Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAINTE-MAKTHE - SAINTES
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      Bourg Saint-Edme (scritte da lui-medesimo), nella Presse del 7 aprile 1852.
      SAINTE MARTHK. geneal. e biogr.). — Nome d'una illustre famiglia pe' suoi membri che si distinsero si nelle scienze e nelle lettere, che nei pubblici nfficii. Dreux Duradier nella sua Biblioteca del Poitou ne menziona quarantacinque; eccone i principali.
      Carlo, il secondo dei dodici figliuoli di Gaucero di Sainte-Marthe, medico di Francesco I, insegnava la teologia a Poitiers verso l'anno 1537. Accusato di eresia, non fu Balvo se non per patrocinio di Margherita di Valois. Morì in età di quaranta cinque anni. Un solo dei suoi scritti gli sopravvisse, ed è l'Orazione funebre della sua benefattrice, in latino (Parigi 1550 , in 4°), tradotta in francese dall'autore e pubblicata nel segueute anno.
      Gaucero II, nipote del precedente, nato a Loudun nel 1536, cangiò il suo nome di Gaucero in quello di Scevola, secondo l'uso dei dotti d'allora, difese
      1 diritti di Enrico III agli Stati di Blois, ed occupò sotto Enrico IV più cariche nell'amministrazione delle pubbliche entrate. Stato due volte maire di Loudun, vi fu nominato Padre della patria, per aver salvato quella città dal sacco, e vi mori nel 1623 La sua Orazione funebre fu pronunziata dal famoso Urbano Grandier. Lasciò: Gallorum do-
      ctrina illustrium..... elogia, ecc. (1598, in-8°); unaraccolta di poesie latine, in cui si distingue la Pce-dotrophia (arte di allevare i lattanti) (1587, in-8°), più volte ristampata ; poesie francesi ; (Euvres mé-lées, in latino e in francese (Parigi 1573, in-4°).
      Abele, ossia Scevola II, figliuolo primogenito del precedente, nato a Loudun nel 1566, visse sotto qnattro regni. Luigi XIII lo fece consigliere di Stato e custode della biblioteca di Fontainebleau. Morì nel 16o2, lasciando poesie, discorsi e dispute forensi. Queste ultime sono stampate con quelle di Cosberon (Parigi 1693, in-4°).
      Abele II, figliuolo del precedente, morto ottuagenario nel 1706, era decano della Corte dei sussidi) e custode della biblioteca di Fontainebleau. Si ha di lui un Discorso pieno di curiose ricerche sopra questa biblioteca.
      Scevola 111 e Luigi, fratelli gemelli, figliuoli del primo Scevola, nati a Loudun nel 1571, ebbero una pari inclinazione allo studio, lavorarono intorno alle stesse opere ed ottennero gli stessi vanti. Il presidente De Thou commendò il loro sapere e dichiarò di esser loro debitore di preziosi documenti. Luigi XIV li nominò consiglieri di Stato ed i8toriografi di Francia. Scevola III mori nel 1650 e Luigi nel 1656. Essi lasciarono: Histoire généa-logique de la maison de France (Parigi 1627-28,
      2 voi. in fol.), nuova edizione più ampia e non terminata (ivi 1647); riunendo le due edizioni insieme si ha l'opera.compita; Gallia Christiana (Parigi 1656, 4 voi. in fol.).
      Pietro, oppure Scevola IV. figliuolo di Scevola III, ottenne la sopravvivenza al padre come istoriografo del re, e continuò le sue ricerche genealogiche.
      Suo fratello Nicola Carlo lo ajutò in quel lavoro, che meritò a ciascuno d'essi il diploma di consigliere di Stato. Carlo morì nel 1692 e Scevola nel 1690. Quest'ultimo lasciò numerosi manoscritti. Frale sue opere stampate citeremo il Traité historique des armes de France et de Navarre (1673, in-12°).
      Abele Luigi, fratello del precedente, nato a Parigi l'anuo 1621, frequentò dapprima il foro, poscia entrò nella congregazione dell'Oratorio, ne divenne il 5° generale; lavorò pure intorno all'Eistoire généalogique ed alla Gallia Christiana, e credesi che abbia più di tutti arricchite queste opere. Luigi XIV gli concesse la sua confidenza per la conversione dei protestanti. Ma essendo poscia sospetto di giansenismo, Sainte-Marthe dovette rinunziare alla sua dignità di generale della congregazione dell'Oratorio, e mori poco dopo nel ritiro l'anno 1697. Si può vedere nel tomo v della Bibliothèque du Poitou la notizia delle sue poesie latine.
      Claudio, nato a Parigi nel 1620, e morto nel 1690, partecipò delle persecuzioni sofierte da'suoi colleghi di Porto-Reale. Lasciò la loro Difesa (1667); la prefazione della loro Apologia, e più opere di pietà.
      Dionigi, nato a Parigi nel 1650, morto nel 1725, fu generale della congregazione di San Mauro. Lasciò molte opere , di cui la maggior parte sono commendevoli per erudizione ; fra altre: Traité de la confession auriculaire (Parigi 1685, in-8°); Ré-ponse auz plaintes des protestants (1688); Vie de Cassiodoro ; Histoire de saint Grégoire le Grand (1697), la quale egli tradusse in latino nella sua edizione delle opere di questo santo.
      SAINTES (Santones, Santonica civitas, Mediola-tum Santonum) (geogrj. — Antichissima città di Francia nel dipartimento della Charente-lnférieure (Saintonge), a 464 chilometri S. O. da Parigi, nella lat N. 45° 44' 40", long. O. 2° 5K' 44" e con una popolazione di 11,566 abitanti. Posta in bella situazione, è di aspetto piacevole, ma l'interno non offre che vie tortuose ed anguste e case generalmente mal fabbricate ; vi si ammirano l'antica cattedrale, il cui campanile di bello stile gotico dicesi sia Stato fabbricato da Carlo Magno ; la chiesa di Sant'Eutropio, anch'essa con un bellissimo campauile costrutto da Luigi XI, e con una cripta che rappresenta in certo modo una seconda chiesa; il palazzo di giustizia, il palazzo di città, la caserma di cavalleria, l'ospedale, la celebre fontana leggendaria di Sant'Eustella, ecc. Possiede una chiesa concistoriale riformata, una società d'agricoltura, un collegio con gabinetto fisico, una biblioteca di 24,000 volumi, ecc. Ha fabbriche di stamigne, ber-rettame, majolica, tintorie, concerie, fabbriche di botti, e le acquavite dette di Cognac formano coi grani, le lane ed il vino gli articoli principali del suo commercio, il quale ha il suo centro in una magnifica spianata alberata di olmi. Saintes è una delle città della Francia che posseggono maggiori avanzi d'antichità. Sono soprattutto notevoli i bagni romani, situati sulla sponda sinistra della Charente e al nord della città; le rovine d'un anfiteatro, vasto monumento circondato da 60 arcate, quasi tutte diverse le une dalle altre; l'arco di trionfo dedicato a Germanico, a Tiberio, a Druso, inalzato dai Santones l'anno 774 di Roma sulla via militare che metteva da Saintes a Limonum (Poitiers). Appartiene esso all'ordine corinzio ed è tagliato da
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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