Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SACCO - SACCOCCIE o TASCHE GUTTURALI
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      dall'autore (Roma 1610, in-12°); De ratione libros cum profeciu legendi (Ingolstadt 1609, 1611, in-8°), opera spesso ristampata e tradotta in francese, Moyens de lire avee fruit (Parigi 1785, in-12°) ; Modus utiliter studendi (Wurtzborgo 1614, in-12°) ; De vita P. Cani sii (Iugolstadt 1616, in-4°); Historia Soc. Jesu, in cinque parti, in-fol. ; dopo aver pubblicata la prima (Roma 1615), che è opera d'Or-landini, Sacchi ui compose le quattro seguenti, ma non potè dare in luce cbe la seconda (Anversa 1620); le tre altre comparvero dopo la sua morte a Roma i (1651 e 1661): questa storia è scritta con grande purezza di lingua e in bello stile ; Protrepticon ad magistros scholarum inferiorum Soc. Jesu; Para-nesis ad eosdem (Roma 1625, 2 voi. in-12*); Sermoni; una versione italiana della Vita di Paolino di Nola per Rosw^yde, ecc.
      Vedi Sotwel, Scriptor. Soc. Jesu.
      SACCO (art. mil.). - È una Balla (V.) composta per lo più di una tasca di tela di mediocre capacità, che si empie di terra odi sabbia, e serve ad inalzare un parapetto tumultuario od a racconciare alla meglio una rottura fatta dal cannone nemico. Narra Vegezio cbe i Persiani solevano nel porre il campo ripararsi tutto all'intorno con sacchi di terra.
      Chiamasi poi sacco di lana una grossa balla di lana, la quale serve a riparo ed a fortificazione di un luogo.
      SACCO (geogr.). — Comune nel circondario di Vallo della Lucania, provincia di Salerno, con 1642 abit.
      SACCO Giuseppe Pompeo (biogr.). — Medico, nato il 14 maggio 1634 a Parma, ove mori il 23 febbrajo 1718. Ricevette a diciott'anni il doppio diploma di dottore in filosofia e in medicina. Dopo aver professato dal 1661 medicina teorica a Parma, fu chiamato nel 1694 a Padova, e vi ottenne, col titolo di professore, quello di presidente dell'Università. Nel 1702 riassunse la sua cattedra a Parma, e l'occupò sino alla morte, quantunque negli ultimi suoi anni avesse perduto la vista. Abbiamo di lui: Nova methodus febres curandi (Ginevra 1683, in-8°; Venezia 1695, in-8°); Novum systema medi-cum ( Parma 1693, in-4"); Medicina iheorico-practica (ivi 1696, in-fol.); Medicinapract. (ivi 1717, in-fol.).
      Vedi : Giornale di Venezia (xxxii, 467) — Nice-ron, Mémoires.
      SACCOCCIE o TASCHE GUTTURALI (veter.). - Cosi si appellano due ampii sacchi membranosi, sovrapposti l'uno all'altro, e formati dalla membrana mucosa, la quale, dopo d'avere tappezzata la tromba o tuba eustachiana (iter a palatu ad aures), esce dalla sua fenditura o apertura inferiore, e scendendo si allarga, in guisa da poter formare quei dne ampii serbatoi. Trovansi sospese contro la base del cranio, corrispondendo in alto al corpo dello sfenoide ed all'apofisi basilare dell'osso occipitale, ed inferiormente si pongono allato della laringe e della fariuge, e giungono più o meno in basso, verso l'estremità inferiore della parotide. Souo munite di due orifizi, di cui il superiore, molto piccolo, risponde alla tromba eustachiana, e l'inferiore, assai più ampio, comunica colla faringe, ed è detto apertura gutturale. La mucosa che le costituisce è più resistente e spessa di quella cheveste la tromba d'Eustachio e la cassa del timpano, ed è invece più debole e più sottile della mucosa della faringe, costituendo cosi un punto di transizione tra queste due mucose. In istato fisiologico trovasi dessa spalmata da alcune mucosità segregate dalle sue ghiandole, oppure discese dalla timpanica cassa, ed è provveduta di un sottilissimo strato di epitelio vibratile cilindrico, le cui ciglia furono dal prof. Velia viste vibrare ventisei ore dopo la morte dell'animale. Si è molto discorso dagli scrittori di zootomia per istabilire il genere di funzione a cui questi organi sono chiamati, e le principali opinioni emesse a tale riguardo salgono al numero di sei : 1° si ammette che le saccoccie gutturali altro non sono che una mera modificazione della tuba eustachiaua, la quale sarebbe necessaria acciocché nelle rapide corse l'aria possa rinnovarsi nella timpanica cavità, od in altri termini costituisca un mezzo diretto ad assicurare la funzione dell'udito, il qual pensamento fu creduto errato, perchè in tutti i casi ed anche gravissimi di raccòlta di materia puruleuta, o di introduzione nelle medesime di corpi stranieri, non si è mai osservato il menomo disturbo in quella funzione ; 2° si crede da molti che cotesti serbatoi servano alla fonazione, perfezionaudo il nitrito, locchè non è ammissibile, perchè il taglio delle medesime non induce modificazione alcuna nel nitrito, e perchè non offrono desse differenza alcuna negli asini e nei muli, in cui ben diversa suona la voce; 3° si dice cbe servano a deviare l'aria, e scemare in tal modo l'urto troppo vivo della stessa contro i bronchi e cellule bronchiali, ma quest'opinione non è accettabile, perchè si è potuto dimostrare con appositi esperimenti che l'aria non penetra in esse nell'atto della inspirazione; 4° si disse che abbiano per uso di modificare le condizioni dell'aria inspirata, senza specificarlo, epperciò senza darne la voluta ragione; 5° si ammise che facciano l'uffizio di cusciuetti elastici destinati ad attutire le scosse prodotte dai violenti moti della testa, locchè in fin dei conti non è che una mera ed insostenibile supposizione; 6° infine si è accertato cbe questi serbatoi servano in precipuo modo alla respirazione, empiendosi d'aria espirata, epperciò carica di gas acido carbouico, che cacciano nelle fauci nell'atto della inspirazione: ed ecco come si spiega il loro importante officio. Allorché l'animale si dà in preda alle più veloci andature, si accelerano grandemente i moti della respirazione, e l'ossigeno dell'aria atmosferica, in troppa gran copia introdotta nei polmoni, li eccita molto, e potrebbe esser causa di gravi disor-! dini, ad ovviare ai quali servirebbe appunto l'acido carbonico che, cacciato dalle saccoccie gutturali, nell'atto in cui l'animale opera l'inspirazione, si frammischia alla colonna aerea proveniente dalle nari, e ne tempera l'azione troppo eccitante. Quest'opinione, ultimamente manifestata dal prof. Pe-rosiuo, sembra dover essere accettata, perchè corroborata da una lunga serie d'esperimenti, e da i convincenti prove di fatto. Esso infatti fece perire ' molti cavalli asfittici, turando loro le narici e la bocca, ed ebbe sempre a d osservare all'apertura cadaverica quei serbatoi enormemente distesi dall'aria ; praticò un'apertura alla trachea, quindi al*
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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