Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      §78
      SACCtìlNI ANTONIO MARIA GASPARE - SACCfìlNt FRANCESCO
      di eloquenza sacra, donde uscirono alcuni brillanti predicatori. Egli era membro dell'Istituto di Bologna e dell'Accademia di Mantova. La musica fu lo studio principale della sua vita, e scrisse le opere seguenti: Del numero e delle misure delle corde musiche e loro corrispondenze (Milano 1761, in-8°): egli trattò lo stesso argomento nella dissertazione latina intitolata Specimen theoria musica, inserita nei Comment. dell'Istituto di Bologna (1791, t vii); Dell'antica lesione degli Ebrei (ivi 1776, in-8°); Della divisione del tempo nella musica, nel ballo e nella poesia (ivi 1770, in-8°) ; Della natura e perfezione dell'antica musica dei Greci (m 1778, in-8°>; Vita di C. Broschi (Farinelli) (Venezia 1784, in-8°); Don Placido, dialogo (Pisa 1786, in-8°): apologia dell'autore in risposta a coloro cbe consideravano il gusto della musica come incompatibile coi doveri della religioue ; Vita di B. Marcello (Venezia H88, in-8°), tradotta dalla notizia latina delle Vita Ita-lorum del Fabroni'; Continuazione del Salterio Mar-celliano (Parigi 1790, 4 voi. in-fol.). Il busto di Sacchi, eseguito dal Franchi, è stato posto nella sala dell'Istituto di Bologua.
      Vedi : Lombardi, Storia della letteratura italiana — Forkel, Biblioth. musicale — Fótis, Biogr. univ. des musiciens — Tipaldo, Biogr. degl'ltal. illustri.
      SAGGH1NI Antonio Maria Gaspare biogr.). — Celebre compositore di musica, nacque a Napoli secondo alcuni, e secondo altri a Pozzuoli il 23 luglio 1734, mori a Parigi il 7 ottobre 1786. Era figlio di poveri pescatori, e fu ammesso giovinetto al Conservatorio di Sant'Onofrio, ove studiò il violino, e divenuto discepolo di Durante, apprese l'armonia e il contrappunto. Ebbe acondiscepoli Piccinni e Guglielmi. Morto Durante, lasciò ilfOonservatorio e si diè all'insegnamento del canto, scrivendo a quando a quando operette in dialetto napolitano per teatri di secondo e terz'ordine, per le quali nullameno levò di sè gran rumore; Roma infatti lo invitò nel 1762 a scrivere un'opera per l'Argentina, che destò fanatismo. Pose quivi stanza per sett'anni, ne'quali scrisse per varie città opere serie e buffe. Il felice successo de\Y Alessandro nelle Indie, che fu rappresentato a Venezia nel 1768, gli procacciò la carica di direttore del Conservatorio deU'Ospeda-letto in quella città, ove divenne il rivale di Galuppi e il maestro e l'amico della celebre Gabrielli. Datosi alla musica di chiesa, seppe imprimere ai cauti religiosi quel carattere sublime che rapisce l'anima senza traviarla, e la dispone alla meditazione e alla preghiera. Burney lo conobbe a Venezia nel 1770. Godeva egli allora di gran fama, e aveva da poco composto pel teatro di Padova il Scipione in Cartagine, cbe ebbe gran successo. Benché a soli trentasei anni, aveva già composto quaranta opere serie e dieci buffe. Chiamato a Londra, per opera dell'illustre suo ammiratore Burney. vi diede il Montezuma, il Perseo, il Cid, Tamerlano, Nitteii ed altre opere, nelle quali la ricchezza degli accompagnamenti non pregiudica mai all'effetto della voce, ed in cui tutto sembra facile, perchè nulla vi è forzato. In mezzo ai trionfi, la sua salute ri-sentivasi del clima di Londra. Gli accessi di gotta, cui andava soggetto, lo determinarono a lasciar 1'iughilterra, da cui, per le spese eccessive cui siera abbandonato, partiva quasi senza fortuna. Condottosi a Parigi nel 1782, ove la felice riuscita di una sua composizione (VIsola d'amore, tradotta in francese col titolo La Colonie) destato aveva il desiderio di possederlo, fu dall'imperatore Giuseppe lì, allora in Parigi, accolto con benevolenza; i contrassegni di stima di che gli fu largo, la memoria che serbava di alcuni suoi motivi, cui piace-vasi di gorgheggiare in sua presenza, contribuirono validamente a farlo accettare al teatro dell Opera. Rinaldo, Chimene e Bardano, che vi scrisse successivamente , non poterono vincere l'indifferenza che il pubblico opponeva a tutto ciò che non era 'di Picciuni o di Gluck; e tale cieca preoccupazione impedì di gustare uua quantità di pezzi musicali cui la ricchezza e l'eleganza dell'orchestra abbellivano di un fascino tutto nuovo. Non fu cosi d'Edipo a Colono, composto pel teatro di Versailles, e che, di tutte le opere del Sacchini, è la più stimata. 11 patetico del poema, commovendo gli spettatori, li rese giudiei del merito grande della musica, in cui il canto, e persino il recitativo hanno un'espressione, un'energia che sembrano far dimenticare le parole. La riuscita di tale composizione fu non meno compiuta che straordinaria, ed avrebbe fatto scordare all'autore i già sofferti affanni, se i suoi nemici preparati non gliene avessero di nuov i. Impie-garousi mille mezzi, o meglio raggiri, per impedire le rappresentazioni Edipo, lo si fe' escludere dal repertorio di Corte, e si operò in modo di occultare Botto l'apparenza di una disgrazia le fila di una trama odiosa. Sacchini non fu insensibile a tale affronto. Avrebbe voluto sottrarvisi tornando in Inghilterra; ma una morte immatura Io colpì in età di cinquantadue anni. Coloro che l'avevano perseguitato in vita riunironosi a rendergli onori dopo morte ; tutti gli artisti di Parigi assistettero alle sue esequie; gli fu letto l'elogio funebre, inciso il ritratto da parecchi artisti, e il Caradori, statuario del granduca di Toscana, scolpì il suo busto per la cappella del Pauteon di Roma.
      Scrisse con purezza ed eleganza, e trovò nella strumentazione magici effetti cou mezzi semplicissimi. Nessun compositore della scuola antica d'Italia ha dato più del Sacchini grazia e dolcezza alle arie; iu generale sono esse notevoli altresì per la spontaneità delle melodie. S'ei lasciato non avesse che VEdipo a Colono, chiaro sarebbe il suo nome nella storia dell'arte.
      Hesmart, membro delia Società dei Figli di Apollo, pubblicò un Elogio di Sacchini (Parigi 1787, in-8°), e Framery un altro ne fer inserire nel Giornale enciclopedico di Bouillon del 15 dicembre 1786. In questo e nella Biografia universale de'musici del Fétis, all'articolo che lo riguarda, troverà il lettore l'elenco delle opere.
      SACCHINI Francesco (biogr.). — Storico, nato nel 1570 a Paciono presso Perugia, morto il 16 dicembre 1625 a Roma. Nel 1588 abbracciò la regola dei Gesuiti, professò rettorica a Roma, e coprì per sette anni l'impiego di segretario del p. Vitelleschi, generale dell'ordine. Abbiamo di lui: In funere J. F. Aldobrandini principis Ecclesia oratio ( Roma 1602, in-4°) ; Vita B. Stanislai Kotska (Ingolstadt 1609, 1611, in-8*; Lione 1616, in-12°); tradotta in italiano
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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