Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUSSIAm
      dal Governo russo, siccome è detto, per far prevalere l'autorità sua e nelle orientali e nelle regioni occidentali di Europa, corrispose appieno anche l'attività mostrata all'interno, dove tutto ciò che vi si esegui ha l'impronta dell'assoluto poter militare. A tale uopo fu ancora aumentato il di già numeroso esercito, e furono o creati nuovi organamenti o perfezionati gli antichi. 11 sistema di educazione fu reso uniforme nel modo piò assoluto, mentre quello di polizia ebbe il più esteso sviluppo, e la sorveglianza delle relazioni e delle corrispondenze cogli stranieri fu senza limiti. Ad onta dell'avversione per gli stranieri, dovettero però i Russi togliere da costoro le norme e fino ad un certo punto gli stessi elementi dei mezzi adottati per suacitare e sviluppare le forze interne del paese. Ce ne fanno ampia fede i favori accordati all'agricoltura, la creazione di associazioni commerciali, la protezione largita a parecchi rami d'industria, alla navigazione a vapore, alle ferrovie. Ma non bì modificò l'orientale dispotismo nella pressione sui varii culti e sulle confessioni religiose, per fonderli in una sola, nella russa scismatica, intitolata orto-dns8a. Fino da) 1831 si era manifestato simile sistema nella Polonia, in forza degli ucasi 5 luglio e 19 ottobre, che proibivano la costruzione di nuove chiese cattoliche, ed assegnavano molte delle di già esistenti all'esercizio del culto greco. Nello Btesso anno la direzione generale delle confessioni straniere fu riunita al ministero dell'interno, e contemporaneamente furono resi più diffìcili i matri-monii misti, e si cominciò usare perfino la violenza per produrre delle conversioni. Nel 1839 il Governo incorp rò con un solo atto tre o quattro milioni di greci uniti, e per conseguenza cristiani cattolici di rito orientale, alla Chiesa greca scismatica; poscia il clero cattolico fu spogliato de' suoi beni stabili con altro ucase, cbe gli assegnò una dotazione, da prelevarsi sul prodotto delle imposte (gennajo 184?); disposizioni che spiacquero non poco, ed indussero la Santa Sede a riprovare con apposita enciclica le usurpazioni della laica potestà. I protestanti delle provincie del Baltico ed i molti ebrei sparsi nell'Impero ebbero a soffrire anch'essi dal medesimo sistema. Nelle regioni littorane del Baltico furono intraprese conversioni in massa, ora col-]'a8tuzia, ora colla violenza, e gli ebrei furono arbitrariamente trasportati dai luoghi che abitavano in altre parti dell'Impero. La propaganda ecclesiastica veniva considerata come il mezzo più possente da adoperarsi per la fusione delle nazionalità. Nel tempo stesso adunque in cui chiudevansi le chiese cattoliche, si perseguitavano i frati e le monache, si opprimevano i missionari! cattolici e protestanti, si adoperava la forza per convertire cattolici, luterani ed ebrei, e si facevano sforzi per distruggere nella Polonia e nelle provincie del Baltico l'uso delle lingue indigene, si proibiva anche agli ebrei il nazionale loro abbigliamento. Nel 1832 l'imperatore aveva creato una classe particolare di cittadini ragguardevoli, superiori agli altri abitanti delle città, per la fruizione di certi privilegi o personali od ereditarli, ed in ispecie per l'esenzione dal testatico, dalla leva e dai castighi corporali. Un ucase del 14 aprile 1842 annullò lecondizioni con cui veniva accordata la facoltà ai proprietarii di terreni di stipulare contratti coi loro servi per vendere ai medesimi la loro libertà ; una decisione posteriore del 20 novembre 1847 diede licenza ai contadini di comperare i beni dei signori oberati, ed un ucase del 1848 permise ai servi di acquistare beni immobili. Tutto ciò coip-pievasi nell'Impero in un tempo esente da complicazioni estere.
      Lo scoppio della rivoluzione del febbrajo del 1848 sopraggiunse a modificare appieno tutto d'un tratto la posizione delle cose, ed a sconcertare i piani di una politica ben calcolata e condotta. All'annunzio di cotesta nuova ed impreveduta catastrofe, il Governo russo fece chiudere ermeticamente, se cosi lice esprimersi, le sue frontiere occidentali, e adottò nelle sue relazioni all'estero una politica di aspettazione, accostandosi però alla repubblica francese, e adoperando tutte le sue forze contro l'interesse germanico, principalmente negli affari della Danimarca, dove incoraggi la Corte alla resistenza, e combattè colle arti della diplomazia i progressi delle armi tedesche. Profittando inoltre degl'imbarazzi dell'Europa, colse pretesto dai torbidi della Moldavia e della Valacchia per invadere, d'accordo colla Porta, cotesto due regioni, note col titolo di Principati Danubiani, nella Btate del 1848, onde difendere, come diceva il manifesto, l'integrità dell'Impero ottomano, più che mai necessaria alla pace del mondo. All'occupazione dei principati ed all'aumento della sua influenza aggiunse allora il trattato di Balta-Li man, del 1° maggio 1849, per cui venivano ristabilite le funzioni di ospodaro, sostituiti i divani alle assemblee dei bojardi, istituite due commissioni di revisione a Jassy e Bucarest, e sgomberati i principati, permettevasi ai Russi ed anche ai Turchi di rientrarvi nel caso che gravi avvenimenti vi avessero resa necessaria la loro presenza. Di che non tardò a raccogliere buoni frutti. L'Austria aveva trionfato, al finire di aprile del 1849, in Italia e ne' suoi Stati ereditarli, ma non aveva potuto peranco soggiogare i Magiari, valorosi guerrieri, rafforzati dai popoli finitimi, pure bellicosi, e da molti emigrati polacchi. 11 Governo russo, temendo che questi ultimi, rimasti vincitori, propagassero il fuoco dell'insurrezione nella Polonia russa e nel centro stesso della Rnssia, chiesto di soccorso dall'Austria, non esitò un solo istante ad accondiscendere ai desiderii dell'austriaco Governo, con cui strinse alleanza offensiva e difensiva. Già fin dal dicembre del 1848 una divisione russa era entrata nella Transilvania, ma stabilito il trattato d'alleanza, ecco muoversi innumerevoli torme di armati, nel maggio del 1849, sotto il comando del principe Paskevich, per irrompere nell'Ungheria dalla Tran8ilvania e dalla Moravia. All' appressarsi della russa soldatesca, il Gdrgei, generalissimo dei Magiari, che non volle scendere mai a patti cogli Austriaci, dichiarò che avrebbe deposte le armi nanti all'esercito dell'imperatore delle Russie, ed il Paskevich, orgoglioso dell'incruento successo, corse dallo czar per annunziargli che l'Ungheria stava prostrata ai suoi piedi. Il Governo austriaco rimase vincitore, ma senti l'umiliazione inflittagli dall'alleato, il quale cominciò
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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