Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ioliAltri si sono valsi delYEdda per dedurne il sistema religioso de* Germani antichi ; altri vi s'affaticarono attorno per trovarvi concordanze con quello dei popoli orientali. L'Edda stessa però non conviene seco medesima nelle sue cosmogonie, indizio forse che dapprima divergesse la dottrina indigena dalle importate, fuse poi nella nuova compilazione: ma dice press'a poco.
      Assai prima che il mondo fosse creato, era un luogo chiamato Niflheim, e nel suo mezzo un abisso, dove sgorgavano impetuosi torrenti d'acque si fredde, che il ghiaccio accumulavasi sugli orli. A mezzodì n'era un altro, detto Muspelheim. tutto fuoco e Ince; e alla sua estremità abitava Sartr l'onnipotente, armato di fulmine e che al fiue delle cose verrà a vincere gli altri Dei, e distruggere la terra colle fiamme. Le faville che ne uscivano, toccando i ghiacci del Niflheim, li fondevano, e le goccie stillando animarousi in una razza di giganti. Tmer, primo di questi, si propagò facendosi uscire dall'ascella sinistra un uomo e una donna, e li nutrì col latte d'una vacca nata dal gelo squagliato, la quale pascevasi leccando le rupi salate coperte di ghiaccio. Il primo giorno cbe essa leccò, uscì dalla pietra una capellatura d'uomo, detto Bure, che generò Bor, il quale sposò Bestia, nata dalla prima coppia, e n'ebbe Odino, Vili e Ve. Questi divenuti Dei del cielo, uccisero Yiuer, il cui sangue fece un diluvio, dove annegò tutta la sua stirpe, eccetto Bergelmer, ossia il Vecchio del monte, che campato colla moglie in una barca, produsse nuova schiatta.
      I tre Dei, preso il cadavere di Ymer, fecero colla carne la terra, col sangue i fiumi e il mare che la circonda, colle o sa i monti, col cranio la volta del cielo, cui affissero alcune scintille tolte nel Muspelheim. Gli Dei abitarono YAsgard o Wal-halla; gli uomini il Midgard, sotto cui vaneggia l'Udgar, stanza dei giganti primitivi. L'arcobaleno è il ponte per cui comunicano gli abitauti dei due primi regni.
      Eccovi qui pure nella creazione l'unità, decomposta in una trinità di demiurgi, fra i quali Odino era il più conosciuto come creatore delle auime pegli uomini , potea più volte rinviarle in corpi umani, e da lui ricouoscevasi la vitalità, da Vili la ragione, da Ve il sensorio. Uua setta eterodossa venerava Thor, protettore de' Norvegi e dei Finnici. A Forseti aveva Odiuo commesso il giudizio dei morti, ma i caduti combatteudo immediatamente entravano nel Walhalla. Gli altri, non eletti al paradiso, abitavano YHelheitn, freddo e tenebroso mondo, ordinato come il nostro, dove continuavano nelle occupazioni usitate in vita; lo perchè le tombe si empivano d'armi, ori ed utensili, I vi reggeva Hel, dea metà biauca e metà uera come Ecate, che talvolta vedessi di notte fendere l'aria s'uua giumenta. Di là dall'Helheim stava un alto impero sotterraneo di Ban dea del mare e d'Oegir suo sposo, che colle loro nove figlie afferravano i naufraghi e cercavano mandar a picco i vascelli.
      L'alito di vendetta fa sentirsi di continuo nelle .Soglie. Uua fanciulla nel maggior fìtto della notte vieue a trafiggere l'amante che la deluse: una re-
      gina avvelena la donna di cui è gelosa: due sorelle procacciansi vesti di cavaiiero ed armadura, e vannò a vendicare l'ucciso genitore, e còlto l'assassino, il tagliaoo a pezzi, poi piangono assai quaudo hanno da confessarsi. La madre di Vonved induce questo a vendicar la morte del padre, ed egli va, trucida quanti incontra, i padri co' figliuoli, i cavalieri coi loro compagni ; e quando più non trova chi uccidere, dà il suo anello d'oro ad un pastore per farsi indicare il castello ove trovaruomini degni di sè: v'eutra a forza, atterra quanti vorrebbero arrestarlo, poi torna, e nella sua rabbia trafigge la propria madre e spezza il suo liuto, perchè nulla possa lenire gli eccessi del suo furore.
      Ivi incontransi molti nomi ed avventure, che poi sono riprodotti nella grande epopea dei Nibe lunghi (V.).
      Non è da questo luogo il cercar dalle Saghe la mitologia nomanna; e neppur qui vogliamo desumerne la storia di quei pirati famosi, che nel medio evo invasero l'Europa, e fondarono nuovi regni in Inghilterra, in Francia, nell'Italia meridionale con Tancredi d'Altavilla, in Russia con Rurico (V. Nor mannl). Basti dire, come la maggior parte hanno carattere eroico, ma indarno vi aspettereste fate benevole, o le cortesie cavalleresche dei nostri romanzi ne' tornei ; bensì pitture convenienti ad aspre indoli e rozze. Quaudo i tepidi venti sciolgono i luughi geli, l'islandese abbandona le coste natie sopra fragile barca, e coi seguaci suoi si avventura alle onde. Scontra un vascello? l'afferra, lo combatte, il mare va tinto di sangue; e i canti e le tazze solennizzano la vittoria del più forte o più fortunato. Talvolta due prodi consumano l'intera giornata in singolare couflitto, senza che l'uno all'altro prevalga ; onde deposta dal magnanimo cuore ogn'ira, ascendono lo stesso battello, e vanno di conserva in traccia d'avventure; ed afferrando alla prima spiaggia ove li portò il vento e la sfortuna degli abitauti, si dànno a saccheggiare ed uccidere. La preda non gli alletta tanto come la pugna e il Bangue; sangue e pugna sono l'ispirazione dei loro cauti ; il loro meraviglioso gigauteggia, or riferendo combattenti a otto mani , or giganti che uu cavallo solo non basta a portare, ora scudi incantati, fabbricati dai nani, ora spade che trapassano l'acciajo come tela fosse.
      E beato chi una lode ottiene da quei cantori! lo straniero giungendo all'Alting, domanda: — Ov'è quell'uomo famoso delle Saghe? » e i figli agognano d'emularlo; e appena si procacciarono un battello e qualche compagno, lanciasi sul mare alla preda e alla strage. Cadono nella battaglia? Odino gli attende nel Valballa. Un villano passaudo a sera presso la grotta ove era sepolto Gunnar, ode un rumore, e scorge un lume fra' massi che coprivano l'eroe: tornato col figlio di questo, vedono quattro fiaccole scintillare nel sepolcro, mentre l'estinto, coricato colle sue armi , ripete il proprio canto funebre, come Lodbrok nella fossa dei serpenti. Asmundr, dopo lungo conflitto, getta l'avversario per terra, e tenendolo con una mano robusta gli dice: — Non ti posso uccidere perchè non ho a lato la spada: mi prometti d'aspettarmi siuch'io vada per essa? — liO prometto », dic'egli ; e l'altrov^ ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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