Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      Quest'eresia allargossi con tutto ciò non pur nella Cirenaica, dove era surta, ma nell'Asia Minore eziandio e nella Mesopotamia, e persino a Roma. Sant'Epifanio (Hcer., xlii o lxii). Fu essa nel iv se-cplo rimessa in campo da Fotino, ed è anco al presente la dottrina professata da' Sociniani.
      Il Beausobre non mancò di scusare i Sabelliani. Comecché, così egli, la costoro dottrina trovisi in aperta opposizione colla Scrittura e sia stata a buon diritto condannata, gli è forza nondimeno convenire che l'origine sua fu innocente, siccome di quella che procedeva dalla tema di moltiplicare la Divinità e ricondurre il politeismo; e lo prova con varii testi. Onde questo critico dovette scusare pur anco i Sociniani, i quali protestano ed operano pel medesimo motivo de' Sabelliani, e jsi giovano quasi degli stessi argomenti per combattere i mi steri della Trinità e dell'Incarnazione. Ogni eresia, a suo avviso, è condannabile, tuttoché manifestamente contraria alla Scrittura, purché ascrivere si possa a un motivo innocente ed anco religioso. Egli però non fa lo stesso giudizio dei pretesi errori da lui attribuiti ai Padri della Chiesa ed ai cattolici: questi non meritano grazia veruna, certamente perché derivar non si ponno da motivo innocente o dettato da religione. Questa chiama il Beausobre imparzialità voluta dall'equità; imparzialità ben più atta, dic'egli, a ricondur sul retto sentiero gli eretici, che non giudizi temerarii ar rischiati contraessi senza corredo di prove, e la cui ingiustizia suol farli avversi (Hist. du Manich 1. ni, c. 6, § 8). È noto se l'imparzialità del Beausobre sia riuscita ad operar deile conversioni fra i Sociniani, i Quacheri, gli Anabatisti, ecc.
      Mal fecero, secondo lui, i Padri a porre i seguaci di Sabellio tra i Patri passi ani. L'error sabel-liano, diceva egli, stava nell'annichilare la personalità del Verbo e dello Spirito Santo; in questa ipotesi la Trinità altro non ò che la natura divina considerata sotto la triplice idea di sostanza, pensiero e volontà o azione. È il pretto giudaismo, come dice acconcissimamente san Basilio. Secondo questa stessa dottrina, Gesù Cristo è Figliuolo di Dio perchè fu concepito di Spirito Santo; il Verbo o la sapienza di Dio, attributo inseparabile dal Padre, dispiegò sua possa in Gesù , gli rivelò le verità cbe doveva insegnare agli uomini, e gli conferì la podestà di operar miracoli. Il perchè l'unione del divin Verbo colla persona di Gesù non è una anione sostanziale, ma di virtù solamente. L'incarnazione fu una pura operazione della Divinità, una effusione della sapienza e virtù di Dio nell'anima di Gesù Cristo. In tale sistema non può dirsi as solutamente che Iddio Padre, una Persona divina o la Divinità ha patito in Gesù Cristo. In che seuso ponno i Sabelliani esser chiamati Patripassiani, mentre sostenevano essere la Divinità impassibile? Quest'accussa mossa dal Beausobre ai Padri si regge sopra tre false supposizioni: la prima che gli eretici s'esprimessero sinceramente ; la seconda che fossero a sè consentanei nel ragionare, e non si contraddicessero: la terza, che i loro discepoli ne avessero conservato fedelmente i sentimenti e le espressioni, cosa non accaduta mai a veruna setta.
      4 1° Se il divin Verbo non è persoaa, ma un attributo solamente o un'operazione del Padre, puossi egli, senza abusar maliziosamente di tutti i vocaboli, dire del Verbo quel che dice san Giovanni, che il Verbo era in Dio, ch'era Dio, che ha fatto ogni cosa, ch'è la vera luce la quale illumina ogni uomo che viene in questo mondo, ch'era nel mondo, che è venuto fra' suoi, che si fece carne, abitò in noi, ecc.: ovvero le parole di san Paolo: t Iddio era in Gesù Cristo riconciliandosi il mondo, ecc. ? » E' bisognava nondimeno che Sabellio dicesse tutto questo o rinunziasse al nome di cristiano; se dice-vaio, non poteva intendersi che del Padre quanto viene attribuito al Verbo, poiché il Padre è la sola Persona divina o il solo principio d'azione, giusta il suo sistema. Era dunque forza dire che il Padre s'è incarnato, ha patito, è morto, ecc., come si dice del Verbo.
      2° Sappiamo da Teodoreto {Beerei, fab., lib. il, c. 9), che Sabellio, considerando Iddio nell'atto di fare il decreto eterno di salvare gli uomini, riguar-davalo come Padre; quando questo medesimo Iddio , s'incarnava, veniva al mondo, pativa, moriva, lo chiamava Figliuolo; allorché riguardavalo qual santificato re degli uomini, nomavalo Spirito Santo. È credibile che Teodoreto avesse letto le opere di Sabellio o quelle dei discepoli di lui: perchè s'avrà egli a rigettarne la testimonianza? Abbiamo qui sempre il Padre che è creduto fare e patire quel che ha fatto e patito Gesù Cristo.
      3° Supposto che nè Sabellio nè i partigiani suoi avessero ciò detto, resta a sapere che cosa abbiano inteso i Padri sotto il nome di Patripassiani; se indicar vollero eretici che insegnarono formalmente e in termini proprii che Dio Padre ha patito, potrebbero aver torto; forse nessun eretico affermò chiaramente una proposizione siffatta: ove avessero soltanto inteso eretici dalla cui dottrina consegue chiaramente e necessariamente che Iddio Padre ha patito, chi avrebbe ragione di biasimameli?
      Il Beausobre riprende anche Origene per aver detto confondersi dai Sabelliani la nozione di Padre e di Figliuolo, e considerarsi il Padre ed il Figliuolo come una sola ipostasi (Comment. in Matth.). Doveva dirsi, prosegue il nostro critico, che considerano il Padre e il Verbo, e non il Figliuolo come come una sola ipostasi : i Sabelliani mai non diedero al Verbo il nome di Figliuolo, perocché reputavamo come un attributo o una proprietà della natura divina. Ma diedero a G. Cr. il titolo di Fi-gliuol di Dio nel senso che in lui risiedeva la sapienza di Dio. In questo caso dovrebbero i Sabelliani riformare altresì il linguaggio di san Giovanni, il quale dice: Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi, e abbiam veduto la sua gloria, gloria come dell' Unigenito del Padre. Ecco il Verbo appellato, chiaramente che nulla più, Figliuolo di Dio. È egli ben certo che i Sabelliani non affettarono mai di esprimersi in cotal forma? Veramente avrebbero dato in contraddizione ; ma, torniamo a dire, non ci ha eretico al quale ciò non sia intervenuto.
      Oltrecchè, nulla osta che s'intenda in tal senso la frase d'Origene. Questi eretici confondono la nozione di Padre e di Figliuolo, poiché fanno una sola Persona del Padre e del Verbo, che noi colla
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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