Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAINT-CHKISTOPHE - SAINT-CLOUDdel paese si unisce nell'Africa pur nanche la mancanza di grandi fiumi e di boschi e di alte montagne che sollevino vapori acquei e che muovano il freddo. Ma forse nou sarebbero sufficienti questi motivi di siccità e di calore per avere cambiato quella pianura dell'Africa in un cosi spaventevole mare di sabbia. Anche i molti oggetti pietrificati ed i kalktusti, terreni di animali marini che vi tro vano, fanno testimonianza che una qualche terribile rivoluzione della natura, come sarebbe un'alluvione dell'oceano, abbia privata della sua vegetante super ficie e degli argini di terre che vi esistevano, questa un tempo coltivabile pianura africana. Quando però sia avvenuto quest'importante fenomeno lo si ignora; simile epoca è sepolta profoudamente nella oscura caligine degli antichi tempi ». Potrebbe anche essere che un improvviso ritirarsi dell'oceano avesse lasciato quello che un tempo era suo letto, un deserto di arida sabbia.
      L'intera linea del deserto si divide in due parti: orientale ed occidentale. La parte occidentale ha il suolo composto di uno strato molto profondo di finissima polvere di sabbia, la qnale bene spesso dai venti fortissimi è messa in terribile movimeuto come le onde del mare, od è spinta innanzi a nuvole larghe e lunghe, ondeggianti, oppure è travolta a guisa di vortice formando enormi colonne di sabbia. Tali terribili burrasche riempiono i pozzi, turano le sorgenti, costringono i fiumi a mutar direzione al loro corso, oppure li fermano del tutto, in modo che le loro acque vanno poi a disperdersi nella sabbia ardente. È orribile l'immaginarsi la desolazione che assalisce le carovane quando si trovano esposte a quelle procelle, quando si trovano otturate, o tolte affatto alla loro vista le tanto desiderate ed indispensabili sorgenti, le sole che possano loro sommiuistrar acqua in quell'immenso deserto.
      Il terreno diminuisce alquanto nella parte orientale, per lo più coperta di sabbia più grossa e di ghiaja, oppure anche il suolo è tutto di argilla e roccia, vale a dire di pietra calcarea e sabulosa; di più, molte rupi di una grande altezza ne interrompono la unità della superfìcie. Qua e là si trovano sorgenti e laghetti, e cosi attorno a queste acque si formano le oasi, e bene spesso di non piccola estensione, con cittadelle e villaggi ; luoghi molto opportuni a servire di distrazione e ristoro per le carovane.
      Il clima del deserto è sempre caldo. Il calore naturale del clima vi è rafforzato non poco dal riflesso dei raggi solari sulle sabbie infuocate, e dal suolo di natura calcinosa; nè vi è luogo a certa refrigerazione durante il giorno, a causa del pulviscolo di finissima arena che continuamente occupa l'aria fino ad una certa altezza da terra, ed essendo quasi ardente, non solo vi conserva i)»calore, anzi in qualche modo lo alimenta. Le notti però sono fresche, ed anche alcune volte fredde; il vento notturno è tanto incomodo quanto il calore infiammato del giorno che rende affannoso il respiro ed opprime il petto quasi d'un peso che sembra voglia soffocare. Le pioggie tropicali non sono già costanti sul deserto, il quale è posto fuori dell'usata periferia in cui esse cadono; varii e brevi temporalivi avvengono dall'agosto all'ottobre. La scantona di pioggie porta pure con sè necessariamente che il suolo non possa rassodarsi, e rimanga perciò facile al vento di sollevare le particelle smosse sulla superficie dalle carovane. Al contrario, dove il suolo è argilloso, la superficie è dura come pietra, qua e là spaccato, ed affatto sterile. Avviene pure cbe in alcuni anni non bì vegga una stilla di pioggia ; in allora si disseccano le sorgenti, la siccità sten-desi fin nelle oasi, e la sete diventa desolante e mortale tra i miseri figli del deserto. In questo caso intiere carovane trovano colà una morte disperata e crudele; allora succedono feroci e sanguinosi combattimenti per impadronirsi di un poco d'acqua Talvolta pure avvieue che si estingua all'improvviso una sorgente che scorreva da secoli, e la carovana che arriva, ridotta ad uno Btato di desolazione, è costretta ricorrere all'estremo rimedio, di scannare cioè i camelli, onde trar fuori dai loro stomachi l'acqua e conservarla a sostenere la vita dei più che sia possibile fiuo alla prossima sorgente.
      Che un tal paese debba essere povero di naturali prodotti, è facile immaginarselo. Non si trova die qualche rara macchia di cardo spinoso, e l'arboscello della manna, non che una specie di tluiuo odorifero, il quale serve di nutrimento ai camelli : fuori di queste ed altre consimili piante, le quali pel loro forte carattere possono reggere allo spaventoso soggiorno di un suolo deserto inaridito da un cielo cocente, in ogni altra qualità di vegetazione sono esauste le forze della natura.
      Esistono le relazioni personali di parecchi viaggiatori che hanno percorso quelle inospite pianure, quali sono l'arabo Ebn-Batutali verso il secolo xm, e fra gli Europei contemporanei, Browne, H«»rne-mann, nella parte orientale, Lyon, Denham e Clap-perton, nella mezzana; e nell'occidentale, i naufraghi Brissou, Follie, Saugnier, Robert Adms, Alessandro Scott, Riley, Cechelet, e dopo di essi l'intrepido Caillé, i quali tutti ci hanno trasmesso la descrizione di quanto hanno veduto; ma nessuno di essi ci ha dato una complessiva descrizione di questo gran deserto, e siamo perciò costretti di risalire a Leone Africano, nella prima metà del Becolo xvi, onde trovare un sunto generale del Sahara per quel che spetta le sue divisioni geografiche. Rispetto all'etnologia, si può dividere il Sahara in tre grandi regioni, la più occidentale delle quali è occupata, sotto il nome volgare di Mori, da alcune tribù arabe dominanti, e talune sottomesse, appartenenti alla razza di Senega, migrata privatamente dall'Yemen, ma da lunga pezza naturalizzata fra le popolazioni berbere: una linea tirata da Tevat ad Aravan li separa dai Tuarici, che stendonsi a loro volta sino al meridiano di Murzuk, ove cominciano i Tibbù. Questi hanno a borea, oriente ed ostro varie tribù arabe, nelle quali non vuoisi però comprendere la popolazione berbera delle oasi confinanti col paese di Barca. Si fa salire ad un milione circa la popolazione sparsa sopra questa sterminata regione. Questi uomini, di color del rame e di robusta costituzione, sono per lo più feroci, guerrieri e perfidi. Parecchie tribù sono industriosissime e mettono con molta abilità in operat^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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