Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SALVATORE — SALVERXE lANNA GIUSEPPE EUSEBIO BACONNIÈRE)
      le tue fatture, o Signore! abissi sono i disegni tuoi ; ma il cieco non vede queste meraviglie, l'insensato non le intende > < Ps. xci).
      Scende a fenomeni particolari? quale abbondanza d'immagini! qual dovizia d'espressioni! Udite con cbe vigore e grazia esprime le nozze della terra coll'umido elemento: « Tu visiti la terra nell'amor tuo; tu la colmi di ricchezze. Fiume del Signore, soperchia le rive, prepara nutrimento all'uomo, chè tale è la tua destinazione. Inonda i solchi, va cercar i germi delle piante ; e la terra, penetrata da goccie rigeneratrici, esulterà feconda. Signore, tu cingerai l'anno d'una corona di benedizioni ; le nubi tue stilleranno l'abbondanza, isole di verzura abbelliranno il deserto, le colline fieno vestite d'allegrezza, le spighe 8'affol te ranno nelle convalli, di ricco vello si copriranno gli armenti; quanto esiste alzerà un grido di gioja, tutti inneggeranno a te ».
      Ma in un ordine più elevato convien sentirlo spiegare le meraviglie di quel culto interiore che al tempo suo non poteva essere compreso se non per l'ispirazione. L'amor divino che l'infuoca assume in lui carattere profetico; previene i secoli e già appartiene alla legge di grazia. Come Francesco di Sales o Féuélon, scuopre nel cuor dell'uomo quei gradi misteriosi, che di virtù in virtù ci guidano al Dio degli Dei. È inesauribile qualora esalta la dolcezza e l'eccellenza della legge divina, legge che è « una lucerna al piede suo mal sicuro; una face, un astro che l'illumina pei tenebrosi sentieri della vita (cxvm) ; essa è vera, è la verità stessa, porta in se medesima la propria giustificazione ; è più dolce del miele, più desiderabile dell'oro e delle gemme, e chi gli è fedele vi troverà una ricompensa senza confine (xviii); giorno e notte la mediterà; nasconderà gli oracoli di Dio nel cuore affine di non offenderlo » ; ed esclama: c Se tu dilati il cuor mio, correrò la via de*'tuoi comandamenti » ((.xviii).
      Talora il sentimento che l'opprime gli tronca il respiro: un verbo che veniva per esprimere il pensiero del profeta, fermasi sulle labbra e gli ricade sul cuore ; ma la pietà lo intende allorché intuona: € I tuoi altari, o Dio degli spiriti ». Talvolta lo senti divinar in certo modo tutto il cristianesimo : < Insegnami (dic'egli) a far la tua4volontà, perohè tu sei il mio Dio » (< xlii). Qual ijlosofo dell'antichità seppe mai che la virtù non sia che l'obbedire a Dio perchè Dio, e che il medesimo dipenda unicamente da questa direzione sommessa del pensiero? Ben conosceva egli la terribil legge della viziata nostra natura, sapeva che c l'uomo è concepito nelle iniquità, e dal seno della madre ru-bello alla diviua legge ». Come l'Apostolo sapeva che « l'uomo è uno schiavo venduto alla iniquità, che lo tiene sotto il giogo , di modo che non può darsi libertà se non laddove si trova lo spirito di Dio » (Rom., vii, 14; II Cor., ni, 17). Pertanto, oon giustezza veramente cristiana, esclama: « Per te
      10 sarò strappato alla tentazione; appoggiato al tuo braccio sorpasserò il muro » , quel muro di separazione fin dall'origine elevato fra l'uomo ed
      11 Creatore; quel muro eh'è necessario superare, perchè non può essere rovesciato. E quando esso dice a Dio: < Opera con me », non confessa egli,
      non insegna tutta la verità? Da una parte fiutai senza di noi, dall'altra nulla senza di te; che se l'uomo osi temerariamente appoggiarsi solo a se stesso, la veudetta è pronta: « sarà abbandonato alle inclinazioni del cuor suo, ai sogni del tuo spirito ».
      Certo che l'uomo sia di per sò incapace a pregare , David domanda a Dio di penetrarlo » di quell'olio misterioso, di quell'unzione divina che aprirà le sue labbra e gli permetterà di profferire parole di lode e di allegrezza » (lui): e stante che esso non ci raccontava che l'esperienza sua propria, ci lascia vedere in sé l'azione dell'inspirazione. « Ho sentito (dic'egli) il mio cuore riscaldarsi contro di me ; fiamme sfavillarono dall'interiore mio pensiero: allora la mia lingua fu sciolta e parlai » (xxxvui). A queste vereconde fiamme dell'amor divino, a questi impeti sublimi d'uuo spirito rapito nel cielo, paragonate il putrido fuoco di Saffo o l'assoldato entusiasmo di Pindaro ; e il gusto per decidere non ha bisogno della virtù.
      Vedete come il profeta disegna l'incredulo in una parola sola : « Egli ricusò di credere per paara di ben operare » (xxxv) ; e come in una sola parola dà lezione terribile ai credenti quando dice : « Voi che professate d'amare il Signore, odiate dunqoe il male » (xcvi). Quest'uomo straordinario, ricco di b1 preziosi doni, s'era però reso enormemente col pevole ; ma l'espiazione arricchisce gì' inni suoi di nuova bellezza, nè mai il pentimento parlò linguaggio più vero, più patetico, più penetrante. Rassegnato a ricevere tutti i flagelli de) Signore, vnol c pubblicare egli stesso le proprie iniquità (xxxvn), il suo delitto gli è continuamente sugli occhi, e il dolore che lo rode non gli lascia riposo > (xxxvu). In mezzo a Gerusalemme, fra quella pomposa metropoli, destinata a divenir fra breve la più superba città della superba Asia (Plinio, Hist. fiat., v, 14), sopra il trono ove l'alzò la mano di Dio, egli è < come il pellicano del deserto, come l'upupa ascosa fra le rovine, come il passero soli-! tario che geme sull'aereo vertice del palazzo (ci); , consuma sue notti in gemiti, e il tristo suo letto , inonda di lacrime (vi); gli strali del Signore l'hanno j trafitto (xxxvu), nè più in lui v'è membro sano; le ossa sue sono scosse (vi), le carni si staccano, curvasi verso terra; il cuor suo si conturba, ogni forza l'abbandona ; perfin la luce più non scintilla per esso, non intende più, non ha più voce, altro non gli rimane cbe la speranza» (xxxvu). Verun'idea ! potrebbe distrarlo dal suo dolore; e questo dolore j che si risolve sempre in preghiera come tutti gli I altri sentimenti, ha qualcosa di vivo che altrove non s'incontrerebbe. Senza posa egli rimembra nn oracolo pronunziato da lui stesso: « Iddio disse al peccatore : Che vai tu annunziando i precetti col-I l'impura tua bocca? io non voglio esser lodato cbe I dal giusto ». Adunque il terrore si accoppia in lai continuamente alla fiducia; e fin nei trasporti del-: l'amore, nell'estasi dell'ammirazione, nelle più commoventi effusioni d'una riconoscenza illimitata, la punta avvelenata dei rimorsi si fa sentire, come la spina traverso gl'imporporati cespi del rosajo.
      Infine nulla ci colpisce in questi magnifici salmi come le vaste idee del profeta in fatto di religione.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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