Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      1040 SAINT-MARTIN (DB) MICHELE - SAlNT-MARTlN (DI) LUIGI CLAUDIOParlò più volte sogli affari esteri, massimamente sulla questione d'Oriente, che profondamente studiò. Nel 1837 fu relatore della legge sull'istruzione secondaria. poco dopo fu nominato membro del Consiglio reale del pubblico insegnamento, e consigliere di Stato in servizio straordinario. Sotto la Repubblica e sotto il secondo Impero non prese parte alla politica se non come pubblicista nella Èevue de Deux Mondes e nei Débats. Membro dell'Accademia francese, quando fu soppresso l'antico Consiglio della pubblica istruzione , diventò uno dei membri rappresentanti l'Istituto di Francia nel nuovo Consiglio superiore. Uomo illustre cbe ebbe il doppio merito di letterato e d'uomo di Stato; ma ciò che sovrattutto contribuì alla sua fama fu il suo corso alla Sorbona. Non separando nelle lezioni la morale dalla letteratura, rischiarando il passato con frequenti paragoni colle cose presenti, difensore fedele e caldo delle idee liberali non esagerate, per trentanni ebbe un uditorio sempre entusiasta e sempre numeroso. 11 suo insegnamento fu l'origine di un'opera molto diffusa, il Corso di letteratura drammatica, o dell'uso delle passioni nel dramma (Parigi 1843 ed anni seguenti, 4 voi. in-l8°), notevole per la giustezza delle vedute e per la chiarezza e l'eleganza dello stile. Le stesse belle qualità trovansi nelle altre sue opere, cioè nei Saggi di letteratura e di morale (1845, 2 voi. in-18°); "Dell'istruzioneintermediaria (2 voi. in-18°); Rimembranze e viaggi (2 voi.). Nel 1859 furono raccolti in un volume in 8° i suoi principali articoli dei Dibattimenti nelle Rimemltranze e riflessioni politiche d'un giornalista. Fra i numerosi articoli pubblicati nella Rivista dei Due Mondi devonsi notare quelli sulla poesia religiosa, sulla vita e sulle opere di Gian Giacomo Rousseau, e sulla Questione d'Oriente. Nel 1863, il discorso da lui pronunciato sul premio Montyon fu lodato come un piccolo capolavoro di buon gusto, di stile e di sentimento. Deputato all'Assemblea di Versailles, parlò soveute su molte ardue questioni, dimostrando opinioni moderate assai. Era vice-presidente dell'Assemblea.
      SAINT-MARTIN (de) Michele (biogr.). — Nato a Saint-Lò il 1° marzo 1614, e morto a Caen il 14 novembre 1687. La vita di cotesto abate, d'altronde buono scrittore, e cbe ha lasciato opere commen-devoli, è una serie di aneddoti stravaganti. Cominciò dal comprare una nobiltà del Canadà e divenne marchese di Miskon, titolo per altro di cui andava superbo. Viaggiò in Italia, fu a Roma, e fatto protonotario apostolico, riportò a Caen gli usi della Corte romana negli abiti, nei costumi e nella devozione. Anzi fece vestire di violetto e por tare il cappello a tre punte a tutti gli studenti come bì usava a Roma. Freddoloso oltre ogui dire, vuoisi che l'inverno portasse sette camicie, sette paja di calze e sette paja di mutande; e si coricasse sopra un letto di mattoni, sotto i quali un fornello acceco mauteneva il calore. Tutta la sua vita fu un complesso di stravaganze, ed ei si mori tuttavia credendo di essere uu mandarino di Siam. Fu sepolto in una cappella magnifica che aveva fatto costruire nel convento dei Conventuali a Caen. Ivi avea ancora fondato molti stabilimenti di pubblica utilità; erette molte statue; rialzatane labella croce abbattuta dagli Ugonotti; istituita a sue spese una scuola di teologia.
      Si hanno di lui gli scritti seguenti: Le gouver-nement de Rome. oò il est traitè de la religion, de la justice et de la poli ce (Caen 1652, in-8°) ; Voyage fait au Moni Saint-Michel par la confrérie de Vé glise de Saint Pierre de Caen (ivi 1656» ; Le bon et Uhéral officier. ou la vie et la mort de Jean du Bois, conseiller en la cour de monnaies de Saint LA (ivi 1655 1658, in-120); Récit de rentrée solennrlle dans Bayeux de monseigneur de Nesmond. évéque de la ménte ville (ivi 1662 in-4°); Respect dù aux églises et aux prétres (ivi 1664); Relation d'un voyage faiten Fiandre, Bràbant, Hainaut, Artois, Cambrésis, etc. en Vannée 1661 rivi 1667, in-!2°); Traité des images en bosse qui sont dans les places de Caen; ove sono molti epitafii di parenti ed amici, la descrizione della sua magnifica cappella, del suo gabinetto dorato ed altre cose curiose (ivi 1658, in 12°); Description de la ville de Saint-Là, parti-culièrement de la belle église, et du cardinal du Perron (ivi 1680, in-12°); Le livret des voyageurs à Caen ; Portrait et éloge de Ch. de Lorme, ntédecin (ivi 1682, in-12° picc.) ; Moyen faciles et éprouvés dont M. de Lorme s'est servi pour vivre près de cent ans (ivi 168v).
      Vedi : Vigneul-Marville. Mélanges — Huet, Ori-gines de Caen — Renneville, Hist- de la Bastille.
      SAINT-MARTIN (di) Luigi Claudio (biogr.). - Col nome di filosofo sconosciuto, ch'egli si dava nelle opere sue, questo mistico levò gran rumore nel secolo passato, da alcuni rejetto come un ciarlatano, da altri (fra cui gli Schlegel) venerato come on ente privilegiato di visioni. Allo scoppio della rivoluzione francese era talmente celebre e rispettato, che l'Assemblea Costituente lo propose a maestro del Delfino: le più eleganti società se lo disputavano; avea famigliari la duchessa di Bourbon, la marescialla di Noailles, la marchesa di Coislin, i duchi di Richelieu, di Bourbon, di Lauzun: era commensale del principe Gallitzin, di lord He-reford, del cardinale di Bernis; amico de'più illustri ; in un'assemblea di duemila persone sostenne una disputa con Garat professore d'analiBi dell'intelletto ; mentre lo beffavano in giovinezza Voltaire, in vecchiaja Chateaubriand. Fatto sta ebe è da lui che desuuse il suo sistema De Maistre: e gli storici della filosofia dovettero riconoscere il colpo che portò alla scuola sensista di Condillac.
      Ma per vedere la parte che St-Martin ebbe nella storia del misticismo bisogna prima assegnare la parte cbe questa dottriua ebbe nella storia della religione e della filosofia. Rimettendoci a quanto fu detto in Misticismo e Illuminati, ci limiteremo ad esprimere come la religione poggia sull'amore divino, ma gli dà regole e doveri, lo mette sotto l'autorità delle leggi, e noi lascia scostarsi dalle condizioni dell'ordine sociale: non vuole che, negli impeti della fede, l'uomo si scosti dai dogmi e dalle : tradizioni sue, dalla sua disciplina, dalle forme che essa consacrò. La religione è inseparabile da nna società spirituale, che, come la civile, ha governo, organamento, legislazione sua propria.
      Il misticismo invece, prendendo le mosse dalla religione, somiglia a un amore che invade senza
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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