Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SACCHI ANDREA - SACCHI GIOVENALE
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      egli ci fa sapere che trovavasi in Genova (Novella cli e cixxvii). Maturo d'anni, che già toccava il cinquantesimo sesto, andò in Bologna, oome conta egli stesso (Novella xxxviii). Quando si combatteva la guerra fra Carlo e Lodovico d'Angiò e la peste infieriva in Italia, Franco, mentre tutti fuggivano, entrava ad assumere l'ufficio di priore della repubblica e vi rimase i due mesi di marzo ed aprile dell'anno 1383. In quell'anno fu fatto anche degli Otto. Appresso fu successivamente podestà a Bibbiena, a San Miniato, a Faenza, chiamatovi da A8torre Manfredi. In giovanissima età il Sacchetti compose versi che lo fecero annoverare fra i migliori imitatori del Petrarca. Ma non è da questi versi che ritrasse la sua celebrità, poichò essi somigliano, quale più, quale meno, alla infinita colluvie di rime amorose onde Italia per più secoli venne inondata. Una sua cantilena, scritta in morte del Petrarca suo contemporaneo, al dire del Cor-niani (I secoli della letteratura italiana), è veramente degna di questo nome, poiché- la maggior parte dei versi che la compongono non sono che linee rimate, senza misura e senza ritmo. Gli altri suoi componimenti sono a un dipresso dello stesso valore. Tutto al più puossi dai medesimi ricavare qualche dizione 0 qualche frase di lingua. La fama d*»l Sacchetti proviene affatto dalle Novelle, cbe gli assegnarono posto onorevole nelle lettere italiane. Gli argomenti di queste sono attinti alla storia contemporanea dell'Italia, soprattutto di Firenze; e dalle medesime vennero conservati parecchi tratti caratteristici che servono a schiarire i costumi di quel tempo. A mo' d'esempio, il Denina riferisce nelle sue involuzioni d'Italia una novella del Sacchetti , la quale sparge molta luce sulla origine dello scisma d'Occidente. Egli poi, perla sua qualità di magistrato fiorentino, che lo pose in grado di accostare i più celebri personaggi del suo paese e dell'Italia, e specialmente essendo vissuto in un tempo di grandi avvenimenti politici e religiosi, potè nelle sue novelle farci conoscere famigliar-mente alcuni personaggi importanti, talché i più celebrati storici fiorentini, come il Poggio, l'Ammirato, il Vasari, il Baldinucci ed altri, non hanno sdegnato di attingere a tale sorgente. Le sue Novelle, come dicemmo, versano in gran parte su argomenti storici, e distinguonsi per festività notevole, per brio che mai nou vien meno, per quell' atticismo fiorentino insomma, che tanto alletta negli scrittori del treceuto. Oltre a queste belle doti, hanno l'altro pregio non minore, di essere dettate in istile piano, rimoto da quel fare soverchiamente cou torto, e tutto calcato sul latino, che incontrasi nel Boccaccio. 11 Sacchetti si diparti dal Certaldese con molta sua lode, sebbene lo imiti poscia nella parte men lodevole, in alcune oscenità, di cui pare cbe goda imbrattare le sue carte. Ma ad ogni modo il suo libro ò rimasto un monumento di stile a confronto degli scrittori che amano andare sciolti dalle pastoje della pedanteria; e come monumento di stile, le Novelle del Sacchetti vengono citate dagli accademici della Crusca, che le raccomandano di più siccome un modello da seguire. Oltre le Novelle\ pubblicate ultimamente iu 2 volumi con note giudiziose in Firenze (Le Monnier), il Sacchetti Nuova Encicl. Ital. . Voi.
      lasciò altri scritti, che rimasero lungo tempo inediti, fra'quali 49 Sermoni evangelici, che discorrono con bello stile e schietta pietà sopra i vangeli di tutta la quaresima fino all'ultima festa di Pasqua ; Lettere, Poesie, Scritti varii, pubblicati con note ed una dotta prefazione di Ottavio Gigli (Firenze 1857, Le Monnier). Di che età, e in quale anno morisse il Sacchetti, non apparisce abbastanza : altri pone l'epoca della sua morte al 1400, ed altri al 1410. Ad ogni modo il nome di questo insigne novellatore e cittadino non ò ignobile splendore pel paese che vide nascere Dante, Michelangelo e Galileo.
      SACCHI Andrea (biogr.). — Pittore, nato in Roma l'anno 1600, fu scolaro dell'Albani, eccellente disegnatore, e forse il miglior coloritore che dopo i tempi di Raffaello vanti la scuola romana. Nato per il grandioso e pel sublime, non isdegnò di scendere al delicato ed al gentile, qualunque volta lo richiedeva la qualità dell'argomento. Gravi sembianti , atteggiamenti maestosi, larghi e semplici paneggiamenti, severo colorito formano il complesso del suo stile, entro al quale non di rado vedesi frammischiata la tenerezza di quello del maestro ; tutto nelle sue opere spira dignità e quiete ; tutto è vero, tutto scelto, tutto grandioso. Nel comporre non usa mai copia grande di figure, ma. come Alfieri fece nelle tragedie, egli ne'suoi dipinti introdusse le più necessarie e seppele collocare con tanto senno, che ognuna par proprio fatta per quel luogo dove sta e non altrimente. Di questo egregio artefice parlò poco vantaggiosamente il Mengs; perché, sdegnando le cose troppo minute, lasciò, ad esempio degli antichi statuarii, alcune parti indecise : ma basta vedere il san liomtlhldo fra i suoi monaci per iscordarsi la pedantesca critica del pittor sassone. Questo dipinto si annovera tra i quattro migliori quadri che ha Roma. Bellissimi sono pure il Transito di sant'Anna a San Carlo a Catinari, il sant'Andrea al Quirinale, il san Giuseppe a Capo le Case. Vuoisi pur ricordare la volta del palazzo Barberini, maraviglioso fresco che sorprende e supera il vicino del Cortonese, se non nel colorito, nell'espressione e nella scelta. Sono anche alcuni suoi belli dipinti in Perugia, Foligno e Camerino. Ebbe il Sacchi in Roma fioritissima scuola, dalla quale uscirono valenti artisti, tra cui Carlo Maratta, perocché alle cognizioni di pittore aggiungeva le più profonde filosofiche teorie, e il dono di sapere con bell'ordine e con facilità comunicare le sue idee. Suo scolaro fu pure il di lui figliuolo Giuseppe.
      SACCHI Giovenale (biogr.). — Scrittore e compositore, nato il 22 novembre 1726 a Barsio, villaggio presso Como, morto il 27 settembre 1789 a Milano. Fanciullo ancora, fu inviato a Milano e posto sotto la sorveglianza d'uno de'suoi zii, dotto medico ohe fecegli fare buoni studii presso i Barnabiti di quella città. Avendo abbracciato la loro regola, si consacrò all'insegnamento e professò prima rettorica a Lodi, e dal 1749 eloquenza al Collegio dei Nobili a Milano. Egli spingeva l'adempimento de'suoi doveri religiosi fino allo scrupolo, e siccome la debolezza della sua salute non avevagli permesso di diffondere, come avrebbe desiderato, la parola di Dio, fondò nella sua propria congregazione una scuola XIX, _ 62
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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