Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RtJSÀ - RUSCA NICCOLO*
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      chè i suoi fasti non sono radicanti, le foglie inciso-angolate, pubescenti ; le quali differenze, secondo altri botanici, dipenderebbero dalla diversa età della pianta, e d'altronde sono di poca importanza, cosicché non esitiamo a riguardare il rhus toxico-dendron come una mera varietà del rh. radicatis. Epperò ambedue queste specie o varietà di rhus godono delle medesime proprietà velenose, che i medici applicarono con snccesso nella cura di alcune gravissime e ribelli malattie, trasformando così il veleno in rimedio, come accadde di moltissime altre sostanze. Tutte le parti di queste piante emettono dagl'intacchi sovr'esse praticati un sugo bianchiccio, d'odore spiacevole e talmente acre, che la sua azione, sebbene momentanea, sulla pelle, cagiona infiammazione cou flittene, pustole, escoriazioni , ulceri dolorosissime e ben anche flogosi profonde e pericolose; i quali effetti furono talvolta prodotti dal semplice contatto, anzi pur dalle emanazioni di cotesta pianta, ed a tale riguardo vnolsi notare che siffatte emanazioni riescono innocue di giorno e quando il tempo è sereno, mentre sono pericolosissime di notte ed in tempo piovoso o nebbioso. Van-Mons, farmacista di Brussella, esegui molti esperimenti diretti a dar ragione dell'azione di questa pianta, e riscontrò che essa non dipende essenzialmente dal sugo gommo-resinoso contenuto nella sua corteccia e nelle sue foglie, ma bensì da gas idrogeno carbonato che ne eoiana quando non è percossa dai raggi del sole. Successivamente il professore Luvini di Torino, avendo raccolto sotto campane il fluido aeriforme che esala di notte dal rus, trovò congiunto al gas idrogeno carbonato un principio acre, al quale credette doversi attribuire gli effetti perniciosi di co-testa pianta e di altre congeneri, anziché al semplice gas idrogeno carbonato. Da siffatto principio acre ed irritante dipende verosimilmente l'efficacia riscontrata da varii medici nella cura di certe paralisi, e particolarmente in quelle provenienti da lunga e trascurata rachialgie, la quale virtù per altro non si verificò in molti casi , laonde vuoisi inferire non essere finora determinato il modo di agire di questo rimedio, siccome non é identica la natura delle affezioni paralitiche. E per avventura non è di poca importanza il tempo e il modo in cni fu raccolta la pianta, avvegnaché lo Sprengel raccomanda di raccoglierne le foglie in tempo piovoso o nuvoloso. Si somministra questo rimedio sotto forma di estratto acquoso, alla dose di uno a tre decigrammi da ripetersi tre o quattro volte al giorno, ovvero le foglie stesse polverizzate, ma in minor dose. Raccomandasi pure cotesto rimedio nelle malattie croniche della pelle, ed è stato ben anche vantato contro le febbri iutermittenti.
      RUSA (tool). — Nome malese, adottato dai naturalisti, per denotare alcune specie di cervi delle Indie, dal corpo piuttosto tozzo, con membra robuste, testa e collo brevi e peli ruvidi.
      RUSCA Loterio (stor. del M. E. d'Hai). — Capo del partito guelfo a Como, fu il fondatore d'una piccola sovranità che si è conservata lunga pezza nella sua famiglia. 1 Rusca erano i rivali dei Vi-tani ; e tosto che riuscivano a rimuoverli, la loro autorità a Como era senza limiti. Loterio Rusca
      nel 1150 fabbricò verso levante una torre rotonda, che ai di nostri fu improvvidamente distrutta (scrive il Cantù nella Grande illustrazione del Lombardo-Veneto), e con molt'arte consolidò il potere d'un capo di partito: nel 1254 si fece riconoscere per sovrano della sua patria. Un Corrado, un Tran-ceschino ed un secondo Loterio vennero dopo. I Rusca, cacciati dalla loro patria dai Visconti signori di Milano, si rifuggirono a Bellinzona, di cui avevano pure acquistata la sovranità, che conservarono fino al 1422. Baldassarre Rusca fece di nuovo sollevare Como nel 1402 contro i figli di Gian Galeazzo Visconti. Dopo lui, un terzo Loterio, costretto dalle armi del Carmagnola, rese Como nel 1418 al duca di Milano e si contentò della signoria di Lugano col titolo di conte.
      RUSCA Niccolò (biogr.). — Nacque a Bedano presso Lugano ; studiò in patria, a Pavia, in Roma, nel Collegio Elvetico di Milano, ove a san Carlo parve bene di lui, che ponendogli sul capo la mano, «Figliuol mio (gli disse) combatti buona guerra; compi la tua carriera ; per te è riposta una corona di giustizia che ti renderà il giudice giusto ». Le parole apparvero profetiche dopo i fatti.
      Il vescovo di Como lo destinò vescovo di Sondrio in Valtellina, dove allora l'eresia luterana e zwin-gliana serpeggiava, col favore de' Grigioni ivi dominanti (V. Valtellina). Dal 1520 al 1563 v'era stato arciprete intruso Bartolomeo Salice, che contemporaneamente investito di molte parrocchie, a nessuna badava se non per raccorne i frutti e impinguar i nipoti ; e colla sua condotta secolaresca aveva non poco contribuito alla diffusione dell'eresia, ch'egli non si curava di riparare per non urtare i dominanti. Eragli succeduto Niccolò Punteria, ben presto gittato in prigione, ove mori: e intanto Sondrio e le terre vicine sviavano più sempre dall'ovile romano. Il Rusca, tentato invano sottrarsi a quel peso, vi si sottomise collo zelo del buon pastore. Ben addentro negli studii, dotto di greco e di ebraico, predicava una dottrina chiara, corrente, morale, lontana dai litigi e dalle condiscendenze; rinnovò i riti dismessi ; richiamò i Cappuccini, e si oppose ai novatori, che esigevano e parte dei benefizi, e posto nel cimitero , e interdizione delle campane, delle processioni, d'altri riti. Con essi ebbe più volte dibattimenti, ove per verità ogni parte finiva col gridarsi vincitrice. Singolarmente fu famoso il « Colloquio di Tirano fra papisti e ministri del Verbo di Dio » nel 1595, di cui abbiamo gli atti a stampa. Specialmente si oppose quando i Grigioni pretesero istituire a Sondrio un collegio di protestanti, coadiuvati dal danaro inglese.
      Erano dunque attentissimi per coglierlo in qualche fallo: più volte l'accusarono, ma sempre tornò i giustificato, finché non vennero di que' momenti eccezionali, di cui si abusa per trascendere sin le forme della giustizia.
      Andando fra i Grigioni ogni cosa in disordine, i protestanti presero il sopravvento, e col pretesto di ripristinare la costituzione e di escludere l'in-i fluenza forestiera, piantarono a Tusis il tribunale straordinario, detto Strofgericht, citando davanti I a quello i supposti nemici della patria, cioè i nemici della fazione prevalente e del protestantismo.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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