Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SALINE (ACQUE MADRI DELLE)
      lìòldelTargilla onde sono intonacati i bacini, imperocché nna porzione di quest'argilla rimane quasi sempre mescolata intimamente col sale; la quantità del prodotto varia in ragione della temperatura e dei venti dominanti. Si può ottenere direttamente un sale bianco togliendo la pellicola salina cbe si forma di continuo alla superficie dell'acqua contenuta nei piccoli bacini. Molte saline di questa specie si trovano stabilite lungo le coste dell'Oceano «del Mediterraneo. Ma in Normandia, dove il clima piovoso non permette questo genere di fabbricazione, si procede come segue. Si fa giungere l'acqua del mare sopra vasti terreni intonacati d'argilla, e quindi ricoperti di sabbia minuta. L'evaporazione favorita da questa pratica e dall'azione dell'aria, fornisce un miscuglio di sale e di sabbia che si raccoglie in mucchi, si lascia essiccare, ed una volta essiccato si getta in fosse, e si lava con acqua di mare. Per tal modo si ha un liquore salino molto concentrato. Evaporando questo liquore in bacini di piombo, a calore moderato, si ottiene un sai marino puro e bianco. Finalmente nelle contrade settentrionali si concentrano le acque del mare, introducendole in serbatoi o bacini e lasciandole esposte all'azione del freddo. Si sa che l'acqua carica di un sale qualunque si congela a più g- adi al di sotto del punto di congelazione dell'acqua pura. Cosi esponendo l'acqua del mare ad un gran freddo, si ha alla superficie un ghiaccio composto di acqua quasi pura, ed al di sotto di esso una soluzione salina più concentrata ; e però togliendo il ghiaccio di mano in mano che si forma alla superficie dei bacini, si ottiene un'acqua cbe si concentra maggiormente ad ogni nuova congelazione, e che per ultimo somministra il sale con poca spesa di combustibile.
      Secondo processo. — L'estrazione del sale dalle acque che ne contengono una debole proporzione, si eseguisce nei climi temperati con un metodo particolare di evaporazione spontanea, che si compie coll'evaporazione per mezzo del fuoco. Per provocare e favorire l'evaporazione spontanea si divide il liquido di tal maniera che possa offrire una gran superficie all'aria. Sotto una vasta tettoja avente 10 a 11 metri di altezza, 5 a 6 di larghezza e 300 a 400 di lunghezza, si accatastano fastelli di spine ìd forma di parallelepipedi rettangoli, che occupano poco meno dell'intiera estensione della tettoja. L'acqua salata è sollevata per mezzo di trombe fino alla parte superiore delia tettoja, e versata in canaletti o truogoli muniti di aperture laterali, per cui l'acqua cade in filetti sottili sui fastelli, e nell'attraversarli si riduce in uno stato di divisione •strema, soggiacendo cosi nella sua caduta ad una rapida evaporazione. Quest'acqua è di bel nuovo sollevata dalle trombe, per essere ancora versata sui fastelli, e cosi di seguito, fiuo a tanto che abbia raggiuuto il conveniente grado di concentrazione. Le tettoje sotto le quali si procede a quest'evaporazione sono dette camere di graduazione; i loro lati debbono essere esposti ai veuti dominanti; i fastelli debbono essere rinnovati di tempo in tempo, poiché per l'uso prolungato si vestono di una crosta di solfato di calce. L'acqua è concentrata con questo Oieszo fiuo a tanto che segui 25* all'areometro diBaumé, ed allora se ne estrae il sale ultimando la concentrazione in caldaje di ferro. A Moutiers nella Tarantasia non si ricorre all'azione del fuoco, ma si lascia semplicemente scolare l'acqua lungo un sistema di corde verticali. Queste corde finiscono con rivestirsi di uno strato di sa) marino che si toglie quando ha la grossezza di cinque centimetri circa.
      Il sai marino che si ottiene cogl'indicati processi è sempre più o meno impuro, poiché contiene alcuni sali deliquescenti, ed in ispecie i cloruri di calcio e di magnesio, ed il solfato di magnesia, oltre ad alcuni sali insolubili, come carbonato di calce e carbonato di magnesia, ed alcune materie siliciose e terrose. Se ne opera la purificazione nei laboratori}, sottoponendolo a nuove cristallizzazioni; perciò si discioglie il sale nell'acqua, si feltra la dissoluzione salma, e si sottopone ad un'evaporazione dolce in vasi di grès o di rame stagnato (V. Sodio [cloruro di]).
      SALINE (acque madri delle) (chim. e tecn.). — Parlando delle saline, si disse cbe il Balard aveva tratto utile partito delle acque madri cbe si formano nella concentrazione delle acque marine , d'onde si depone i) sale; e qui esporremo in che consista tale utilità e di quanto valore sia.
      Le acque madri, dopo che deposero il cloruro di sodio, contengono, oltre una certa quantità di questo in soluzione, una proporzione notevole di cloruro di potassio e di magnesia, e solfato di magnesia. Osservando che succeda di esse, allorquando sono lasciate a svaporare spontaneamente, si vede che, a norma della temperatura, depongono sali diversi. È noto che il cloruro di sodio non è molto diversamente solubile per la variazione di temperatura dallo 0° c. a 30° ed anche 40° c.; mentre il solfato di magnesia differisce notevolmente di solubilità; durante il giorno, quando l'aria sarà scaldata e l'acqua madre pur si andrà riscaldando, concentrandosi questa per la sollecita vaporazione, si deporrà solo il cloruro di sodio, mentre il solfato di magnesia resterà disciolto, perchè se il veicolo si restringe e perde per questo di capacità, nell'atto medesimo scaldandosi, acquista maggior facoltà solvente, rispetto al solfato di magnesia, e però vi ha compenso. Nella notte l'aria si raffredda, e cosi il suolo, e similmente l'acqua, e l'evaporazione diminuisce. Poco restringendosi il veicolo in questo frattempo, il cloruro di sodio non si deporrà, dacché andò cristallizzando nel giorno quel tanto che corrispondeva alla scemata quantità del solvente, nè molto si risente del freddo ; per Io contrario, il solfato di magnesio, col diminuire della temperatura, troverà il veicolo meno atto a tenerlo disciolto, e perciò si deporrà cristallizzando da solo.
      Se adunque vogliasi ritrarre solfato di magnesia dalle acque madri delle saline, basterà che si usi l'avvertimento di raccogliere alla sera il sale depostosi durante il caldo del giorno, e nel mattino il sale che cristallizzò durante il freddo notturno, e che sarà di solfato di magnesia quasi scevro di cloruro di sodio.
      Quando l'acqua madre delle saline abbia raggiunto il grado 34 del pesa-sali, in allora comincierà a deporre un doppio solfato di potassa e di magnesia, senza diversità dal giorno alla notte; indi, ristrettat^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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