Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      1014 SAINT-CHKISTOPHE - SAINT-CLOUDsiamo per conseguenza nella completa ignoranza quale dei piccoli fiumi che sboccano in mare tra Locri e la Punta di Stilo sia da identificare col Sagra. Gli autori indigeni vi ravvisarono generalmente l'odierno Alato, ma neppur questo ha più titoli degli altri per essere identico col Sagra.
      Vedi: Romanelli (voi. i, p. 161) — Swinburne, Travels (voi. i, p. 340).
      SAGRA (liturg.). — Indica principalmente la cerimonia religiosa che i sovrani all'avvenimento al trono erano soliti compiere affinchè fosse loro impresso il suggello della Divinità; e diciamo principalmente, perchè cosi si dice anche talvolta la consacrazione dei grandi dignitari della Chiesa e la cerimonia della dedicazione dei templi; ma qui non ci faremo a parlarne che nel primo senso.
      A seconda dei tempi e dei luoghi, le cerimonie ed i riti che accompagoano la sagra dei re sono variate ; ma la consacrazione in se stessa si è sempre conservata uguale fin dai tempi antichissimi. In tutte le epoche il carattere religioso è stato condizione essenziale del possesso dell'autorità sovrana. Nella Scrittura vediamo Davide (V.) che dice al profeta Natan ed al gran sacerdote Sadoc d'andare a consacrare suo figliuolo Salomone e quindi rivestirlo delle regie insegne, per timore che Adonia suo figliuolo primogenito, del quale le pretensioni al trono gli davano molestia, si facesse anticipatamente consacrare dal gran sacerdote Àbiatar. Sanile stesso, quantunque eletto re tra tutte le tribù d'Israele per mezzo della sorte, venne però investito del potere solamente dopo che Samuele, il quale l'aveva già in secreto nnto re prima dell'elezione , l'ebbe di nuovo consacrato davanti all'adunanza del popolo. Venendo ad epoca a noi molto più prossima, alla fine cioè del medio evo, incontriamo altro simile fatto relativo ad un giovine principe che succede al proprio padre e non può raccogliere l'eredità paterna, impedito da madre barbara. Allorché, morto nel 1422 Carlo VI di Francia, e per opera d'intrighi e per forza d'armi gl'In glesi vollero trasferirne la corona sul capo di Arrigo VI, il popolo francese non si commosse a favor del suo legittimo monarca se non dopo che Giovanna d'Arco liberatrice d'Orléans ebbe condotto il delfino Carlo VII a Reims per farlo consacrare. Da quel punto l'esito della lotta è anticipatamente conosciuto, perchè il popolo che ha un re consacrato sorge a difenderlo, ed avvalorato dal clero inferiore e dagli ordini mendicanti, caccia dappertutto il nemico nazionale. Non solamente la sagra era la coudizione necessaria affinchè il sovrano fosse in tranquillo possesso del trono; ma tanta n'era la efficacia, che al popolo sembrava sacrilegio qualunque offesa all'unto del Signore. Quando Pipino s'impadronì della corona di Teodorico IV, sua prima cura fu quella di farsi consacrare da san Bonifacio arcivescovo di Magonza, onde sottrarsi alla sorte toccata ad uno di sua famiglia, Grimoaldo, il quale come lui aveva voluto prendere il posto dei discendenti di Clodoveo. Poscia, per rendere ancor più solenne la cerimonia, si fece nuovamente consacrare dal papa Stefano II quando si recò in Francia a chiedere soccorsi contro le pretensioni di Astolfo re dei Longobardi, e per meglio assicurare il tronoalla propria famiglia lece con sé consacrare i suoi due figli dallo stesso pontefice, che vietò ai Franchi, sotto pena di scomunica, di prendere mai altri re che Pipino ed i figliuoli di lui. Gli imperatori che succedettero a Carlomagno sul trono d'Occidente corsero a Roma a prendervi la corona imperiale facendosi consacrare dal papa. Sono divisi i pareri sulla questione insorta se i principi della prima dinastia di Francia siano stati consacrati, non rimanendone alcuna prova, e gli storici, quantunque raccontino che Stefano li consacrò Pipino alla maniera degli antenati, more majorum, non dicono da chi, dove e come quelli bì consacrassero, contentandosi di descrivere le cerimonie che si fecero a San Dionigi per il capo della casa carolingia. È noto che Carlomagno, consacrato prima in compagnia del padre, lo fu nuovamente nell'800 quando venne proclamato imperatore, ed il papa gli pose semplicemente sul capo la corona nell'atto che era in ginocchio a' piedi dell'altare, ed allora tutto il popolo si mise a gridare a d alta voce: Vita e vittoria alTaugu-sto Carlo, coronato per mano di Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani. Carlomaguo volendo unirsi all'Impero il figliuolo Luigi, fecegli prendere da se stesso la corona imperiale sull'altare, per far iutendere come da Dio solo egli l'avesse. Coll'inco-ronazione di Lotario I. figliuolo di Luigi il Buono, venue riconosciuto ne' papi una specie di diritto di inconare gl'imperatori, reudendo essi con ciò omaggio alla Santa Sede, mentre i re di Francia facendosi consacrare nella cattedrale di Reims, non prendevano la corona cbe da Dio. Tuttavia altri re si fecero consacrare altrove: Ugo Capoto a Noyon, suo figlio Ruberto a Orléans, Enrico IV a Chartres e Napoleone a Parigi, ciascuno di questi monarchi avendo motivi particolari per fare cosi. Ugo Capoto, poiché si era fatto proclamare a Noyon, temeva perdere un tempo prezioso andando alieiiiis, e la stessa città era divisa in due fazioni per la nomina di un arcivescovo, e intanto furono mandati deputati a Orléans per protestare contro tale incoronazione. Enrico IV si fece incoronare a Chartres perchè Reims era allora in potere di quei della lega. Napoleone poi, come quegli cbe fondava una nuova dinastia, aveva d'uopo di dare a questa cerimonia aspetto più magnifico cbe non i monarchi suoi predecessori, e con tale intendimento scelse Parigi, e vi chiamò a coronarlo il pontefice.
      Le cerimonie della sagra rimasero sempre presso a poco uguali; e furono tutte appoggiate ad un editto di Luigi il Giovine per quella del suo figlio Filippo Augusto. Prescrivevasi nel medesimo, oltre molte minute particolarità che omettiamo, che all'entrata del coro della metropoli si erigesse on trono abbastanza capace da coutenere i pari e gli altri grandi del regno; che il re fosse ricevuto pro-cessionalmente dal clero alla porta della chiesa, ed i più potenti baroni del regno andassero all'abbazia di San Remigio a prendervi la santa ampolla. Ciò fatto, dovevano cominciare le cerimonie : dopo che il re aveva giurato di mantenere le libertà della Chiesa, l'arcivescovo di Reims intuonava il TeDeumt durante il quale si ponevano sull'altare gli ornamenti reali presi dal tesoro di San Dionigi, poi il prelato ufficiante consacrava il re facendogli settet^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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