Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      notati i Sabei come discendenti da Cus, figlio di di Cam, e sembra che una delle tribù di cui si componevano sia discesa da Saba figlio di Cus; un'altra da Jectan figlio di Abramo da Cetura ; ed un'altra da Saba figlio di Rama (il Regma della Vulgata, 'Peyjxdt dei LXX). In cotesto albero genealogico il punto più materiale si è quello della pura razza semitica de' Sabei. I profeti ebrei vanno d'accordo nel celebrare la statura ed il portamento, le imprese e ricchezze di cotesto popolo, non dissentendo in ciò da Agatarchide, che dice i Sabei forniti di belle corporature (AaTot à^oXoywxepa. Psalm. ixxi, 10; Isaia, xlv, 14; Ezechiele, xxvu, 22, 23; xxxvm, j 13). Pare che nelle regioni meridionali da essi abitate si occupassero molto del commercio, mentre al N., alle frontiere dell'Idumea conservarono le abitudini predatorie dei nomadi (Plin., vi, 28, s. 32; Job., li, 15). La regina del S. ossia dell' Yemen o i della Sabea testò mentovata, fu probabilmente araba Bovrana ; e si può qui avvertire che Yemen e Saba hanno quasi l'istesso valore, significando ciascuno di essi la mano destra, imperocché se uno volge il vi so a levante, ha alla dritta il mezzodi ; e per questa ragione Y Yemen o Saba, considerato lunga pezza qual limite meridionale della zona abi tabile è la mano sinistra o terra meridionale. Un fiume Sabi nella Caramania ed una catena di montagne Sabo, all'imboccatura del golfo Persico (Ar-rian., Pcriplus M. Eryihr., #pT) f^iara XeyófiEva 2a6a; Ptol., vi, 7, § 23, indicano evidentemente l'estendersi dei Sabei oltre all'Arabia Propria. Cbe giungessero fino al lido orientale de) Mar Rosso, gli è probabile, per la ciscostanza ch'era quivi una città, detta Sabu o Sabe, 58 chilom. circa al S. di Poduu, sotto 14° di lat. N. (Ptol., vi, 7, § 38; v, 22, § 14; Mela, iii,8, § 4; Herod., in, 107-13; Forster, Geogr. i of Arabia, voi. i, p. 24-38). jIl primo a nominare i Sabei, tra i greci scrittori, ; bì è Eratostene, le cui notizie però ci rappresentano cotesto popolo più recente di quello venga considerato da Artemidoro o da Agatarchide, ch'è la principale autorità per Strabone nel suo racconto dei Sabei. Diodoro Siculo confessa d'altra parte di aver compilate le sue narrazioni sui libri storici dei re egizi, consultati da lui nella biblioteca di Alessandria (Diod., ìli, 38, 46). Gli ò fuor di dubbio cbe Erodoto, sebbene non li nomini, descriva i Sabei ¦ in varii passi, parlando degli Arabi, popolo il più ! meridionale della terra, secondo le idee di quei tempi (Herod., il, 86; m, 107-13). Il commercio dell' Yemen colla Fenicia e coll'Egitto sotto i Faraoni deve aver reso familiare in tutti i porti del Mar Rosboo del Mediterraneo orientale il nome dei Sabei. Gli Egiziani importavano droghe in gran copia, perchè se ne servivano nelTimbalsamare i cadaveri; ed i Fenic ii n'esportavano per i me rcati della Siria, dacché i profumi sono stati in tutti i tempi fra gli oggetti più ricercati di lusso appo gli Orientali e tra i più popolari medicamenti. All'epoca di Tolomeo, nel secondo secolo d. C., il loro commercio colla Siria e coll'Egitto, veicoli delle sete e spezie tanto ricercate in Roma, fece si che i Sabei venissero introdotti nell'orbita dei geografi scientifici, ed in generale dei letterati e dei dotti. Ed ecco per conseguenza nei romani poeti molti sebbene
