Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAHLITB (iminer.). — Varietà di spato augite in masse laminari di tinta verde oscura; specie di pirns8eno.
      SAHUGUET D'AMARZIT Giovanni Battista Giuseppe, barone D'ESPAGNAC (biogr.). — Luogotenente generale, nato a Brives il 25 marzo 1713, morto a Pa rigi il 28 febbrajo del 1783. Avendo abbracciato all'età di diciannove anni la carriera delle armi, era luogotenente nel 1731, e si distinse alle battaglie di Parma e di Guastalla (1734) ed alla presa di Praga (1741), e fece in qualità di ajutante di campo le campagne di Baviera. Segui il maresciallo di Sassonia nelle guerre di Fiandra come ajutante maggiore generale di fanteria e come colonnello di un reggimento di granatieri. Nominato brigadiere dopo Raucoux, fece le campagne del 1746 e 1747, di cui scrisse la storia, ed alla morte del maresciallo di Sassonia si ritirò a Brives. Luigi XV
      10 richiamò nel 1754 e gli confidò il comando della Bresse e del Bugey lo nominò maresciallo di campo nel 1761, e luogotenente agl'Invalidi nel 1763: nel 1766 ne fu creato governatore e vi operò utili riforme. Egli scrisse: Journal hisforique de la der-nière campagne de Varmée du roi en 1746 (La Aja 1747, in-8°, con piani e carte): Campagne de 1747 (ivi 1747, in-12°) ; Journal des campagnes du roi en 1744 47 (Liegi 1748, in-12°); Essai sur la science de la guerre (Parigi 1751, 3 voi. in 8°); Essai sur les grandes opérations de la guerre (ivi 1755. 4 voi. in-8°) : Supplément aux Rè^eries du comie de Saxe (La Aja 1757, in-8°) ; Histoire de Maurice, comte de Saxe (Parigi 1773, 1775, 2 voi. in-12°, e 1776, 3 voi. in-4°): ad eccezione di quest'ultima opera, le precedenti comparvero senza nome di autore. Gli si attribuisce un Exposé des manauvres pour Vinvestissement de Maestricht.
      Vedi: Nécrol. des hommes célèbres, 1783 — Pa-lissot. Mémoires — Le Journal historique.
      SAID PASCIÀ Mohammed (viogr.). — Viceré d'E gitto, nato nel 1822 al Cairo, ove morì il 18 gen najo 1863. Era il quarto figliuolo di Mehemed AH, e sua madre era d'origine circassa. Fu educato all'europea da professori francesi. Era grand'am-miraglio della flotta, quando il 13 luglio 1854, dopo la morte di suo nipote Abbas, egli divenue viceré, io virtù del firmano del 1841 che dichiara
      11 governo dell'Egitto ereditario nella famiglia di Mehemet Ali, e l'attribuisce al maggiore di età fra i suoi discendenti, senza distinzione di linee» Dopa essersi recato a Costantinopoli a ricevere l'investitura , armò- un corpo di diecimila uomini, che isvtò in Turchia al principio della guerra di Crimea. Proseguì l'opera civilizzatrice incominciata da suo padre ed interrotta sotto il regno precedente: tutti i rami dell'amministrazione furono radicalmente riformati; abolì i monopolii; distribuì le terre disponibili tra i capi di famiglia; restituì ai fellahs, colla piena libertà personale, la libera disposizione ed i frutti del loro lavoro; riorganizzò il sistema giudiziario e regolò con più eque leggi il servizio militare. Mentre surrogava all'imposta in natura l'imposta in danaro, il viceré fondava il credito del paese sulla buona gestione delle rendite pubbliche, e scrupolosa fedeltà nell'adem-piere agli obblighi contratti ; per guisa che oggidì
      - SAINT-CLOUDil credito dell'Egitto ò solidamente stabilito, come lo dimostro l'imprestito di 40 milioni che fu sottoscritto a Londra nel 1860 per liquidare una parte del suo debito flottante. Grandi lavori di pubblica utilità furono intrapresi ; si fondarono scuole e stabilimenti scientifici. Ma l'atto che più deve raccomandarne la memoria ai posteri, si è il patronato accordato, in dispetto all'attitudine equivoca della Porta ed all'opposizione dichiarata dell'Inghilterra, all'esecuzione del canale di Suez, l'opera più gigantesca dei moderni tempi, intrapresa con rara perse verauza dal signor Ferdinando de Lesseps. Said Pascià lasciò un figliuolo di nove anni, Tusaun. burnii, suo nipote, gli succedette.
      SAI. V. Cereba.
      SAIDE lat. Sais, gr. lit«) (geogr. e stor.). — Capitale del nome saitico nel Delta ed eventualmente anche del Basso Egitto, sotto 31° 4' di lat. N.. sulla destra spooda del braccio Canopico del Nilo. Il sito dell'autica città viene determinato non solo dal nome della moderna città di Sa-el Hager, cbe ne occupa parte dell'area, ma eziandio da cumuli di rovine, corrispondenti nell'estensione all'importanza di Saide, almeno sotto gli ultimi Faraoni. La città era stata eretta artificialmente in alto, sopra il livello de) Delta, per essere fuori del limite delle inondazioni del Nilo, e serviva di segnale terrestre a tutti coloro che ascendevano i bracci del fiume, dal Mediterraneo a Meufi. I suoi ruderi non furono esaminati che assai imperfettamente , e nondimeno furono scoperte tracce del lago in cui venivano celebrati i misteri d'Iside, ed aucbe del tempo di Neilh o dell'egizia Miuerva, e della necropoli dei saitici re. Il muro di mattone crudo, cbe circondava i principali edifizi della città, aveva 20 metri di spessezza, e per conseguenza probabilmente almeno 30 di altezza, inchiudeudo uu'area lunga 770 e larga 650 metri. Oltre a questo recinto eranvi eziandio due grandi cimiteri, ano per i cittadini in generale e l'altro riservato ai nobili e sacerdoti delle classi superiori. Sotto un uu certo aspetto differivano i Saiti dagli altri Egizi negli usi di sepoltura, e seppellivano i loro re entro ai recinti dei loro tempii. La tomba di Amasi attrasse l'attenzione di Erodoto (il, 169); e Peam-metico, il conquistatore, e successore dell'or mentovato monarca, fu pur egli sepolto entro alle mura del tempio di Neitb. Saide era una delle città «we dell'Egitto, e le precipue sue divinrtà erano Neitb, che profferiva oracoli, ed Iside; ed i misteri della seconda bì celebravano annualmente cou istraordinaria pompa, alla vigilia della festa delle lampade, la terza, secondo Erodoto (n, 59), delle grandi feste del calendario egizio. Compie-vasi di notte, e chiunque intendeva di essere pre-Beute ai sacrifizi, era obbligato ad acceudere un dato numero di lampade all'aria aperta intorno alla propria casa Consistevano cotesto lampade o faci in tanti scodellini pieni di sale ed olio, in cui galleggiava un lucignolo, che ardeva tutta la notte. Erodoto sapeva bene in quale stagione dell'anno si celebrava simile festa, ma reputò illecito il dirlo (Herod., il, 62) ; ma era probabilmente o nell'equinozio di primavera od in quello di autunno, dacché riferivasi certamente ad uno dei capitali ri-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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