Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SALIin modo generale. - I siili dono per lo più solidi alla temperatura ordinaria. In generale souo incolori , quando i loro elementi non sono colorati e in parecchi casi nei quali siano formati di componenti colorati. Alcuni di essi, scolorati o di debolissimo colore in istato anidro, acquistano colore neiridratarsi ; tali sono, per esempio, i sali di protossido di ferro e di biossido di rame, i quali, incolori se anidri, diventano i primi di verde pallido ed i secondi di azzurro chiaro se combinati ad una quantità d'acqua.
      Tutti i oali sono inodori a temperatura ordinaria, eccettuati quelli che contengono acidi di grande volatilità ed odorosi, come i formi a ti, i valerianati, in cui sono Vacido formico ed il vdlerianico volatili ed odorosi, e trattine ancora i sali ammoniacali con eccedenza di base, ed i sali con eccedenza di acido, quando l'acido è per se stesso molto volatile ed odoroso.
      I sali insolubili sono eminentemente insipidi, tranne che se la loro insolubilità non sia assoluta, ovvero, messi in bocca, soggiacciano a decomposizione per opera della saliva.
      I sali solubili di uua medesima specie hanno sapore somigliante, ma più o meno sensibile in ra-gioue del loro grado di solubilità. Questo sapore è astringente nei sali di allumina; amaro in quelli di maguesia; piccante in quelli d'ammoniaca; piccante ed acre nei sali di calce, di barita e di stron-ziana : zuccheroso, poscia stittico in quelli di piombo, ecc.; in generale i sali dei metalli propriamente detti hanno un sapore acre, stittico, spiacevole, che si designa col nome di sapore metallico.
      Tutti i sali sono più pesanti dell'acqua distillata; il loro peso specifico ò comunemente in rapporto colla natura e colla quantità dell'ossido.
      I sali sono solubili o insolubili nell'acqua. Tra i sali solubili, alcuni si disciolgono in meno della metà del loro peso d'acqua, altri in due, tre, quattro , ecc. parti di questo liquido, altri poi ne richiedono più centiuaja di parti. In generale i sali con eccesso di acido sono solubili qualora l'acido sia solubile per sua natura; se l'acido fosse insolubile, e per lo contrario molto solubile la base, in allora avrebbesi insolubile il sale con eccesso di acido, e solubile quello con eccesso di base. Tutti i sali di potassa, soda e ammoniaca possono disciogliersi nell'acqua, perchè questi alcali vi si disciolgono con-facilità; tutti i sali le cui basi sono insolubili nell'acqua, sono pure insolubili o poco solubili quando predominano queste basi. La solubilità dei sali dipende dalla loro affinità per l'acqua e dalla loro coesione, ed è in ragione diretta della prima ed in ragione inversa della seconda.
      Quando un sale è stato disciolto nell'acqua, questa perde la proprietà di entrare in ebollizione a 100° sotto la pressione di 76 centimetri, e richiede una temperatura tanto più elevata quanto più forte è l'affinità del sale per l'acqua (V. Ebollizione). Perciò volendo riconoscere tra diversi sali solubili quelli che hanno maggiore affiuità per l'acqna, si prenderanno parti uguali di questi sali, e dopo di averle disciolte in quantità uguali di acqua, si porteranno le dissoluzioni all'ebollizione immergendovi un termometro per osservare il grado in cui bollono.
      I sali, tranne poche eccezioni, sono più solubili a caldo che a freddo; giova questa differenza di solubilità ad ottenere i sali alloatato cristallizzato; di fatto saturando l'acqua calda con un sale, il liquore dovrà necessariamente deporne una parte col raffreddamento, ove questo cagioni una diminuzione della facoltà dissolvente; e il raffreddamento operandosi con lentezza, il sale dovrà deporsi colla forma cristallina che gli è propria; l'acqua che rimane dopo la formazione dei cristalli chiamasi acqua madre (V. Cristallizzazione). Fanno eccezione alla regola della maggiore solubilità a freddo che a caldo il solfato di calce o gesso, il solfato di soda entro certi limiti di temperatura, e qualche altro sale. Sembra generalmente che il mutare di solubilità in meno per opera del calore sia ua effetto di uno stato diverso d'idratazione che acquista il sale, e forse anco di uno stato isomerico diverso della base.
      Quasi tutti i sali, una volta separati dall'acqua che li teneva iu dissoluzione, riteugono una certa quantità d'acqua libera o combinata. L'acqua combinata prende il nome di acqua di cri sta IHbboz ione. È da notarsi che quest'acqua di cristallizzazione esiste in tal proporzione, che la quantità del suo ossigeno è un multiplo od un sottomultiplo per un numero intiero della base. Quando l'acqua del cristallo è libera, essa è interposta tra le molecole in quantità variabili, e non influisce in alcun modo sulla trasparenza e forma del cristallo.
      Una soluzione satura di un sale può qualche volta disciogliere una certa quantità di un altro sale, purché questi due sali non si decompongano, o non entrino in combinazione intima; la dissoluzione cosi carica di un nuovo sale, può prendere una nuova quantità del primo, quando una porzione di questo non sia stata precipitata dal secondo; cosi, per eB., alla temperatura di 5°, l'acqua, coll'ag-giunta del nitrato di calce, discioglie due volte più di nitrato di potassa che non ne discioglie l'acqua pura.
      Molti sali producono un abbassamento di temperatura quando si disciolgono nell'acqua ; quest'effetto è dovuto alla proprietà comune a tutti i corpi di assorbire una certa quantità di calorico nel loro passaggio dallo stato solido allo stato liquido. Un tale abbassamento di temperatura è molto più sensibile quando si fa agire sul ghiaccio un sale avente molta affinità per l'acqua; questi due corpi solidi, sale e ghiaccio, si fondono a vicenda per la loro affinità, ed assorbono dai corpi circostanti il calorico necessario alla loro mutua fusione, e soprattutto il calorico cbe costituiva il loro stato termometrico. Siffatti miscugli di ghiaccio pesto o di neve e di sale hanno il nome di mischianse frigorifere o miscugli frigorifìci.
      Per ottenere il più gran freddo possibile è necessario che il sale sia molto solubile, cristallizzato o poco essiccato, ridotto in polvere tenue e mescolato rapidamente ed in certa proporzione col ghiaccio ugualmente ridotto In minuti frantumi (V. Freddo artificiale). La mischiauza frigorifera più comunemente usata si fa con parti uguali di ghiaccio pesto o di neve e di sai marino o cloruro di Bodio in polvere. La temperatura si abbassa a 17°,77 cent
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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