Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUOTA AGRARIA — RUOTE A CAVALLODal ruolo di spedizione vengono estratto dal segretario, sotto la direzione del presidente, tutte le cause contumaciali o sommarie, delle quali si forma un ruolo particolare ; iu queste sono comprese pure le cause dichiarate d'urgenza.
      Quando tutti i termini dalla legge fissati per la significazione delle conclusionali, e per gli altri atti richiesti secondo i casi al compimento dell'istruzione del giudizio sono decorsi, allora il presidente fa procedere all'estrazione della causa dal ruolo di spedizione, per notarla sul ruolo di udienza. L'udienza deve avere luogo almeno otto giorni dopo. Con ciò la causa cessa dal figurare sul ruolo di spedizione.
      La causa è cancellata adunque dal ruolo di spedizione o perchò dalla parte che la fece iscrivere fu risposto alla cedola avversaria intervenuta in appresso, o perchè dal presidente è ordinata l'estrazione sul ruolo d'udienza. Bisogna aggiungere a questi un terzo modo di cancellazione, che si verifica quando l'iscrizione sia stata irregolare, o se regolare, non fu notificata all'avversario. Inoltre la causa è cancellata se tutte le parti, o per esse i loro procuratori, dichiarano che la medesima sia stata transatta, o che per esservi trattati d'accordo, se ne voglia sospendere la decisione.
      Trascuriamo le disposizioni secondarie. — Le leggi nostre trattano queste materie agli articoli 157 e segg., 165, 166, 175, 479, 480, 511 e segg. del Cod. di proc. civ. del 1859, ed agli articoli 37-50 de! Regolamento a cotesto Codice relativo.
      RUOTA AGRARIA. V. Rotazione agraria.
      RUOTE A CAVALLO (tecn.). - Fra le varie maniere di adoperare la forza motrice degli animali per far muovere le macchine, la migliore sembra quella che i Francesi dicono manège e noi ruota a cavallo, che è un asse verticale in cui sono piantati uno o più bracci di leva, lunghi quattro, cinque ed anche sei metri. Con tali dimensioni gli animali tirano nella direzione della tangente al cerchio che percorrono, e tutta la loro forza ò impiegata utilmente; ma se sono attaccati ad un braccio di leva più corto la loro posizione è incomoda e tirano al di dentro del circolo dietro una linea che fa un angolo acuto colla direzione del braccio di leva, il che fa perdere una forza tanto maggiore quanto più corta è la leva. Quindi, allorché il luogo il permetta, bisogna sempre dare alle leve dei cavalli una lunghezza non minore di quattro metri. Nel calcolare le velocità non devesi dimenticare che il cavallo che lavora non percorre che un metro al secondo, impiegando una forza di 80 chilogrammi ; quindi un cavallo di media forza e graudezza, attaccato all'estremità d'una leva di quattro metri, non deve fare nè fa realmente che due giri e mezzo al minuto.
      Il bue, avendo un moto di due terzi soltanto di quello di un cavallo attaccato alla stessa leva non farebbe cbe un giro e due terzi al minuto. Perchè l'asse giri con velocità uguale in ambo i casi, converrebbe che la leva del bue non fosse lunga che 2®,66. Si vede essersi fin qui supposta la forza del bue pari a quella del cavallo, il che non sempre è vero; allora bisogna porvi attenzione. Se si volessero attaccar insieme buoi e cavalli allo stesso asse,
      converrebbe che le leve dei primi fossero due terzi soltanto di quelle dei secondi. Non sappiamo se ciò siasi mai sperimentato, ma crediamo che l'esito non possa essere dubbio.
      L'albero verticale, in cui sono infitte le leve, è per lo più di legno, e gira in una bronzina e in un collare solidamente fermati, l'una sul suolo, l'altro contro una trave del palco superiore. Quest'albero tiene alla parte superiore una grande ruota a corona o ad angolo, di corniolo o di carpino; questa ruota è quella che dà il nome a tutto l'iugegno. 1 suoi denti devono essere grossi 30 o 32 millimetri e larghi 12 a 15 centimetri per poter reggere alla forza di quattro o cinque cavalli. La ruota conduce una lanterna o un rocchetto conico di ghisa, il quale non deve passare un ottavo o un decimo delle dimensioni della ruota, e se le macchine non abbisognassero di molta velocità, il moto sarebbe assai più dolce facendo questo rapporto di un quarto soltanto. L'asse di questo rocchetto, che può a volontà farsi o no ingranare, comunica il moto nelle officine.
      Le leve cui si attaccano gli animali oombinansi con legami che sostengono la ruota. Queste leve sono tante quanti sono i cavalli che si vogliono attaccare, prolungansi da ambe le parti dell'asse orizzontalmente all'altezza di due metri, e tengono in cima l'arco volto all'ingiù cui si attaccano i cavalli o i buoi. Queste parti devono essere d'immensa solidità, nulla esseudovi di più pericoloso che la prima spinta che dàuno i cavalli al porsi in moto, e spesso si videro rompersi pezzi che si sarebbero creduti capaci di resistere a qualunque sforzo.
      Acciò la pressione contro le spalle degli animali si faccia uniformemente, gli archi cui si attaccano sono di ghisa d'un sol pezzo, e teugono alla loro cima un solidissimo pernio che entra in un collare delle braccia di leva ove può girare cedendo al moto delle spalle.
      Tale effetto si ottiene più semplicemente, mediante un bilancino posto sul lato dell'arco di attacco di legno in alto che può muoversi in ud piano verticale, e due corde attaccate ai suoi capi scendono e passano sotto carrucole poste all'altezza delle spalle degli animali, e poscia vauno ad attaccarsi ai collari di questi. Tale disposizione è applicabile in tutte le leve cui si attaccano gli animali, ed evita che questi si feriscano nelle spalle, rendendo eguale la pressione.
      Si fanno ruote a cavallo disposte in modo diverso, vale a dire in cui la ruota ed il rocchetto sono abbasso e l'asse in alto ; dicousi ruote a cavallo da campagna o portatili, esseudo facilissime a collocarle. Non abbisoguauo di veruna particolare costruzione, se non che scavasi un foro in terra, profondo circa un piede (3 decimetri) e di 6 piedi in quadrato (2 metri circa), per ricevere l'intelajatura, dai cui angoli s'inalzano contrafforti che si riuniscono al ceutro all'altezza d'un metro, ove sostengono il collare in cui passa l'asse, che si prolunga di circa 3 decimetri al disopra, e su cui è fissato un grosso pezzo di ghisa a due o quattro braccia, in cui sono poste altrettante leve < pei cavalli. Queste ruote a cavallo, l'atte orizzon-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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