Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUSTUM - RtJTACEEprimo tenente il di 7 giugno del 1853, e destinato ad invigilire sulla fabbrica di armi in Suhl, nel circolo di Erfurt, diessi a studiare il meccanismo delle armi da fuoco, e mise in iscritto i risultati delle sue esperienze: Guida all' ammaestramento nelle armi (Leitfaden ecc., secondo il programma dell'istruzione nelle scuole divisionali prussiane, Erfurt 1852, 2a ediz. 1855); La carabina Minié e sua importanza in guerra (Bas Miniégewehr ecc., Berlino 1855) ; Le armi guerresche da fuoco a mano (Die Kriegshandfeuerwaffen, Berlino 1857, voi. 1°, con 201 incisione in legno, e voi. 2°, 1864, con 151 incisione e 3 tabelle). È una descrizione del meccanismo delle diverse armi da fuoco adoprate dagli eserciti europei, coll'esposizione dell'apprestamento, dell'uso e del progressivo sviluppo di ogni arma; I moderni fucili rigati per la fanteria (Dieneuern ecc., Darmstadt 1861, due edizioni contemporanee), e ne dimostrò la vera efficacia, additando i mezzi per renderla sicura, e somministrando cosi a tutti i militari le norme più adatte sul meccanismo, sulle qualità e sui pregi delle diverse armi. Promosso nel 1858 al grado di capitano, comandò negli ultimi anni primieramente una compagnia della Land-wehr, poscia una del 32° di fanteria, ed infine fu professore di tattica nella Scuola militare di Erfurt. Diventò maggiore nel 1863, e rimase addetto allo stato-maggiore fino alla primavera del 1866. Al cominciare della guerra fu nominato comandante del 2° battaglione del 2° reggimento di Westfalia, e nella battaglia di Wiesenthal del 4 luglio 1866 formò col suo battaglione l'ala sinistra, avendo le compagnie spiegate in colonna. Ferito due volte mentre couduceva i suoi alla vittoria, peri come i valorosi, sul campo della gloria.
      RUSTOM (ibiogr.). — Eroe persisto, divenuto quasi leggendario; gli vengono attribuite molte gesta compiute da varii personaggi vissuti in tempi diversi. Il più storico sarebbe vissuto nel secolo ve prima di Gesù Cristo; da quanto pare era priocipe del Sedgestan, e discendeva da Gemscbid, e, avendo respiuto l'invasione dei Turani, avrebbe reso grandi servigi al re Kaikans II. Non volendo abbracciare la religione di Zoroastro, cadde in disgrazia del re. Vinse in duello Asfendiar, figlio del re, e mori in una spedizione contro l'India, vittima del tradimento del fratello Scbegliad.
      RUTA (Ruta) (bot. e mat. med.). — Genere di piante, che forma il tipo della famiglia delle ru-tacee, che appartiene alla decandria monoginia del sistema di Linneo, e che distinguesi per i caratteri seguenti: calice persistente, spartito in quattro, raramente in tre o cinque segmenti; altrettanti petali unguicolati, cuculliformi ; stami in numero doppio dei petali ; pori nettariferi alla base dell'ovario, in numero eguale a quello degli stami; ovario sovrapposto ad un ginoforo breve, dilatato alla base; stilo unico; semi affissi all'angolo interno; albume carnoso; embrione arcato; radi-chettalunga; cotiledoni lineari. Questo genere comprende più di venti specie, le quali sono erbe perenni o suffrutici sparsi in varie parti della zona temperata dell'emisfero settentrionale. Le foglie sono glauche, del pari che il fusto, pennate o decomposte, punteggiate ; i fiori ordinariamente gialli,
      disposti a grappoli od a corimbi cimosi, con un fiore sessile nelle biforcazioni, che ha tutte le sue parti in numero di cinque. La specie seguente è la più interessante.
      Ruta comune (ruta graveólens L.). — Suffrutice alto sino a sei decimetri, eretto, affatto glabro e glauco; foglie sovradecomposte, a lobi oblunghi, il terminale ohovato; petali intieri, ottusi; sepali ovali, acuti. Nasce nei luoghi sterili dell'Europa meridionale, e viene spesso coltivata nei giardini. Tutte le sue parti hanno odore forte, nauseoso, penetrantissimo; sapore acre, amaro, spiacevole, proprietà dovute ad un principio estrattivo e ad un olio volatile, per cui questa pianta è stata vantata qual potente rimedio stimolante, antispasmodico, emmenagogo, antelmintico, e che però devesi adoperare cautamente, potendo il suo abuso cagionare infiammazione dello stomaco e degl'intestini; è uno degl'ingredienti del cosi detto aceto dei quattro ladroni. Notisi che tutte le specie congeneri hanno dal più al meno le stesse proprietà.
      RUTA (essenza di) (chim.). — La ruta comune (rutagraveólens), distillata coll'acqua, somministra un olio essenziale di color verde pallido o giallastro, di odore forte ed alquanto spiacevole, di sapore amaro, mordente ed aromatico.
      L'esame chimico di quest'essenza dimostrò come sia formata quasi in totale di aldeide caprica. Quando si purifica col mezzo della distillazione replicata per alcune volte, acquista un punto fisso di bollitura; cristallizza compiutamente se sia esposta al freddo di — 1 a — 2° cent.; ha odore sgradevole simile a quello della pianta, sapore aromatico, acre ed alquanto amaro. È poco scorrevole; possiede la densità di 0,837 a + 18° c. Bolle regolarmente e senza alterazione da 228° a 230°, e il suo vapore ha la densità di 6,83.
      Si combina colla calce potassica, e scaldata fino al di là di 320° c., al di là cioè del punto di bollitura dell'essenza, non isviluppa bolle di gas. La materia sciolta nell'acido cloridrico fornisce una materia resinosa, con molta essenza peranco intatta.
      Si combina coi bisolBti alcalini, e forma composti cristallini, come fanno le aldeidi in generale. L'acido cloridrico appena reagisce colla medesima; l'acido nitrico la ossida prontamente, formando varii prodotti.
      Quando si fa sciogliere, già purificata, in quattro volumi di alcoole, e poi vi si fa gorgogliare gas acido cloridrico, si ha una mescolanza bruna e filmante, da cui si separano per distillazione le parti più volatili. Il residuo, misto con acqua, fornisce un olio di odore soave di frutti, che bolle pure verso 230° c., ma più facile a consolidarsi. Questa nuova sostanza è un isomero perfetto dell'essenza di ruta, dacché ambedue posseggono la composizione rap presentata dalla formola C20H*°O*.
      RUTABAGA o RAPA CI SVEZIA (hot). — Specie ibrida risultante dall'incrociamento del cavolo e della rapa, che si coltiva, specialmente nel mezzodì della Francia, come ortaglia e come radice da foraggio.
      RUTAGEE (Rutacece) (bot). — Famiglia naturale di piante così caratterizzata: calice fatto di tre o quattro o cinque sepali più o meno saldati insieme,
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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