Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUOTI - RUPERTO
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      indotto il Sagebien a questa modificazione noi non sappiamo; l'effetto utile non può certamente aumentare; i signori Vigreux e Raux nella loro rivista (Moteurs Hydrauliques) non esitano a dichiarare questa terza disposizione iout à fait vicieuse, ed in questo siamo d'accordo.
      Un grande vantaggio di questo sistema si ha anzitutto nel considerevole rendimento ; chò l'effetto utile di queste ruote è tra 1*80 ed il 90 per cento, sia per piccole cadute, come si fossero quelle di 30 centimetri, sia per cadute anche maggiori di tre metri, siccome Io provano autorevoli esperienze.
      In secondo luogo le ruote Sagebien possono rice vere grande copia d'acqua (1500 litri per metro di larghezza della ruota), e ciò senza aumento nè di peso della ruota, nè di spesa d'impianto, nè di perdita d'acqua tra la ruota ed il nervile. La qual cosa non potevasi finora ottenere se non ricorrendo alle turbini, le quali, però, siccome vedremo, sono ben lunghi dal dare l'effetto utile dei ricettori che camminano con poca velocità.
      Le ruote Sagebien hanno ancor esse i loro inconvenienti. Più costose delle altre nella costruzione, nell'impianto e nella manutenzione, per la loro debole velocità esigono il più delle volte trasmissioni di movimento costose quanto le ruote medesime; la loro messa in moto esige maggior tempo delle altre; e non ammettono grandi variazioni di livello nell'acqua del canale di fuga.
      Quanto a ruote ferite di fianco, offriremo ancora un esempio di ruote riceventi l'acqua di sotto ad una saracinesca; è un modello al decimo di una tra le sei ruote di Marly, costrutte per ordine di Napoleone III, e destinate a muovere le trombe che debbono elevare l'acqua all'altezza di 155 metri per somministrarla alla città di Versailles. Sono ruote di 12 metri di diametro, con palmette piane in legno, essendo il resto in ferro e ghisa; veri modelli di buona e solida costruzione, altrettanto infelici nella loro applicazione, special-meute dal puuto di vista della utilizzazione della caduta (V. Turbine).
      RUOTI (geogr.). — Comune in provincia e circondario di Potenza, con 34*9 abitanti.
      RU0T0L0 (Nave a) (marin.). — Nave ancorata con una sola àncora.
      RUPE (geol.). •— È un'altezza scoscesa e diroccata di colle o di monte (V. Monti).
      RUPE TARPEA (topogr.). V. Roma.
      RUPERTO o ROBERTO (san) (agiogr.). — Vescovo di Worms e poi di Salisborgo, era figliuolo di un gran signore francese. Chiamato per le sue eccellenti qualità alla sede episcopale di Worms, diede opera alacre a convertir gli idolatri che rimanevano a Worms, e vi si adoperò più coll'esempio delle sue rare virtù che con la forza de'suoi discorsi. Molti di questi idolatri mal potendo tollerare il suo zelo gli fecero ogni maniera d'oltraggi, lo batterono con le verghe e lo cacciarono iguominio-samente dalla città. Teodone duca di Baviera, lo pregò di andare a spargere la luce del Vangelo ne* suoi Stati, e lo ricevette a Ratisbona l'anno 697. Ei battezzò questo principe con una moltitudine incredibile di bavaresi e schiavoni, e stabili la sua sede episcopale a Salisborgo. Lavorò ancora qualchetempo dopo, e morì il 27 marzo del 718. Il suo corpo giace nella chiesa del suo nome a Salisborgo.
      Vedi : Bolland D. Mabillon, Actes des Saints Baillet (voi. i, 27 marzo).
      RUPERTO {biogr.). — Detto altrimenti Roberto di Baviera, nipote di Cai! re d'Inghilterra, nato a Praga il 17 dicembre 161') to a Londra il 29 novembre 1682. Sua madre Elisabetta, figliuola primogenita di Giacomo I re d'Inghilterra, aveva sposato Federico V elettore palatino, che fu sbandito da' suoi Stati per un tentativo infruttuoso d'insignorirsi del trono di Boemia. Ruperto accompagnò il padre nell'esilio e ricevette un'educazione intieramente militare. Egli andò ad offrire i suoi servigi a Carlo I al principio delle guerre civili che desolarono l'Inghilterra, fu posto a capo di un corpo di cavalleria ed ottenne in molti scontri sulle parlamentari vantaggi di cui non seppe spesso trar profitto. Non pertanto fu creato cavaliere della Giarrettiera e pari d'Inghilterra sotto i titoli di conte d'Holderness e di duca di Cumber-land. Egli contraccambiò queste ricompense con nuove prodezze, prese Bristol, fece toglier l'assedio di Newark, disperse le truppe parlamentari che
      10 bloccavano, e marciò rapidamente in soccorso d'York, stretta dall'esercito combinato di Manchester, di Leven e di Fairfax. Egli costrinse questi tre generali a ritirarsi ; ma troppo indocile ai consigli della prudenza, volle dar loro battaglia e fu pienamente sconfìtto a Marston-Moor. Egli ebbe anche a rimproverarsi d'avere spinto, mercè il suo bollente ardore, il suo sovrano sul campo di battaglia di Naseby (14 giugno 1645). È noto quanto quella battaglia fosse disastrosa e fatale a Carlo I. Dopo la sconfitta Ruperto si ritirò in Bristol, che non tardò ad arrendersi a Fairfax. Per quest'ultimo disastro gli furono tolti tutti i poteri e ricevette dal re un passaporto per uscire dall'Inghilterra. Vi tornò poco dipoi morto il principe, ed avendo ottenuto il cotti andò della squadra inglese, salpò per l'Irlanda, per veder modo di rialzare la causa regia. Inseguito dalle forze superiori del Parlamento, errò di rifugio in rifugio, finché giunse in Francia con la sua squadra, che fu venduta da da Carlo II al cardinal Mazarino. Alla ristorazione del 1660 Ruperto trasferissi in Inghilterra, ove fu colmato di onori dal nuovo re. Nel 1665 comandava sotto il duca d'York la squadra inglese e contribuì grandemente alla vittoria navale del 3 giugno contro gli Olandesi. L'anno seguente ebbe
      11 comando in capo della squadra unitamente al duca d'Albemarle, e diede prova, in molti combattimenti rimasti indecisi, della più grande intrepidezza e di talenti non meno notevoli. Nel 1679 fu nominato membro dèi nuovo Consiglio privato, e d'allora in poi menò vita ritirata, dando opera ad esperienze chimiche, fisiche e meccaniche. Trovò parecchie invenzioni importanti, fra le altre, se si ha a prestar fede a lord Oxford, Evelyn e Vertuc, quella dell'incisione a mezza tinta. È anche autore di una composizione che fu detta da lui metallo del principe.
      Vedi : Bis tori cai memoires of prince Rupert — E. Warburton, Memoires of prince Rupert and the Cavaliers (Londra 1848-49, in 3 voi.).
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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