Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (113/463)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      93Ò RtTS3TA (MtJSICA DELLA)
      un tempo ed istruttiva, la quale, mentre agirebbe sull'immaginativa, svilupperebbe pure il senso morale. Dalla Germania si potrebbero derivare in tal genere utili ammaestramenti; e bene farebbero gli scrittori russi, i quali d'altronde troverebbero in se stessi tali e tanti mezzi letterarii da rendere più efficace questo insegnamento popolare. Da null'altra cosa stimiamo potersi trarre più larga messe d'istruzione; ma di non pochi tesori potrà in avvenire arricchirsi la letteratura russa, ov'ella persista nel tener dietro all'andamento appensato degli spiriti, e vada in traccia del vero e del bello, che sono i più potenti interessi degni veramente di meritare l'attenzione dell'uomo.
      Bibliografia. — Un'infiuità di opere potranno giovare a far conoscere ai dotti o ai curiosi la lette ratura russa: fra le quali citeremo in francese VAntologia russa di Dupré de Saint-Maure (Parigi 1823); le Veglie russe di Héguin de Guerle (ivi 1827), ed alcuni articoli istruttivi inseriti nella Bevue des Deux Mondes. In tedesco però si hanno materiali più copiosi; imperocché Von der Borg pubblicò una ricca scelta di poesie russe nelle sue Poetische Ereeugnisse der Bussen ( Dorpat 1820, 2 voi. in-8°), cui si può aggiungere il libro diGoetze che ha per titolo Stimmen des russischen Volkes in Liedern (Pietroburgo 1827, in-8°); un piccolo vo lume, in cui pare a noi che siasi lasciato troppo libero il volo all'immaginazione, fece ultimamente una grande impressione in Germania ed in Russia, vogliam dire le Literarische Bilder auss Russland di Enrico Koenig (e Melgounofj (Stoccarda e Tu-binga 1837, in-12°). Vengono dopo Wolfsohn, Die schanwissenschaftliche Literatur der Russen (tom. i, Lipsia 1843, in-8°), ed Otto, Lchrbuch der russischen Literatur (Lipsia e Riga 1837, in-8°); il qual libro però non è altra cosa che la trasformazione di quello di Gretsch in russo. All'articolo Slavi infine parleremo di un'opera in francese di Eichhoff, al quale ha servito di norma quella di Schafank, uno dei più graudi slavisti; ed intanto daremo termine al presente articolo col far cenno della dotta compilazione di Strahl, intitolata Das gelherte Russland,, siccome particolarmente adatta a far conoscere i lavori letterarii del clero ruRso, e àeWJahrbucfter der Slawische Literatur, Kunst, ecc., pubblicato da molti anni in Lipsia dal dotto moravo profes sore Jordan, non che della Beispielsammlung aus Dichtern utid Prosaisten (Pietroburgo 1821, in 4 voi.); e della Geschichte der russis. Literatur di Gretsch (ivi 1822); della Gesch. russis. Literatur di Jewgeuij (ivi 1818,1827, 1838) e della Geschichte der russ. Literatur di Jordan (Lipsia 1840).
