Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      sa la ha - Salàriolapin fino alla secouda guerra puuica , scoppiata uel 218 av. C., iu cui sostieue una considerevole parte. Fu dessa evidentemeute uua delle città della Puglia eh» si sollevarono contro di Annibale dopo la battaglia di Canne, nel 210 av. C., e pochi anni dopo ne ricomparisce egli il padrone. Era per certo piazza forte, e perciò vi aveva egli grandi depositi di grano, ed anche i quartieri d'iuverno, nel 214 av. C. ; rimase in suo potere Tanno susseguente alla caduta di Arpi, ma nel 210 venne conseguata a Marcello dal traditore Biasio, uno de' suoi abitanti ch'era stato per qualche tempo il capo della parte romana sul luogo, e la guarnigione numidica fu passata a fil di spada. Pare che la sua perdita sia stata un grave infortunio per la possa di Annibale in cotesta provincia d'Italia, e quinci ap-puuto fu egli indotto, dopo la morte di Marcello, nel 208 av. C., a tentare di ricuperarla la mercè di uno stratagemma; ma la frode fu scoperta, e le truppe cartaginesi furono discacciate con perdita. Non se ne fa menzione successivamente fino allo scoppio della guerra sociale, nel cui secoudo anno, 90 av. 0., cominciando la fortuna a volgersi propizia a Roma, fu presa dal pretore romano C. Cosconio e bruciata fino alle fondamenta (Ap-pian., B. C.t i, 51 ; Annib., 45-51 ; Liv., xxn, 61 ; xxiv, 20,47; xxvi, 88; xxvn, 1, 28). Da cotest'e-poca in poi sembra essere andata in decadenza, e soffrì più che mai per la malaria in conseguenza delle esalazioni dell'attigua laguna. Vitruvio ci porge la notizia che gli abitanti si volsero alfine a M. Ostilio, il quale li persuase a trasferirsi in sito più salubre, a 7 chilom. circa dal primo, e più vicino al mare, mentr'egli aperse intanto tra questo e la laguua nuove comunicazioni (Vitruv., ì, 4, § 12). Non abbiamo la data precisa di cotesto cangiamento della città. Ed infatti Cicerone accenna a Salapia come a luogo a' suoi giorni notissimo per il pestilenziale suo clima (De leg. agr.t ii, 27); ma ciò si può intendere relativo piuttosto al suo territorio che alla stessa città. Vitruvio è il solo autore che parli del cangiamento di ubicazione; ma se della sua notizia si debba far conto, la Salapia ricordata da Plinio e da Tolomeo, ed anche da Stra-bone, dev'essere stata la nuova e non l'originaria città di cotesto nome (Strab., vi, p. 284; Pliu., m, 12, s. 17; Ptol., ih, 1, § 10). Anche il Libro delle Colonie ne parlava come di colonia attigua al lit-torale; il che si riferisce senza dubbio alla nuova città di tal nome, la quale sembra però non essersi mai sollevata ad un grado emiuente di prosperità: ed anzi il nome successivamente ne scomparve affatto.
      Estese rovine di Salapia si veggono tuttodì sulla sponda sud del Lago di Salpi, in un tratto di paese oggidì quasi per intiero desolato; appartengono esse certamente ad una città di considerevole grandezza ed importanza, e denno essere per conseguenza quelle dell'antica città apula. Ciò viene confermato inoltre dalla circostanza che le monete di Salapia, le quali appartengono naturalmente al periodo della sua indipendenza, si rinvengono di frequente sul luogo. Dicesi che il sito della città romana, fondata da M. Ostilio, venga indicato da alcuni avanzi sul lido del mare, prèsso la Torre
      di Salpi (Swiuhurne, Travtls, voi. r, p. 81; Romanelli, voi. ii, p. 201). La laguua, che chiamasi pur tuttora Lago di Salpi, giace nella provincia di Capitanata del regno d'Italia, mandamento parte di Maufredouia e parte di Trinitapoli o Casal trio ita, cou 20 chilom. di lunghezza dall'lfi. all'O., e circa 3 di larghezza. Alla sua estremità orientale, dove comunica col mare mediaute un canale artificiale, vi sono estese saline, che vengono considerate le rappresentanti di quelle che sono indicate negl'J-tinerarii colla voce latina salirne. Non è affatto certo, sebbene non sia improbabile , che coteste atit"-he fabbriche di sale occupassero lo stesso sito di1 moderne; e le distanze date dagl'ltinerarii lungo questa linea littorana, essendo in qualche caso scorrette e confuse, non somministrano il mezzo di riconoscerne l'identità (Itin. Ant., p. 314; Tab. Peut.). Gli è inoltre probabile che il nome stesso di Salapia abbia relazione col vo< abolo sai, essendo stata sempre adatta la laguna alla raccolta del sale. Le monete di Salapia, al pari di quelle dihtM
      Fig. 5822. — Medaglia di Salapia.
      Arpa e Canosa, hanno greche leggende, ed indicano la grande influenza dell'arte e civiltà greca, sebbene in età meno antiche, non essendovene alcuna di stile arcaico. I nomi dei magistrati che in esse si leggono AAZ02, IITAAOS, ecc.) sono all'incontro evidentemente indigeni (Mommsen, U. J. D.. p. 82, 83).
      SALARA (geogr. ). — Comune nel circondario di Massa Superiore, provincia di Rovigo, con 2132 ab.
      SALARIA (sool.). — Genere di pesci acantotteri, famiglia dei blennii, vivente nei mari di Ceylan.
      SALARIO (econ. poi.). — È, nella distribuzione della ricchezza, la parte spettante all'operajo, ossia la mercede del lavoro, o il prezzo della locazione d'opera. Operajo è quell'uomo il quale eseguisce servilmente un'opera, quale gli è stata ordinata. Nelle funzioni dell'operajobisogna distinguere differenti qualità di lavoro. Avvi un semplice lavoro, che ogni uomo è capace di compiere senza studio, o con studio breve e non costoso, come arare i campi, stritolare le droghe e simili. L'offerta che si fa di un simile lavoro si estende facilmente con la domanda che n'è fatta. È noto che la domanda proviene dalla richiesta che i consumatori fanno dei prodotti del lavoro, e che l'offerta proviene dalla quantità dei lavoratori che si offrono. Ciò posto, non è dubbio che trattandosi di un lavoro tanto semplice, il salario corrispondente non possa elevarsi od abbassarsi sotto il livello necessario a mantenere la classe di questi operai nel numero di cui si ha bisogno, perchè quando la domanda elevasse i salarii, la classe si moltiplicherebbe, ed un'offerta maggiore si proporzionerebbe alla domanda più estesa; quando i salarii si abbas-
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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