      vaghi ceuni dell'opulenza e del lusso dei Sabei, che vengono costantemente indicati cogli epiteti di molles, divites, beati (Catull., xi, 5; Propter., li, 10, 16, 29, 17; ni, 13, 8; Virgil., Georg., i, 67; il. 150; JEnetd., i, 416; Horat, Carm., i, 29. 2; u, 12, 24; Epist., i, 6, 6; ib., 7, 36; Statina, Silv., iv, 8, 1; Seneca, Hercules Oet., v, 376). La spedizione di Elio Gallo, nel 24 av. C., può per certo aver contribuito a far conoscere più da vicino l'Arabia meridionale ai Romani; ma le loro cognizioni erano assai circoscritte, e si appoggiavano meno sui fatti cbe sui rumori del lusso e delle ricchezze de' Sabei. , Plinio ed i geografi ne hanno miglior contezza, ma questi pure hanno idee erroneissime dello stato fisico o commerciale di cotesta nazione, perchè a dir vero la Sabea, ossia l'odierno Yemen non fu visitato dagli Europei se non appena dopo la scoperta del I Capo di Buona Speranza. Posto adunque che i Sabei sieno stati uu popolo sparso ampiamente sur un tratto di paese stendentesi dal Golfo Persico al Mar Rosso, e protraentesi fino alle frontiere del deserto nella penisola Arabica, giovi esaminare i motivi della riputazione di lusso ed eccessivo benessere. Parte della loro ricchezza era certamente indigena; rifornivano l'Egitto e la Siria, fino dai tempi più remoti, d'incenso e di aromi ; ed essendo fertilissimo il suolo dell' Yemen, prendevano in cambio dai loro vicini grano e vino non già, bensì preziosi metalli. Nè le droghe erano nondimeno la sorgente principale delle loro ricchezze, giacché ebbero essi eziandio per molti secoli le chiavi del commercio indiano, facendo da mediatori tra l'Egitto e la Siria, come questi due paesi servivano d'intermezzo al traffico fra l'India e l'Europa. Durante il regno de' Faraoni in Egitto non era stato I fatto alcun tentativo per disturbare il monopolio f dei Sabei nelle Indie, ma sotto i Lagidi, Tolomeo ; Filadelfo fu il primo degli egizi sovrani, nel 274 av. C„ che profittò per il suo Stato dei vantaggi del Mar Rosso e de'suoi porti. Stabilì egli a tal uopo l'emporio indiano a Miosormo {Myos-Hormos, o Veneris Portus, oggi forse Abusciar) od Arsi noe, e sotto i suoi successori, porto congiunto con Copto sul Nilo mediante un canale, partecipò agli utili di cotesto lucroso commercio. Ma i Sabei non avevano perduto neppure in coiest'epoca gran che dei { primi loro esclusivi guadagni ; non continuarono ! più lunga pezza, gli è vero, ad essere gli esportatori delle merci indiane per l'Egitto, ma le ricevevano sempre dall'Iudia stessa ; e ciò per la semplice ragione che le flotte egizie non si spingevano più in là del porto di Sabbata o Mariaba, mentre i Sabei, ancora molto tempo prima dell'escursione marittima di Nearco (nel 330 av. C.), si perigliarono coi monsoni sull'Oceano fino all'isola di Ctylan ed alla costa del Malabar. Le loro navi erano di maggior portata delle ordinarie barche mercantili dei Greci, ed i loro marinari erano più abili ed intrepidi dei Greci, i quali bì ritrassero impauriti, come ben ricorda la storia, dall'Oceano Indiano. La rotta dei navigatori sabei era lunghesso la marina della Gedrosia, dacché Nearco riconobbe bu quelle spiaggie molti nomi arabici di luoghi, e prese a Passem un pilota pratico di quelle acque. Mano mano che cresceva il lusso nelle città siromacodo-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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