Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      quello che impiega la ruota piccola, e di tanto maggiore quanto la prima circonferenza è maggiore delia seconda. Segue da ciò che i tempi impiegati da due ruote dentate per fare un giro sono proporzionali alle loro circonferenze o ai loro raggi, e che i numeri di giri fatti in un medesimo tempo sono in ragione inversa dei raggi.
      Siccome poi due ruote che ingranano il passo dell'una deve essere eguale a quello dell'altra, ne consegue che vi sarà un doppio, triplo, quadruplo, ecc. numero di denti su una ruota che abbia circonferenza primitiva e quindi raggio primitivo doppio, triplo, quadruplo ecc. di quello che ha la ruota con cui ingrana, cosicché i numeri di denti di cui devono essere armate due ruote dentate sono proporzionali ai raggi, od anche in ragione inversa dei numeri di giri che devono fare in un medesimo tempo.
      RUOTE DI VETTURA (tecn.). — Lavoransi i legnami dando loro la figura d'un arco di circolo, il cui raggio é per tutti il medesimo, vale a dire quello della ruota; questi pezzi di legno diconsi quarti e riuaisconsi capo a capo eoo calettature in modo da formare un grande anello circolare. Questi quarti sono sostenuti dalle razze. Al centro del circolo vi è il mozzo, della forma d'un cilindro assottigliato, o cono tronco ai due capi esterni e forato d'un canale nella direzione dell'asse. Le razze sono calettate da un capo nel mozzo e dall'altro nella parte concava dei quarti. Nel foro cilindrico del mozzo introducesi la bronzina, tubo di ghisa, di ferro o di rame, montato sull'asse della vettura e in cui gira quest'asse. Finalmente la circonferenza della ruota è coperta d'una grossa fascia di ferro, per lo più d'un solo pezzo, che vi si curva e vi si salda arroventando il metallo, e si ferma con chiavarde a vite che attraversano i quarti. Nei carretti , nelle grosse vetture, i cerchi delle ruote sono di varii pezzi.
      Le ruote sono destinate a scemare l'attrito della vettura, cangiandolo di prima in seconda specie. La circonferenza rotola sul suolo, e quando la ruota ha fatto un intero giro, la vettura si ò avanzata di tutta la lunghezza di questa circonferenza (circa tre volte e un settimo il diametro); dal che si vede l'attrito essere tanto minore quanto maggiore è il diametro delle ruote. Ecco per qual motivo i carri che devono portare grandi pesi montansi sopra grandi ruote, e perchè porti molta fatica il tirare i calessi di lusso, le cui ruote sono molto basse. I varii incastri che si devono incavare sul contorno del mozzo lo indeboliscono: per riparare simile inconveniente si ha cura di fare questi incastri alternativamente su due circonferenze vicine, acciò i fori non taglino tutte le fibre. Le razze devono puntellarsi con un'impostatura sull'orlo dell'incastro e tenersi da sè al loro luogo, in modo che la loro unione formi un cono assai spanto, che allontani i quarti dalla cassa, acciò le scosse che la fanno inclinare non la facciano sfregare su di essi. S'immaginò di sostituire alle razze delle corde molto tese dal mozzo ai quarti e coperte di vernice; ma tale costruzione non si trovò utile, nè venne adottata. Per le vetture molto cariche si trovarono otJ timi i mozzi di ghisa invece che di legno (vedi ilBollettino della Società d'incoraggiamento di Parigi pel 1815, a pag. 290, e i mozzi di Oyen in quello del 1818, a pag. 167).
      Ci rimane a parlare delle ruote a vòlta di Abo-ville, la cui ingegnosa costruzione merita d'essere conosciuta ed apprezzata. Sembra che le cagioni per cui quest'utile invenzione venne dimenticata siano la difficoltà di rinvenire lavoratori abbastanza destri per accomodarle in corso d'un viaggio, e la maggiore spesa che occorre per costruirle.
      Il mozzo componesi d'un disco, al cui centro vi è un tubo in cui passa la sala : il tutto è di ferro fuso d'un sol pezzo. Le razze di legno sono tagliate dietro la forma di un cuneo, la cui cima poggiasi coutro la colonna centrale; e siccome tutte queste razze sono disposte circolarmente intorno a questa colonna, in modo da stringersi l'una con l'altra, tengonsi legate fra loro, come le pietre d'una vòlta. Queste razze sostengono i quarti su cui commet-tonsi come al solito. Vi è un secondo disco di ferro fuso infilato sul tubo del primo e a questo parallelo, il quale tiene fermi lateralmente i cunei delle razze ; perchè l'unione presenti maggiore solidità, si cacciano chiavarde di ferro a vite nei fori che passano i due dischi e le razze; questi fori sono fatti nelle commettiture, acciò una sola chiavarda tenga legate due razze. Tali ruote, come ognun vede, non abbisognano di bronzina.
      L'attrito sulla sala essendo una causa continua di perdita di forza, diminuirlo tornerebbe asnai utile. Immagino88Ì di far girare questa sala sopra rotelle fissate nel canale del mozzo; ma il peso della vettura non tarda a logorare e sformar le rotelle o curvare i loro assi, e questo costoso meccanismo, che sarebbe utilissimo a scemare notabilmente l'attrito, non può usarsi che per le carrucole ed altre ruote moderatamente caricate.
      Se le rotelle non dànno verun vantaggio poste intorno alla sala, giovano però moltissimo per isce-mare l'attrito laterale della ruota contro l'impostatura. Charbonneaux suggerì d'infilare sulla sala, prima di porvi la ruota, un anello d'acciajo che vi rimane mobile circolarmente, ma non lateralmente. Era questo tenuto da un cerchio, fra due piastre di ferro che sopravanzano l'asse d'ogni intorno; una di queste piastre era fissa al carro della vettura, l'altra alla ruota. Col moto della vettura l'anello girava fra queste due piastre. Nel piano della rotella, su tre punti egualmente distanti, pongonsi tre denti di ferro, ciascuno dei quali serve d'asse ad una rotella che vi è ritenuta da una ribaditura. Queste rotelle sono cilindri un po' rigonfi nel mezzo. Col girar della ruota l'attrito laterale di essa sul suo asse è diminuito dal girar delle rotelle (vedi il Bollettino della Società d'incoraggiamento di Parigi del 1830, pag. 103).
      RUOTE IDRAULICHE (meco. appi). — Meccanismi destinati a ricevere e trasmettere la forza motrice che somministra la caduta e la velocità dell'acqua.
      I motori idraulici, o, meglio, i ricettori dell'energia determinata da un motore idraulico, si dividono in tre categorie: le ruote ordinarie, le turbine e le macchine a colonna d'acqua. Le prime sono ruote ad asse orizzontale, sulle quali agisce il peso dell'acqua e la velocità dovuta alla sua caduta. Let^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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