Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUSSIA
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      ohe dopo il 1806. non avevano cessato di mostrarsi ostili alla Russia e contro i Persiani nelle provincie del Caucaso; seguita infine la pace di Vienna per la vittoria decisiva riportata da Napoleone a Wa-gram (an. 1809), la Russia otteune per sò una porzione della Gallizia (il distretto di Tarnopol), che poscia più tardi, al tempo del congresso di Vienna, restituì all'Austria. Ma non fu opera di lunga durata il buon accordo fra i due Gabinetti di Parigi e di Pietroborgo. Infatti, lo spoglio del duca d'Ol-deuborgo, congiunto di sangue coll'imperatore Alessandro, ed il rifiuto di quest'ultimo di conformarsi ad esigenze pregiudiziali agi' interessi de* propri) Stati, come il blocco continentale, in cui lo aveva dapprima tratto l'autorità dell'imperatore dei Francesi, diedero origine ad una rottura fra le due ua-zioui, e l'anno 1812 a quella famosa campagna di Russia che fini con un generale sollevamento di popoli in Europa. Un esercito di 500,000 uomini, composto di truppe francesi ed ausiliarie, ed afforzato come retroguardo da corpi di riserva austriaci e prussiaui, capitanato da Napoleone in persona, passò il Niemen addi 24 giugno, e il 18 agosto s'impadronì di SmoleuBco; Alessandro, minacciato da pericolo imminente, richiamò dai confini della Turchia l'esercito di Kutusoff ^V.), cui egli chiamò generalissimo di tutte le forze opposte a Napoleone. Kutusoff, dopo di aver fatta la sua congiunzione coi diversi corpi di Barclay de Tolly e di fiagr&tion (V.), diede ai Francesi una sanguinosa battaglia detta della Moscova o di Borodino (7 settembre 1812), l'esito della quale fu l'occupazione di Mosca per parte dei napoleoniani. L'imperatore fece il suo ingresso al Kremlino il dì 15 dello stesso mese; ma l'occupazione di quella città fu immediatamente seguita da un terribile inceudio acceso da mani sconosciute, e da irreparabili danni (V. Mosca e Rostopcin); il dì 18 ottobre Napoleone ne abbandonò le ruine tuttavia fumanti. Aveva egli, come per non far sospettare debolezza o contrarietà di fortuna, troppo più che non convenisse, differito l'ordine della ritirata; onde il freddo e la fame, più ancora che non il ferro dei nemici, cagionarono dapprima orribili guasti in mezzo alle sue schiere ; poscia i disastri patiti al padso della Beresina (V.), 25 settembre, fecero degenerare la ritirata in una rotta compiuta. Fu quello il segno dell'insorgimento della Germania e della generale coalizione dei principi e dei popoli europei contro Napoleone : quanto alla Russia, per rimetterla della sua cooperazione armata in tutti gli avvenimenti che succedettero fino all'anno 1814, alla pace generale ottenne di conservare tutte le sue precedenti conquiste; il granducato di Varsavia fu similmente eretto in regno costituzionale in favore dell'imperatore Alessandro, e la nazione russa acquistò da quel giorno un'immensa preponderanza politica nelle deliberazioni dei Gabinetti europei. Il pensiero di raffermare la pace generale così felicemente conseguita occupò d'allora in poi la mente dell'imperatore Alessandro, che ordinò l'unione conosciuta in Europa sotto il nome di Santa-Alleanza, della quale egli fu capo ed anima fino al giorno della sua morte. Dopo il congresso di Vienna, la Russia aveva partecipato a quel li di Aquisgrana
      (an. 1818), di Troppan (an. 1820), di Lubiana o Laibach (an. 1820-21) e di Verona (an. 1822), nei quali la sua influenza fu sempre preponderante in modo al tutto contrario ai desideri) delle libertà politiche che s'erano allora manifestati nelle popo« fazioni : il dogma della legittimità, divenuto la norma esclusiva della politica di Alessandro, potè anzi più di una volta farlo deviare dal cammino additatogli dagl'interessi del suo Impero.
      Preso da timore pei gloriosi successi di Kutusoff, la Porta aveva l'anno 1812 fatto un subito accordo colla Russia, alla quale cedeva l'intiera Bessarabia ed una parte della Moldavia, col Pruth e il lato settentrionale del delta della foce del Danubio per confini ; i quali poi vennero più esattamente regolati l'anno 1817. Più tardi il Divano frappose difficoltà all'esecuzione degli obblighi contratti rispetto ai due principati della Moldavia, de' quali
      10 czar s'era riserbato il protettorato ; ma i Greci insorti contro l'oppressione ottomana (an. 1821) e i rivoltosi della Moldavia rivolgevauo allora le principali loro speranze verso il Gabinetto di Pietro-borgo, da cui sollecitavano soccorsi in mezzo alle loro strettezze. La ripugnanza che aveva Alessandro a favoreggiare uomini che ai suoi occhi erano soltanto ribelli, gli tolse nondimeno l'opportuuità di romper guerra alla Porta, malgrado le gravi cause di risentimento che aveva contro il Divano, e lo distolse eziandio da una intervenzione efficace in favore degli Elioni suoi correligionarii. Frattanto, per la morte repentina di questo monarca, che avvenne a Taganrog sul cadere dell'anno 1825, e per l'abdicnzione già innanzi seguita del granduca Costantino, la corona imperiale fu devoluta nel suo terzo fratello, Niccolò I. Il nuovo monarca al primo suo salire al trono ebbe a lottare coutro le difficoltà frappostegli da una potente cospirazione tramata verso la fine del regno di Alessandro, ed il cui scopo era lo smembramento dell'Impero russo; tuttavia superatele con una non ordinaria fermezza,
      11 primo suo pensiero si fu di dare alla politica del suo governo un andamento al tutto nazionale, e come ai tempi di Caterina, fu principalmente rivolta all'Oriente. La Persia, che per la pace di Gulistan dell'anno 1813 aveva dovuto cedere alla Russia il Daghestan e lo Scirvan, sperando nelle sommosse che non avrebbero mancato di manifestarsi di là del Caucaso alla nuova successione, credette propizia l'occasione per ricuperare le possessioni perdute, e nel mese di agosto dell'anno 1826 fece un impeto improvviso sul territorio russo. Le andarono però fallite le sue speranze; che anzi il generale Pasckevic sconfisse i Persiani a Elisa-betbpol (25 settembre); poscia, trasportando l'anno vegnente la guerra sulle terre medesime degli assalitori, prese successivamente il convento fortificato di Ecmi-adzine (27 aprile 1827), Erivan (13 ottobre), e l'importante città di Tauride o Tabrig, residenza del priucipe reale Abbas-Mirza, principale esortatore alla guerra. La pace di Turkman-ciai, fermata addì 22 febbrajo 1828, fe' cessare le ostilità; ma vantaggi ottenuti dalla Russia a quell'accordo furono l'acquisto delle provincie d'Erivan e di Nakcivan, il godimento di grandi favori commerciali consentiti dalla Persia, ed una influenzaV^OOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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