Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (243/463)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      1066
      SÀLASSA - SALASSIdelle cose, che quelli dei padroni; ma al tempo stesso, se il Governo è illuminato, s'immischierà quanto meno sarà possibile negli affari dei particolari, acciocché i mali provenienti dall'amministrazione non si aggiungano ai mali della natura.
      L'idea di stabilire con norma fissa i salarii, dopo le infelicissime esperienze che ne furono tentate in varii tempi ed in varii paesi, venne abbandonata dalla maggior parte dei moderni piaggiatori del popolo ; i quali vi sostituirono quella di guarentire all'operajo il lavoro ed un salario competente, imponendo al Governo il dovere di somministrare opera e compenso, che altri impone alle amministrazioni comunali e locali. È questo il sistema conosciuto sotto il nome di diritto al lavoro, che in Francia ricevette una solenue applicazione nei famosi opifìci] nazionali. Ma, come ognun vede, esso non è che un'indiretta maniera di fissare un minimum dei salarii, con questa sola differenza che, invece di obbligare direttamente gl'imprenditori privati a 'comprare il lavoro ad un prezzo più alto di quello determinato dal rapporto tra l'offerta e la domanda, si porge all'operajo la sicurezza di ottenere questo prezzo del suo lavoro a spese della società. Questa specie di garanzia offerta all'operajo solleva le stesse obbiezioni che la prima. Da un lato essa promette ai braccianti, qualunque sia il loro numero, una determinata mercede, e fa per conseguenza scomparire gli ostacoli che impediscono alla popolazione di crescere indefinitamente. Ogni freno di previdenza è rimosso, quando si dà a tutti la certezza che, quali che siano gli eventi del futuro, il Governo ò obbligato a somministrare a ciascuno lavoro e pane. 11 risparmio, l'ordine, l'avvedutezza cessano di avere un potente stimolo ed una ragione di essere nelle classi inferiori della società. Ma, dall'altro canto, siccome la sovvenzione governativa non può essere procurata che col danaro dei contribuenti, il sistema equivale per conseguenza ad una sottrazione forzosa di capitali, fatta ad una parte del civile consorzio per distribuirli ad un'altra parte. Il diritto al lavoro si trasforma cosi in un diritto alla spogliazione. E pazienza ancora se questi capitali fossero impiegati in modo da riuscire vantaggiosi alla società in massa, ed in ispecie ai braccianti ! Ma ognuuo sa in quale deplorabile guisa siano diretti e condotti i lavori ai quali non presiede il personale interesse di un privato imprenditore, quale sciupio di materie, di strumenti e di tempo si faccia in quei pubblici cantieri. E, quanto agli operai, siccome ò fisicamente impossibile cbe la pubblica amministrazione possa impiegarli tutti, indi avviene che, dopo aver fatto loro concepire la speranza di essere adoperati e pagati, essa è costretta a mancare, dirimpetto alla maggioranza loro, alle proprie promesse. I suoi favori diventano un odioso privilegio; e, quel che è peggio, un privilegio a beneficio dei meno meritevoli, dappoiché i più abili ed i più morigerati sono sicuri di trovare nella privata industria un impiego, mentre i soli oziosi e viziosi accorrono a quegli opificii, dove poco si lavora e molto si gua-dagua. Incoraggiare l'imprudenza e la scioperataggine; creare illusioni pericolose ed impossibili a realizzarsi; violare la proprietà; porre lo scom-
      piglio ed il disordine nella sociale ed industriile economia, ecco i veri e soli effetti di queste inp. poste panacee di tutti i mali!
      SALASSA (geogr.). — Comune nella provincia di Torino, circondario d'Ivrea, con 1105 abitanti.
      SALASSI (lat. Salassi, gr. 2*XawAlpi nell'Italia settentrionale, sparsa nella gran valle della Don Bai tea (Durias), detta oggidì Val d'Aosta, dalle j pianure del Po alle falde delle Alpi Grsje e Pennino. Il loro paese viene descritto esattamente da Strabone come profonda ed angusta valle, incassata da entrambi i lati fra altissime montagne , (Strab., iv, p. 205). Cotesta valle, stendentesi per , 100 chilom. di lunghezza dalla sua imboccatura ad i Ivrea fino alla sua cima fra le giogaje più elevate delle Alpi, dev'essere stata sempre una delle vie naturali verso il centro di quelle montagne; quindi i due passi alla sua estremità, detti ora il Grande ed il Piccolo San Bernardo, sembrano essere «tati frequentati da tempo antichissimo. Se vogliasi prestar fede a Livio, per il primo appunto di cotesti I passi, ossia per le Alpi Pennino, si apersero il varco i Boi ed i Lingoni, quando immigrarono per la prima volta nelle pianure del N. dell'Italia (Liv., v, 35). Ed Annibale anch'egli scese pel medesimo passo in Italia, giusta l'opinione dominante all'età dell'or citato Livio; ma Celio Antipatro lo dice passato invece pel Piccolo San Bernardo, e cori opinano comunemente i moderni scrittori, sebbene sia difficile offrirne le prove. Una delle maggiori difficoltà nasce dall'indole stessa dei Salassi, che ci vengono concordemente descritti fra le più feroci e bellicose tribù alpine e d'inveterate abitudini predatorie, di guisa che gli è difficile il credere ch'eglino abbiano lasciato passare nn esercito come quello di Annibale senza fargli fronte, ed apparentemente senza pur molestarlo (Arnold, Rome, voi. ili, p. 481). I Salassi vengono considerati comunemente un popolo gallico, ma vi sono parecchie ragioni, per cui gli é più probabile che fossero effettivamente, al pari dei limitrofi Taurini, di razza ligure. Sembra infatti cbe i Liguri si sieno sparsi in età remotissima lungo tutta la catena occidentale delle Alpi, e le tribù galliche stanziate sulle pianure del Po ne attraversarono il territorio; ma le affinità etnografiche di tutte codeste genti alpine Bono oscurissime. La storia non fa cenno dei Salassi fino al 143 av. Cr., quando furono assaliti, , senza la menoma provocazione, dal console Appio Claudio, il quale pagò peraltro ben cara la sua aggressione, essendo stato sconfitto con una perdita di 5000 uomini. Ma si riebbe tantosto, avendo egli pure ucciso alla sua volta 5000 montanari, rappresaglia sanguinosa, per cui invocò gli onori del trionfo (Dion. Cass., Fr., 79; Liv., Epit., lui; Oros., v, 4). Da cotesta epoca in poi, sembra che sieno stati di frequente involti in ostilità contro i Romani, e sebbene nominalmente tributari!* alla repubblica, non cessavano però dall'insorgere e dal saccheggiare te terre dei vicini od i convogli romani, e dal tribolare le truppe romaue attraversanti le loro contrade. Già fino dal 100 av. Cr. erasi stabilita in Eporedia (odierna Ivrea), allo sbocco della valle (Veli. Pat., i, 15), una coloniaKj* ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (243/463)






Governo Governo Francia Governo Torino Ivrea Xaw Alpi Italia Don Bai Durias Val Aosta Alpi Grsje Pennino Strabone Strab Ivrea Alpi Piccolo San Bernardo Livio Alpi Pennino Boi Lingoni Italia Liv Annibale Italia Livio Celio Antipatro Piccolo San Bernardo Salassi Annibale Arnold Rome Salassi Taurini Liguri Alpi Bono Salassi Appio Claudio Dion Liv Epit Oros Romani Eporedia Ivrea Veli Qle Cass Pat