Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SABINO - SABINO GIULIO
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      inviato da Cesare con tre legioni contro gli Unelli, Cnriosoliti e Lessovii (in Normandia), capitanati da Yiridorice. Riportò una grande vittoria contro quest'ultimo, e tutti gli Stati insorti si Bottomisero alla sua autorità. Nel 54 av. Cr. Q. Titurio Sabino e L. Auruncuiejo Cotta posero le stanze d'inverno nel territorio degli Eburoni con una legione di cinque coorti. Ma eglino non aveano appena dimorato oolà quindici giorni, cbe furono assaliti da Ambiorice e Cativolco. In quest'occasione Sabino non die prova della stessa risolutezza di Cotta, e la sua fatale determinazione di affidarsi al salvo-condotto di Ambiorice fece si che le truppe romane,
      del pari che Sabino e Cotta, furono distrutti in una imboscata (C®s., B. G., ii, 5; Svet.,; Gas», 25; Liv., Epit., 106). L'annessa medaglia fu coniata da un Titurio Sabino, ma è incerto chi fosse.
      SABINO (Sabinus) (biogr.). — Poeta, contemporaneo éd amico di Ovidio, noto soltanto da due passi delle opere di quest'ultimo. Da uno di essi (Am., ii, 18, 27-34) apprendiamo che Sabino aveva scritto risposte a sei delle Epistola Heroidum d'Ovidio. Tre di esse sono stampate in molte edizioni delle opere di quest'ultimo, ma la loro genuinità è dubbia, e possiamo anzi affermare con certezza che furono scritte da uu dotto moderno, Angelo Sabino, intorno al 1467. L'altro passo di Ovidio in cui Sabino è mentovato (ex Pont., tv, 16, 13-i6), allude ad una delle risposte suddette, e c'informa somigliantemente dei titoli di due altre opere di Sabino:
      Quique suam Troezena imperfectumque dierum Deseruit celeri morte Sabinus opus.
      Fu conghietturato da Glàser che il Trcezen qui citato era un poema epico contenente l'istoria della nascita e delle avventure di Teseo fino al suo arrivo alla Corte del padre in Atene, così detta da Trcezen patria di Teseo, e che il Dierum opus era una continuazione dei Fasti d'Ovidio. La lettera dal Ponto, in cui è mentovata la morte di Sabino, essendo scritta nel 15 dell'éra volgare, ei mori prò» labilmente poco prima di quest'anno. Per ulteriori notizie su questo poeta, vedi Glàser, Ber dichter Sabinus, nel Rheinisches Museum ( 1842, p. 437,ecc.).
      SABINO M. Celio (Sabinus M. Calius) (biogr.). — Giurista romano che succedette a Cassio Longino. Egli non era il Sabino da cui i Sabiniani derivarono il loro nome. Celio Sabino fu nominato console da Ottone, e Vitellio salendo al trono non cassò la nomina. Il suo consolato appartenne all'anno 69. dell'éra nostra, quando a Vitellio successe Vespasiano. Scrisse un'opera Ad edictumadi-liutn curulium (Geli., iv, 2; vii, 4). Nel primo di questi due passi Gellio mentova l'opera di Celio (in libro quem de edicto adilium curulium compo-&uit) ; e Celio cita qui Labeone. Le stesse parolea un di presso sono date da Ulpiano (De adilicio edicto, Dig. 21), ma egli cita soltanto Sabino ed omette il nome di Labeone. Nel secondo passo Gellio cita le parole di Celio intorno all'uso di vendere gli schiavi con in capo il pileo quando il venditore non volea guarentirli; e quantunque l'opera sull'editto non sia qui citata, par certo che questo estratto deve essere da questo libro di Celio. Pare inoltre cbe Celio abbia scritto altre opere (Dig. 35). Non v'ha estratti di Celio nel Digesto, ma egli è spesso citato alle volte come Celio Sabino, ed alle volte col nome di Sabino soltanto.
      SABINO (lat. Sabinus, gr. 2a6Tvo?) (biogr.). — Medico ed uno de' più illustri fra gli antichi commentatori d'ippocrate, visse prima di Giuliano (Galen., Advers. Julian., cap. hi, voi. xvm), e fu maestro di Metrodoro e di Stratonico, sì che deve essere vissuto verso l'uscita del primo secolo dopo Cr. Galeno lo cita di frequente ed impugna alcuna delle sue opinioni, ma concede nell'istesso tempo, ch'egli e Rufo Efesio (citati comunemente insieme) compresero il significato d'Ippocrate meglio della più parte degli altri commentatori (Galen., De ord. libr. suor., voi. xix, p. 58). Non è noto se Sabino commentasse tutta la raccolta ippocratica; le citazioni in Galeno riferisconsi soltanto agli Aforismi, Epidemie, De natura hominis e De humoribus; ed Aulo Gellio ha preservato un frammento del suo commentario sul trattato De alimento {in, 16>.
      Vedi Littré, (Euvres d'Ippocr. (voi. i, p. 101, ecc.).
      SABINO (lat. Sabinus, gr. Safrvo;) (biogr.). — Sofista e rettorico, fiorì sotto Adriano, e scrisse un'opera in quattro libri, intitolata Kìdayo^ x* ò:ro6É<Tei< neXrnjTtxr,; GXr,?, in un coi Commentarli su Tucidide, Acusilao e alcuni altri autori, del pari che altre opere esegetiche (Suid., s. v.). Pare fosse nativo di Zeugma, dacché Snida ne dice che Sergio di Zeugma scrisse un epitafio per suo fratello Sabino il sofista (Suid., S. V. Sspyto;).
      Nella greca Antologia v'ha un solo epigramma d'un altro Sabino in imitazione di Leonida di Taranto. Non è noto con certezza s'ei fosse identico al precedente (Brunck, Anal., voi. u, p. 304; Ja-cobs, Anthol. grac., ni, p. 18, ecc.).
      Un terzo Sabino d'Eraclea nella Tracia e seguace dell'eresia di Macedonio fu uno dei primi scrittori sui Concilii ecclesiastici. La sua opera intitolata SuvaYoy^i twv SuvoSwv è citata spesso da Socrate e da altri storici ecclesiastici (Socr., B. E., i, 5. ecc.). Pare vivesse intorno la fine del regno di Teodosio II, che regnò dal'423 al 450 (Vossio, De hist. grac., pp. 307, 314, ecc.; Fabr., Bibl. grac., xm, p. 182).
      SABINO Giulio (biogr.). — Era un principe Gallo, del paese dei Lingoui (Langres), il quale disputò l'impero a Vespasiano. Intieramente sconfitto, e volendo sottrarsi egualmente e al rigore e alla clemenza del vincitore, immaginò un mezzo singolare di salvarsi la vita. Ritirossi in una delle Bue case di campagna, licenziò tutti gli schiavi ed i famigli, e non tenne con sè che due liberti, nei quali aveva una particolare fiducia, che non fu punto tradita. Mise il fuoco alla casa e si credette che fosse perito nell'incendio. Il sincero dolore di Eponina, di lui moglie, ingannata anch'essa in questa credenza, terminò di convincerne il pubblico. Sabino erasiv^ ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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