      RUSSIA (musica della) (stor. mus.). — Semplicissima la musica antica dei Russi, siccome ò quella di tutte le nazioni al principio di loro incivilimento. Era composta, come dovunque, di parole, di cauto e di suoni istromentali ; ma eravi un tempo ciò di particolare, che la poesia era affatto sbandita dai musicali componimenti, e che i Russi non cantavano che in prosa. Vero è che avevano alcune romanze in versi sciolti, la cui memoria è tuttor viva fra il popolo, quale sarebbe, a cagion d'esempio, quella del gigante Via Murawite, del grand'Ester-gioite, ed altre cosi fatte; ma le canzoni più mo-
      derne erano tutte in prosa, e per lo più non er&Do altro che una specie di componimento improvvisato da ciascuno a capriccio, senza curarsi nò del Damerò delle sillabe nè della regolarità delle rime. Quest'antica usanza soggiacque da poi a qualche mutazione dacché il commercio colle estere nazioni si andò via via estendendo, ed oggidì i Russi adoperano i versi, la rima e la vera musica. Una delle principali cagioni di questo strano metodo consi-sisteva negli accenti dell'idioma, i quali sono siffattamente scolpiti e sensibili da potersi agevolmente adattare alla melodia senza il sussidio del metro. Me consegue perciò che il canto formava la prin-cipal parte della musica, e che gli stromenti non servivano che a sostenere la voce. Tale canto non si aggirava che sur una sola specie di melodia, coi variava poscia il cantante a suo genio, e l'arte del compositore era perciò affatto ignota. Gli stromenti pure erano semplici: i principali di essi sono il gadók o piccolo violino di tre corde; il balalaika, specie di chitarra assai comune tra i popolani, composta di tre corde, una delle quali si fa vibrare colla mano manca, mentre si pizzicano colla destra le due altre; la dutha o schvreraan, composta di due flauti, uno più grande e l'altro più piccolo, ciascuno dei quali ha tre buchi; la tcalinka, specie di cornamusa semplicissima, la quale si forma col porre due flauti in una vescica bovina, che si ha cura di umettare; il gasli, stromento più nobile, poiché se ne fa uso anche nelle città. Egli assomiglia per la sua interna conformazione, per la sua grandezza e figura ad un gravicembalo privo di tasti. Le corde sono di ottone e si toccano con ambo le mani. Ne spicca un suono gradevole, armonioso e suscettivo di una grande varietà.
      Tale era lo stato della musica in Russia quando Pietro il Grande sali al trono; eifece venire d'Ai-lemagna, ove aveva attentamente studiato, durante i suoi viaggi, quel ramo dell'umano sapere, ogni sorta di stromenti. Institul una compagnia di giovani destinati a studiare la musica, e per tal maniera andò preparando gli animi a gustare quell'arte divina e ad introdurne l'uso nei pubblici e privati divertimenti ; ma incoraggiò in particolar modo la musica militare, come più utile alle sue mire. Il principe Federico d'Holstein-Gottorp, allorquando andò a Pietroborgo ad impalmare Anna Petrowna, figliuola dello czar Pietro, condusse seco dodici buoni musici tedeschi, che fecero per la prima volta udire ai Russi un perfetto concerto. Com'era da aspettarsi, siffatta novità riuscì specialmente gradita ai grandi della nazione, i quali si diedero a gara allo studio ed esercizio della musica, onde imitare altresì l'imperatore, che aveva principiato a tenere due volte per settimana, nel suo proprio palazzo, regolari accademie di musica. L'imperatrice Anna, appena salita al trono, favori con ogni maniera di patrocinio l'arte musicale, di cui era amantissima, e si fu nei primi anni del sno regno che comparve sulle scene del teatro della Corte l'opera italiana Abiaear, vestita di note musicali dal napoletano Arajae corredata d'intermezzi e di balli. La maggior parte dei cantanti e dei sonatori erano pure italiani, e questi contribuirono grandemente a perfezionare il gusto nazionaiet^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (113/463)






Germania VAntologia Dupré Saint-Maure Parigi Veglie Héguin Guerle Bevue Deux Mondes Von Borg Poetische Ereeugnisse Bussen Dorpat Goetze Stimmen Volkes Liedern Pietroburgo Germania Russia Literarische Bilder Russland Enrico Koenig Melgounofj Stoccarda Tu-binga Wolfsohn Literatur Russen Lipsia Otto Lchrbuch Literatur Lipsia Riga Gretsch Slavi Eichhoff Schafank Strahl Das Russland Rso WJahrbucfter Slawische Literatur Kunst Lipsia Jordan Beispielsammlung Dichtern Prosaisten Pietroburgo Geschichte Gretsch Gesch Jewgeuij Geschichte Jordan Lipsia Russi Russi Via Murawite Ester-gioite Damerò Russi Russia Pietro Ai-lemagna Federico Holstein-Gottorp Pietroborgo Anna Petrowna Pietro Russi Anna Corte Abiaear Arajae Qle Literatur Literatur Literatur Com