Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUTEBEUF - RUTENIO
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      e perciò dentato o fesso o spartito; petali rarissimamente nulli, per lo più in numero eguale ai sepali, ordinariamente nnguicolati,distinti, raramente coDginnti in una corolla monopetala; disco carnoso ghiandoloso, proveniente dal ricettacolo, avvolgente l'ovario, e che porta esternamente i petali, supe riormente gli stami; stami ordinariamente in numero doppio dei petali, ed in tal caso o tutti fertili od alternativamente sterili, raramente in numero triplo dei petali; carpelli ordinariamente eguali in numero ai petali, talvolta in minor numero per aborto, ora distinti, ora congiunti assieme alla base o per tutta la loro lunghezza; stilo nascente dal centro degli ovarii, unico, diviso in stimmi eguali in numero agli ovarii, e perciò fatto di altrettanti stili quanti sono gli ovarii, ma assieme congiunti : capsula a tre o quattro o cinque cocche disgiunte verso la sommità, cbe si aprono per la sutura anteriore, rarissimamente per la posteriore, ordina-riameute a molti semi; placeutarii assili; semi sospesi od adnati, reniformi, scrobicolati, non arillati; albume carnoso; embrione inchiuso, arcato, coi cotiledoni fogliacei. Le specie comprese in questa famiglia, poco numerosa, sono tutte proprie del l'antico mondo, e distinte per uu odore più o meno penetrante, dovuto ad un olio volatile separato du ghiandole varie, di che sono esse munite.
      RUTEBEUF (biogr.). — Trovatore del secolo tre dicesiuio, del quale poco o nulla sappiamo, tranne che traeva origine dalla Sciampagna. Egli compose cinquantasei poesie di diverso genere, fra le qual il Brame ou miracle de Théophile, la Vie de saintc Marie VEgyptienne e la Vie de sainte Elisabeth de Hongrie. Rutebeuf è uno scrittore disuguale, rude e troppo spesso affettato, ma è un poeta in pari tempo pieno di brio, d'originalità e di energia, e in generale i suoi versi hanno il carattere del l'ispirazione: la satira è il suo vero elemento: principi , papi, prelati, baroni, borghesi, avvocati e persino i villici, tutte insomma le classe sociali sono da lui censurate ; ma gli è soprattutto contro gli ordini religiosi ch'egli scaglia i suoi più acuti epigrammi. Giocatore sfrenato, Rutebeuf dipinge al vivo e con forza e verità il carattere di questa funesta passione. 11 suo stile, malignamente semplice per solito, assume dignità quando chiama i crociati in Terrasanta o piange la morte di quelli che caddero in Palestina. Il ritmo in Rutebeuf non è men variato de' soggetti che tratta, e le sue opere dimostrano che fin da' tempi di san Luigi l'arte di verseggiare era sottoposta a regole numerose e complicate. Una delle sue composizioni porta il titolo singolare di La mort ou la repentance de Rutebeuf, ed ò seria, grave, rasseguata si, che fa supporre ch'egli, a somiglianza di non pochi altri poeti provenzali, cercasse nel claustro la pace che non avea potuto trovare nel mondo. Jubinal dice che Rutebeuf morì nel 1286.
      Vedi: Jubinal, (Euvres complètes de Rutebeuf (2 voi. in-8°) — Chabaille, Journ. des savants (1839).
      RUTELA. (zool). — Genere d'insetti coleotteri peiituujeri della famiglia dei lamellicorni, tribù degli scarabei appartenente all'America meridionale.
      RUTENE (chim.). — Sinonimo d'idruro di rutile, o di audecile, detto anche rutilene.
      RUTENI. V. RussniachJ.
      RUTENIO (chim.). — Corpo metallico indicato da Osann nel 1828, e definitivamente isolato da Claus nel 1845. Trovasi questo metallo nei residui di platino di Siberia, cioè nelle materie costituenti il residuo che si ottiene trattando i minerali di platino di Siberia coli'acqua regia per estrarne il platino.
      U metodo seguito da Claus per separare il rutenio dagli altri metalli coi quali è accompagnato, consiste nella calcinazione dei residui di platino col salnitro, affine di produrre un rutenato potassico, ossia una combinazione di ossido rutenico colla potassa, ed in una serie di trattamenti per la via umida e per la via secca, aventi ad iscopo di togliere successivamente l'osmio, il ferro, l'iridio, il rodio, ecc. che sono compresi nei detti residui, ed ottenere alla fine un cloruro rutenico-potassico, che, riscaldato in una corrente d'idrogeno, perde il cloro del cloruro di rutenio, e fornisce rutenio metallico che rimane commisto col cloruro di potassio. Laonde non si ha che a lavare con acqua il residuo dell'azione riducente dell'idrogeno, perchè il cloruro potassico si disciolga, e rimanga il rutenio metallico io formadi un a poi vere grigio-scura.
      11 rutenio trattato col borace nella fiamma del cannello si agglutina debolmente, e forma una massa analoga al platino spugnoso, ma non comunica traccia di colorazione al vetro nel fuoco di ossidazione. L'ossido rutenico ridotto nella stessa maniera produce un metallo grigio-chiaro dotato di lucentezza metallica. È metallo che appartiene all'ultima sezione di Thénard, e si accosta per somiglianza di qualità all'iridio, come questo si approssima al platino. Tra i metalli che accompagnano il platino, esso è quello che possiede più forte l'affinità rispetto all'ossigeno. In effetto, facendolo calcinare si ossida facilmente, e quando sia scaldato a temperatura più elevata, non si disossida, nè si riduce perciò in istato metallico.
      Esso è debolmente attaccato dall'acqua regia bollente; il liquore ne prende una debole tinta giallo-bruuastra, ma la maggior parte del metallo rimane inalterata; e quantunque l'aggiunta di una nuova dose di acqua regia disciolga di nuovo una piccola dose di metallo, pure l'azione è cosi debole, che a disciogliere una quantità tenuissima di rutenio si richiederebbero quantità considerevoli di acqua regia.
      Quando si riscalda il rutenio puro in una corrente di cloro gassoso, l'eccesso del gas trascina un fumo giallo che si depone, ma la maggior parte del metallo non è attaccata da quest'agente. Si mantiene inalterato nel solfato acido o bisolfato di potassa; ma portato alla fusione col nitrato di potassa o salnitro, si ossida, e si unisce all'alcali formando il rutenato potassico solubile nell'acqua, che tinge di giallo. Serve questo composto alla preparazione dell'ossido rutenico. Perciò si fa fondere il metallo col salnitro entro un crogiuolo d'argento, , fino a che sia cessato ogni rigonfiamento della materia ; allora si discioglie la massa nell'acqua, e vi ! si aggiunge un eccesso di acido nitrico che ne pre-! cipita l'ossido rutenico. Quest'ossido è nero e vo-, luminoso, e si discioglie nell'acido cloridrico; dallat^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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