Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      mSACCHETTI FRACCO
      l'assalto di una città, il generale avrebbe trovato molti argomenti per tradurre la licenza in necessità, in diritto. Era quello che avveniva allorquando, per animare l'ardore dei soldati, promettevaBi il sacco della città, e la divisione del bottino. Trista conseguenza di quel sistema di ordinamento militare che negli eserciti radunava la feccia delle popolazioni, e disonorava il nome di soldato, rendendolo sinonimo a quello di masnadiero. Non parliamo delle compagnie di ventura, di quelle accozzaglie di saccheggiatori che devastarono specialmente l'Italia, bensì vogliamo richiamare alla memoria i fatti di quei Lanzichenecchi, o Micheletti, o Pandori, alla cui mercè fu per tanto tempo abbandonata l'Europa. I saccheggi di Roma, di Magdeborgo, e quello rammentato del Palatinato Renano bastano a dimostrare le conseguenze di fatto della tolleranza di principii ammessa dal Vattel.
      Anche a questo riguardo la civiltà ottenne un servigio grandissimo dalla rivoluzione francese. Già gli ordinati eserciti di Federico II avevano dato l'esempio d'un più umano ordine di guerra, ed avevano mostrato di poter nondimeno riuscire vinci tori. I principii. che i cittadini hanno una personalità distinta dallo Stato, che non devonsi ritenere solidali degli errori o delle iniquità tutte di chi governa, che le proprietà private vanno rispettate, quali si 8ieno gli obblighi della nazione in genere, principii predicati dai filosofi, riconosciuti da quei Bovrani che chiamavansi Giuseppe li o Leopoldo I, avevano già cominciato a fruttare. Ma le ultime loro conseguenze si svilupparono nelle guerre della Repubblica e dell'Impero. Soldati invasi dall'entusiasmo per la patria, o trasportati dall'amore della gloria, non avevano bisogno d'essere eccitati al valore colla prospettiva del bottino. Si riconobbe che conveniva meglio amicarsi il popolo fra il quale la guerra era combattuta, di quello che colle crudeltà crearsi un nemico da cui era difficile salvarsi. Divenuto principio che la guerra deve avere per iscopo di ottenere al più presto e alle migliori condizioni una pace durevole, si conobbe che gettare semi di odii profondi, o spingere alla disperazione il nemico, non era il mezzo più proprio a finire la guerra, o a mantenere la pace. E ne vennero tutti quei miglioramenti nel sistema di ostilità, i quali oggidì sono proprii degli eserciti delle civili nazioni, e rendono sacre le proprietà del nemico.
      Di tal modo, ciò che altra volta poteva essere diritto, e fu non di rado motivo di gloria, divenne oggidì reato, che Codici militari puniscono colla morte (Cod. pen. mil. ital., art. 256). Il saccheggio non è più sotto alcun aspetto e in nessun caso considerato cor-e mezzo di guerra. Contribuzioni regolari, e corrisposte con buoni o promesse di pagamento, tengono luogo degli incerti guadagni prodotti dalla brutale violenza. Per certo i danni della guerra non sono spariti, nò mancano anche oggidì esempi di barbarie che disonorano chi ha in mano la forza e ne abusa sopra inermi popolazioni : ma il grido d'indignazione che si solleva contro i colpevoli rende ogni giorno più rare le atrocità altra volta inseparabili dalla guerra. Ed è a sperare che anche sul mare, ove pur troppo la civiltà par piìì difficile a praticarsi, gli stessi principii otter-
      ranno in breve un compiuto trionfo (V. Bottino e Preda)."
      Sotto un altro aspetto le leggi penali prevedono il saccheggio e lo puniscono, cioè a dire come reato comune. Una turba briaca spinta da basse passioni, o cieco strumento della vendetta altrui, si getta sulle messi raccolte, sulle legna ammucchiate nella proprietà di taluno, ruba, devasta ciò che non può trasportare, usa violenza: o una frotta di popolo eccitata dal lungo bisogno, o dall'improvviso rincaro delle derrate, irrompe sul mercato e mette tutte le merci a sacco e a rovina. Sono atti violenti contro la proprietà che la legge non può lasciare impuniti: e il Codice italiano ne colpisce gli autori colla reclusione non minore di cinque anni, o coi lavori forzati a tempo (art. 670). Per un mite riguardo alla ignoranza del popolo minuto, la pena non può eccedere i cinque anni di reclusione per coloro che furono vittime essi stessi di provocazionf, o di subdole sollecitazioni. Ma la massima severità colpisce i rei che guastarono e saccheggiarono granaglie o farine o vini, oggetti di prima necessità.
      Tre elementi sono necessarii a costituire questo reato: - saccheggio di cose mobili, — commesso con unione o banda di persone, — e con aperta violenza. Se taluno ne manca, il reato cambia specie, e diviene guasto di cose immobili, o furto, o altra violazione della proprietà. Benché la violenza sia elemento necessario, nondimeno il Codice pone anche il saccheggio fra i reati che violano la proprietà, questa violazione essendo il fiue del reato stesso. Cotesto metodo è perciò preferibile a quello di talun Codice germanico, che dimenticando le regole della classificazione dei reati, pone il saccheggio fra i crimini di violenza pubblica, facendo prevalere uno dei mezzi di cui si servì il reo, allo scopo ultimo che egli 8i prefiggeva.
      SACCHETTI Franco (biogr.). - Cittadino illustre e valentissimo scrittore, figliuolo di Benci d'Uguc-cione, della nobilissima famiglia Sacchetti nemica degli Alighieri. In qual anno nascesse non ve n'ba memoria certa, e il Bottari molto ragionevolmente conghiettura che potesse essere intorno l'anno 1335. S'accese di vaga donna, di cui celebra nei suoi versi le bellezze e le virtù, e con questi, spesso accompagnati da soave melodia, di cui fu maestro, si fece signore di quel cuore per ben ventisei anni, come racconta egli stesso in un sonetto e anche nella Novella cxi. Da questo sonetto, scritto ventiquattro o venticinque anni dopo il 1354, che fu quello in cui prese in moglie Maria Felice di Niccolò Strozzi, il Bottari crede potersi inferire costei essere l'amata da lui. La morte tolse a Franco il conforto di una compagna che per ventitre anni gli alleviò le cure della famiglia, e rimasto nel 1377 in età ancor fresca, per avere a chi dare il governo della famiglia, fece sua la Ghita di Pietro Gherar-dini ; ma rimasto di nuovo vedovo, non la vecchiezza, sì l'amore dei figliuoli Io condusse ad ammogliarsi con Giovanna di Francesco di Ser Santi Bruni. Fu opinione del Bottari, alla quale ci accostiamo volentieri , che Franco nella sua giovinezza si fosse dato alla mercatura, e che viaggiasse a tal fine in Schiavonia. Era aucor giovanissimo quando i Genovesi furono sconfitti alla Loiera di Sardegna, edv^ ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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