Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      sua volta Rutilio del medesimo delitto. Noi conosciamo i titoli di sette orazioni di Rutilio, delle quali però nulla fu preservato: 1. Adversum Scau-rum; 2. Pro se contro Scaurum, recitate amendue nel 107 av. Cr. (Cic., Brut., 30); 3. Pro lege sua de tribunis militum, recitata quando era console nel 105 av. Cr. (vedi Fest., s. v. Bufuli tribuni)', 4. De modo cedificiorum, per por freno alla smania di rizzare edilizi sontuosi, recitata probabilmente durante il suo consolato (Svet., Aug., 89) ; 5. Pro L. Ccerucio ad popuìum. Tempo e soggetto ignoti ; 6. Pro se contro publicanos, recitata nel 93 o 92 av. Cr. ; 7. Oratio fata ad Mithridatem regem (Piut, Pomp., 37). Egli scrisse altresì un'autobiografia in ciuque libri almeno (Tacit., Agric1), citata da Carisio (pp. 69, 100, 105, ecc.), da Diomede (pagina 371, ecc.) e da Isidoro (Orig., xxu, li), ed un'istoria di Roma in greco, contenente una rela-zioue della guerra numantina, in cui aveva servito, ma non snppiamo qual periodo comprendesse.
      Vedi: Meyer, Orator. roman. fragmenta {p. 265) — Krause, Vii ce historic. roman. (p. 227).
      RUTILIO Rufo Publio {biogr.). — Soprannominato Lupo, console l'anuo di Roma 662, si condusse malamente nella guerra sociale, e trascurò per orgoglio o per diffidenza i consigli di Mario suo pa-reute, il quale per ragioni degue di un grau generale, gli proponeva di temporeggiare: Rutilio volle dar la battaglia e la perdette unitamente alla vita.
      RUTILIO Lupo (biogr.). V. Lupo Rutilio (stor. lett.ì.
      RUTILIO Bernardino {biogr.). — Nato a Cologua tra Veroua e Viceuza, viveva nel principio del secolo xvi. 11 cardinale Niccolò Rodolfi gli fu protettore e lo fece suo commensale. Rutilio, di cui Paolo Giovio parla con lode, aveva iucominciato diverse opere. Egli mori a Veuezia verso il 1537. Aveva pubblicato: Decurta in qua varii auctorum veterum loci emendantur, habenturque annotutiones in Ci-ceronis epistolas familiares (Veuezia 1528, in-4°). Senza dubbio è questa l'opera che Lipenio nella sua Bibl. juridica dinota col titolo di Le dura ma-tutinee et vespertince, come stampata a Veuezia, senza che però indichi nò la data nò la forma. La Decuria, di cui non è fatta menzione nò in Koenig nè in Moréri, fu ristampata a Basilea nel 1537, in seguito all'altra opera del medesimo autore: Veterum jurisconsuliorum vi tee (Roma 1535, in-8°; Lione 1538, in-8°; Strasborgo 1538, in-8°; Basilea 1537, in-4°). In quest'ultima edizione havvi l'opera di Fichard. Il libro di Rutilio, che venne ristampato parecchie altre volte in varie raccolte, e che è pure compreso in quella intitolata Tractatus ma-gnus universi juris (Venezia 15S4, 28 voi. infoi.), ha qualche merito a cagione della c difficoltà del lavoro e delle ricerche di cui uopo fuvvi per rintracciar la memoria di tante persone che il tempo avea cancellata quasi ; perocché, aggiuuge Baillet, quanto all'esattezza della critica ed alla cognizione della storia bì farebbe beuissimo di cercarla altrove ». Baillet, che non conobbe l'edizione del 15fó, dice che la prima è del 1537 ; corretto non venne da Monnoie e fu copiato da Moréri. Se, come dicono alcuni biografi, Rutilio era giovane molto quando mori nel 1537, avrebbe dovuto pel primo suo scritto j essere collocato fra i Fanciulli celebri nel trattato 1
      di Baillet, o almeno in quello di Klefecker sugli Eruditi primaticci.
      Vedi la dissertazione di G. B. Sabbioni intitolata De'letterati Colognesi, inserita nella Raccolta di Calogerà (tomo x.v).
      RUTIL1T0 (miner.). — Varietà di granato, contenente titauio.
      RUTILO G. Marcio (biogr.). — Uno de' plebei preclari che otteuue i supremi uffici dello Stato poco dopo la promulgazione delle leggi Licinie. Fu console la prima volta nel 357 av. Òr. con Cn. Manlio Capitolino, e guerreggiò contro gli abitauti di Pri-verno, di cui s'impadronì, ed ottenne per conseguenza un trionfo. L'anno seguente fu nominato dittatore per continuare la guerra contro gli Etruschi. Fu questa la prima volta che un plebeo consegui questa dignità; e i patrizi se ne sdegnarono si fattamente, che, nonostante il pericolo, frapposero ogui ostacolo agli apparecchi per la guerra. 11 popolo però provvide a Rutilo tutto che gli abbisognava, e lo pose in grado di entrare in campo con uu esercito ben rifornito. Il dittatore plebeo sconfisse gli Etruschi con grande strage, ed avendogli il Senato ricusato il trionfo nonostante una si splendida vittoria, ne celebrò uno per comando del popolo. Nel 352 ottenne il cousolato una seconda volta con P. Valerio Publicola, e nell'anno seguente fu il primo censore plebeo. Fu console per la terza volta nel 344 con T. Manlio Torquato, e per la quarta volta nel 345 con Q. Servi ho Ahala. Nell'ultimo anno, che fu il secoudo della guerra sannita, Rutilo stanziava in Campania e scopilfrale truppe romane una cospirazione formidabile, ch'ei sedò co' suoi savii provvedimenti prima che scoppiasti (Liv., vii, 16, 17, ecc.). Il figlio di questo Rutilo prese il soprannome di Censorino, che soppiantò intieramente nella segueute generazione quello di Rutilo e divenne il nome della famiglia.
      RUTILO (miner.). — Il rutilo, che i mineralogisti hauuo anche chiamato coi nomi di titano ossidato, titanite, titano rutilo, schorl rosso, schorl porporino, nadelstein o titano aciculare, sagenite o titano reticolato, e cri spi te, è un minerale quasi esclusivameute composto di acido titanico, e tinto di un rosso brunastro, qualche volta misto di giallo. Il rutilo è capace di scalfire fortemente il vetro; é infusibile al cannello; ha un peso specifico di 4,209 a 4,291 ; si compone di 97,60 a 98,70 di acido titanico, con 1,30 a 1,53 di ossido di ferro; e si presenta in cristalli, in masse aciculari ed in masse fibrose.
      I cristalli di rutilo sono trasparenti, translocidi od opachi, e consistono d'ordinario in prismi ottagonali , in prismi riuniti per le loro estremità in numero di due, di tre, ecc.; la forma primitiva i un prisma a base quadrata, di cui un lato della base è all'altezza come 1044 a 675.
      II rutilo aciculare esiste sotto forma di aghi sottili, di alcuni centimetri di lunghezza-, tali sono gli aghi che si veggono inceppati nel quarzo di Madagascar, come pure nei campioni che provengono da Ekaterineubourg in Siberia e da Criao-larich in Iscwzia. Questi aghi, per lo più scanalati, sono qualche volta tinti di uu rosso splendente o di un rosso cupo.
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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