte alternamente in Benso inverso : 2° movimento di projezione intorno ai ceutri di queste articolazioni, impresso da' muscoli all'osso intermedio, in guisa di farlo per le sue estremità girare intorno ad un centro di rota zione variabile, preso sulla sua lunghezza, locchè gli concede di seguire l'impulso di basso in alto risultante dalla combinazione delle due prime. Nello stato ordinario il suolo non ò che passivo nella produzione del salto, fornendo esso solamente un punto d'appoggio; ma bisogna pure che il suolo offra una qualche resistenza, perchè altrimente l'impulsione comunicata dall'improvvisa estensione delle membra -inferiori si dividerebbe del pari in alto e abbasso senza projezione efficace. Per tal ragione appunto non si può saltare su d'una sabbia mobile, mentre un suolo elastico, reagendo sulle piante dei piedi, coopera potentemente ad accrescere l'energia del salto; locchè ci è dimostrato a perfezione ne'salti fatti sulla corda dai funamboli.
      Di due sorta esser possono i salti, verticali edorizzontali; il primo è il più semplice e, a pari circostanze, meno esteso del secondo; questo può farsi o per davauti o per di dietro. Nel salto orizzontale, il corpo nostro, come ogni altro projettile, descrive una curva parabolica, la cui ampiezza ò misurata dall'estensione del salto.
      Negli animali il salto sarà tenuto più facile quanto più lunghi saranno i membri posteriori degli anteriori. In tal guisa spiegansi i salti prodigiosi dello scojattolo, della lepre, del camoscio e della cavalletta; ma pochi animali sono tanto favoriti. Così il pulce , alcune serpi, il verme del formaggio e la mosca icneumone fanno salti immensi, avuto riguardo alla dimensione del loro corpo ; e alcuni pesci, come la trota, il salmone ed altri, superano saltando cateratte ed altri ostacoli che oppongousi al loro nuoto.
      SALTO (geogr.). — Comune nella provincia di Torino, circondario d'Ivrea, con 1414 abitanti.
      SALUD£CIO [geogr.). — Comune nel circondario di Uimini, provincia di Forlì, con 4063 abitanti.
      SALUGGIA (geogr.). — Comune nella provincia di Novara, circondario di Vercelli, con 4289 abitanti.
      SAIUSSOLA (geogr.). — Comune nel circondario di Biella, proviucia di Novara, con 2478 abitanti.
      SALUTATO Coluccio (biogr.). - Nacque a Stignano il 1330, uiorl il 1406, e fu grande amico del Petrarca. Studiò a Bologna, dove acquistò molta rinomanza; poi Urbano V lo chiamò a sè. e lo scelse suo segretario, nel qual grado lo conservò pure Gregorio XI; indi passò nella medesima qualità alla Repubblica di Firenze, che allora ebbe guerra con Galeazzo Visconti duca di Milano, il quale diceva che la penna di Coluccio gli faceva maggior danno che non l'esercito fiorentino. Ciò non torna a lode del valore dei soldati di Firenze, ma mostra quanto valessero allora questi letterati, che met-tevansi a servizio de' varii principi. Coluccio valeva principalmente nella poesia latina, e per questa ottenne la corona a Roma, onore che era stato reso per la prima volta, nei tempi moderni, al Petrarca, e che forse volle sminuirsi, come troppe volte si fa, coll'attribuirlo ad uno che era da tanto meno del Petrarca. Perocché in fatto le cose che del Salutato conosciamo sono ben lungi dal meritargli posto fra i sommi, e lo proverebbe l'essere la più parte rimaste inedite. Solo si stamparono brevi poesie o frammenti, tra cui quelli di una traduzione in latino della Divina Commedia, tentativo il cui solo concetto attesterebbe che e' non era nn genio. Cento settantaquattro sue Epistola, stampate a Firenze nel 1741 in 2 voi. in-4°, servono alia storia più che alla letteratura, e le dieci italiane che vi sono comprese appartengono a quel pedantesco e manierato stile che disonorò il Quattrocento, ma ne restano inedite troppe, ove principalmente è illustrata l'età dello scisma di Urbano V. Filippo Villani ne scrisse una vita; come pure il Mehus, e il Tiraboschi discorse delle opere di lui colla insuperabile sua freddezza.
      SALUTAZIONE ANGELICA (liturg.). V. Ave Maria.
      SALUTE o SANITÀ (igien.). — Voce con cui espri-mesi l'esercizio libero, facile e regolare di tutte le funzioni della vivente economia animale. Gli antichi , personificando tale stato, lo indicarono col
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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