Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SALERNO
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      La proviucia distendesi sopra 548,097 ettari, popolata da 571,695 abitatiti, confinante colle altre di Napoli, Terra di Lavoro, Avellino, Basilicata e col Tirreno per 200 chilom., da Positano a Sapri. Poco rilevanti i fiumi che la solcano, degne di studio sono le sue acque ferruginose, sulfuree e catartiche, specialmente quelle del territorio di Cou-tursi, frequentate ogni anno dacentinaja d'infermi. Alla Fughetta trovasi il petrolio, addensato spesso a forma di bitume solido, e sui monti di Giffoni è un carbo bitume, che distillato fornisce 40 o/0 di olio. Combustibili fossili sono nelle valli di Cera-suolo e Maudridauro, e verso il piano della Favara. Parecchie le cave di pietre da taglio e di marmi, tra'quali conosciutissimi il variegato di Bracigliano, la lumachelladi Eboli, lo striato di Carifi, il nero verdiccio di Capaccio. Abbondano i gres, le argille, calcari dolomitici, ferro solforato, quarzo piromaco, marne argillose e simili. Ricche parimente la flora e la fauna ; fra gli animali utili noveransi da 8000 bufali, 161,100 bovini, 274,000 ovini, 50,000 suini, 45,000 caprini. Notissime le razze de' cavalli, fra le quali una volta quella di Persano, oggi dal Qoverno trasferita altrove, ed il vasto territorio dissodato e ridotto a coltura. 11 cotone e la robbia per molti anni furono sorgente di ricchezza per quelle popolazioni ; ma venne poi abbandonata la coltura del primo per la concorrenza dell'America, della seconda perchè la chimica trovò altre risorse per l'arte della tintoria. Molto vantaggio si ebbe negli ultimi anni dal tabacco, la cui coltivazione si va estendendo specialmente nel circondario di Salerno. Anche il lino e la canape, tentati con prosperi risultati, vennero smessi per ragioni di salubrità, come anche la coltivazioue del riso. Trapassiamo la coltura degli ortaggi che è lodevolissima; ma non possiamo tacere della ricchissima produzione degli agrumi, delle frutta secche, dei vini, degli oliveti, dei legnami ; ma comecché da parecchi anni siasi cominciato a condurre con migliori ordini la pastorizia, l'agraria e simili, pure rimangono tuttodì infiniti errori da correggere, pregiudizi da svellere, nuovi metodi da introdurre e, sovrattutto, ignoranza da sbrattare. A rialzar le condizioni delle industrie d'ogui sorta nella provincia salernitana, è necessario uu indirizzo pratico simultaneo, coucorde nella parte tecuica, economica, finanziaria e commerciale d'ogui siugola fabbrica. Di che segue che, attesa la trasformazione, che oggimai si sta avverando , i piccioli industriali debbono di buon'ora pensare ad associarsi fra loro, riuuire i singoli capitali ed impiantare stabilimenti più vasti e forniti di macchine di nuova invenzione, senzachè si troverebbero a mal partito.
      L'industria delle mussoline, impresse o indiane, si esercita bellamente sulle sive dell'Imo. Questa sorgente di fortune colossali e d'invidiata prosperità in meno di mezzo secolo giunse a perfezione meravigliosa. Profonde conoscenze chimiche e meccaniche, felice ispirazione nelle arti del bello, pratica consumata della tintoria, concorsero a porla in cima d'eccellenza. 11 modo di colorire a disegno con diversi mordenti e di uno o più bagui fu da secoli esercitato dagli Egizi, e lo stampare a colori fu arte nota ai popoli dell'Indo e dell'Arasse. 1 Portoghesi Nuova En« icl. 1tai« V<
      richiamarono l'attenzione dell'Europa su questa in. dustria, ma i particolari della fabbrirazioue non furono conosciuti se non quando gli Olandesi e quindi Beaulieu in Francia (1736) ne importarouo il segreto. Ciò nonostante in Allemagna sin dal 1523 si era teutato di stampare ad olio il fustagno, ed a Richemond sul Tamigi, nel 1690, ed in (svizzera erasi già iniziata uua fabbricazione di mus-solo impresso. In quanto all'Italia, se dovasi prestar fede ad una dimanda fatta da Carlo Carafa di Noja al Governo napolitano, iu data 4 dicembre 1821, la stampa delle tele di cotone e stoffe di seta ad uso degli Indiani sarebbe stata ignota sino a quel giorno, ed assolutamele nuova per la penisola. Il Noja chiedeva privilegio per introdurre la fabbricazione delle indiane, dei foulards e del nankino nella regia fabbrica di Caserta e nella regia filatura di Aldifreda.
      La filanda di cotone e fabbrica di mussoline, stabilita a Piedimonte di AKe prima del 1816 da Giovanni Giacomo Egg di Zurigo, preparò l'avveuire dell'industria cotoniera in altri puuti del reame. Con pari onore vogliono essere ricordate le fabbriche Mayer e Zollinger sul Sarno presso Scafati, l'altra del Zublin e Yonwiller, eretta sulle rive dell'Imo nel 1830, e l'altra ancora di Escher e Comp., eretta nel 1835 pure sull'Imo. L'arte di stampare le mussoline, cbe avea preso un certo incremento nelle fabbriche Albani e Ferrari, ebbe un periodo di sosta quando, fabbricando costoro prodotti di qualità molto inferiore a quella dello straniero, dovettero desistere dall'impresa. Luigi Dalgas verso il 1833 dette un passo innanzi nella sua manifattura di Piedi-monte di Alife. Ma, a dir vero, non fu se non quando i signori Schlaepfer, Wenner e compagui posero il 'loro stabili mento presso il poute della Fratta in Salerno (1835) che l'arte si rialzò e divenne emula di quella straniera. Nel 1853 esso aveva già una tessitoria, una tintoria ed una stamperia per le tele bambagine, 1450 operai, e produceva annualmente 80 mila pezze stampate, luughe 30 metri, e 20 a 30 mila tra gregge e bianche. Nella piazza di Napoli le mussoline stampate francesi tengono il primo posto, quindi vengono le inglesi e le svizzere; ma la generalità preferisce quelle salernitane , per la stabilità dei colori ed il corpo del tessuto. La supremazia di quelle francesi e delle prime qualità inglesi sta appunto nella finezza ed eguaglianza del telaggio e nei disegni; non resta adunque che a fare un passo nella filatura per uguagliare l'industria strauiera. Infatti quando nelle , fabbriche salernitane si è stampato sui madapollan j esteri, si sono avuti prodotti che non lasciavano j nulla a desiderare.
      Ad Amalfi, Majori, Tramonti ed in altri luoghi della costiera da ben lunga data si fabbrica carta. Concio8siacbè sin dal 1766, nell'opificio di Andrea Crisconio a M»jori, un tal Antonio Minasi ue compose con piante marine, e trovò modi più perfetti per incollare le carte da stampa; e nel lt<2l, quando il Governo napolitano, ad istanza di quello francese, compilava il catalogo delle nostre industrie per VAlmanacco commerciale di Parigi, trovasi fatta menzione delle cartiere di Vietri e di Scafati. La maggior parte delle anzidette fabbriche lavo* !. XIX. 68
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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