Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SACRO-VERTEBRALE — SACY (ANTONIO ISACCO SILVESTRE DE)
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      perciò il dorso posteriormente ed alquanto dal suo lato, e lo erige allorché è piegato all'innanzi: dei fascetti che si inseriscono nelle coste, gli inferiori corrono all'abbassamento delle medesime; non così gli altri, i quali psjono avere un'azione opposta, o per lo meno concorrere a renderle fisse.
      SACRO VERTEBRALE (       SACROVIRO Giulio (biogr.). — Capo dei Galli, morto Del 21 dell'era nostra. Nipote di un nobile Eduo, il quale al tempo della conquista della Gallia aveva reso a Cesare servigi segnalati, concepì col treviro Giulio Floro il progetto di liberare il suo paese dall'oppressione romana. La cospirazione, che aveva ramificazioni in tutta la Gallia, scoppiò troppo presto ad Angers ed a Tours; ed essendo in breve soffocata, Sacroviro stesso, sollecito di allontanare ogni sospetto, fece ogni sforzo perchè l'ordine fosse ristabilito. Bentosto Giulio Floro si ribellò alla sua volta e fu vinto. Finalmente Sacroviro, alla test» di alcune migliaja di congiurati, s'impadronì di Autun per sorpresa. La lontananza delle legioni romane gli permise di concentrarvi un esercito di quaranta mila uomini, la quinta parte dei quali regolarmente armati. Tutta la Gallia trasalì all'annunzio di quella sollevazione; i Sequani si apprestavano a prender parte alla sommossa, quando il loro territorio fu devastato da C. Silio, che con due legioni s'avanzò contro Sacroviro. L'incontro ebbe luogo in una pianura a 30 chilometri da Autun. Al primo urto i Galli cedettero; i soli gladiatori, coperti d'intiere armature, fecero qualche resistenza: Sacroviro, co' suoi più fedeli amici, ricove-rossi prima ad Autun, poscia, temendo di essere fatto prigione, in una delle sue case di campagna, ove pugualos8i, ed i suoi compagni, messo fuoco alla casa, rimasero spenti. Cosi fini un'insurrezioue, le cui proporzioni erano a Roma state esagerate al punto di rianimare le speranze dei nemici di Tiberio. - Vedi tacito, Annali (in, 40-46).
      SACY (di) Luigi (biogr.). — Giureconsulto, nacque a Parigi nel 1654, e come probo avvocato ch'egli era, si acquistò grande riputazione. Per tutta la vita coltivò le lettere , di cui era amantissimo ; e morì il 20 ottobre 1727 in età di settantatre anni, lasciando di sè grande desiderio. Pubblicò varie opere, di cui alcune sono ancora tenute in pregio. Sono esse una traduzione delle Lettere di Plinio il giovine (per la quale gli vennero aperte le porte dell'Accademia Francese), fin ad ora, non che superata, neanco uguagliata da altro; una versione del Panegirico di Trajano; un Trattato dell'ami cieìa, che dedicò alla celebre marchesa Lambert, alia cui conversazione era assiduo ; un Trattato della gloria, ora affatto dimenticato, come la sua Raccolta di dispute.
      SACY (Luigi Isacco LE MAISTRE de) (biogr.). - Nipote del celebre Arnauld (V.) di Porto Reale , edegli stesso uno dei solitari! di quell'illustre abbazia, nacque a Parigi nel 1613. Compiuti i suoi studii al collegio di Beauvais, si dedicò alle lettere ed alla pratica di tutte quelle virtù che gli sembravano necessarie per disporsi a ricevere degnamente il sacerdozio. Ordinato sacerdote all'età di trentacinque anni, no* andò guari che fu scelto per essere direttore spirituale delle religiose di Porto Reale, cui diede in dono tutti i suoi averi, riserbandosi solamente modica pensione pei suoi particolari bisogni e per non essere del tutto privo di mezzi da far elemosina. Perseguitato come giansenista, fu catturato e messo alla Bastiglia, d'onde usci solamente tre anni dopo, cioè nel 1669. Nuovamente perseguitato quando si venne alla distruzione dell'abbazia, si ritirò presso il marchese di Pomponne, suo parente, e mori nel 1684. Sacy era virtuoso e caritatevole, ma si attirò molti nemici pel modo assoluto e fiero con cui sostenne le sue opinioni. Lasciò egli molti scritti, di cui parecchi in versi, che mostrano come ad ingegno eminente accoppiasse assiduità di lavoro. Non tutti furono pubblicati col suo nome, perchè spesso coprivasi col velo del pseudonimo: diede una traduzione in versi dell' Imitazione di Cristo, sotto il nome di Breuil, priore di Saint-Vaal. La quale abitudine di nascondere il proprio nome fu cagione che gli venissero anche attribuite opere altrui, siccome la Storia del Testamento Antico e Nuovo detto di Royanmont. Altre sue opere sono un Poema dell'Eucaristia, traduzioni in versi degli inni inseriti nelle Ore di Porto Reale, la versione del poema di san Prospero contro gl'ingrati, ecc. Ma l'opera che gli procacciò maggiore riputazione è la celebrata versione della Bibbia, che cominciò quando era alla Bastiglia e non ebbe tempo di terminare.
      SACY (Antonio Isacco SILVESTRE de) (biogr.). — Uno dei più celebri filologi moderni, nacque a Parigi il 21 settembre 1758; era figlio di un notajo per nome Silvestre, ch'ebbe la disgrazia di perdere quand' era fanciullo , fu soprannominato de Sacy per distinguerlo dai suoi due fratelli, ed al presente solo per questo soprannome è conosciuto. Di buon'ora diede non dubbie prove di quella prodigiosa attività per lo studio, per cui un giorno doveva essere il primo orientalista d'Europa. In età di ventitre anni si era già fatto conoscere per lavori cbe gli procacciarono l'impiego di consigliere del re alla Corte delle monete, e quattro anni dopo il titolo di socio dell'Accademia delle Iscrizioni. Sopraggiunta in Francia la rivoluzione, Sacy, il quale non approvava le nuove dottrine, si ritirò in campagna, e quantunque colà facesse celebrare ogni domenica la messa in sua casa, per la benevolenza in cui era per le sue belle maniere presso i contadini dei contorni, non che venire denunziato, fu tinche esente dalle comandate. La Convenzione avendo poi istituite, con decreto del 2 aprile 1795, scuole di lingue orientali alla Biblioteca nazionale , Sacy fu eletto professore di arabo, e nel 1806 gli fu pure aggiunta la cattedra di persiano al Collegio di Francia. Fin allora Sacy era sempre vissuto privatamente, occupato ne' suoi lavori e dedito tutto all' insegnamento ;*ma nel 1808 cominciò la sua carriera pubblica : gli elettori di Parigi lo deputa-


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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