Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUGGIERO 11 - RUGGINEtene nozze. Il maggiore, Simone, morì verso il M13, e gli succedette il fratello, di cui nel seguente articolo.
      RUGGIERO II (biogr.). — Conte e primo re di Sicilia, nato l'anno 1093, mostrò fin dal principio del suo governo grande abilità ed un raro coraggio. Seppe riunire in un solo interesse i popoli cui reggeva, musulmani, greci e cattolici, disgiunti per lingua, costumi e pregiudizi, senza affezione pei loro reggitori, senza abitudine di subordinazione. Alla loro testa respinse lo sbarco degli Africani, poi li condusse come conquistatore a Malta e in Africa. Verso l'anno 1120 cominciò ad estendere la sua autorità in Calabria, provincia soggetta a suo cugino Guglielmo duca di Puglia, e riusci a farsi cedere con quella medesima provincia quanto quest'ultimo possedeva ancora in Sicilia. Essendo morto Guglielmo senza prole nel 1127, Ruggiero si presentò sotto Salerno , e chiese, come il più prossimo erede del defunto, che gli abitanti della città lo riconoscessero per sovrano. I Salernitani consentirono, purché egli concedesse privilegi più ampii di quelli cui già possedevano. Altre città seguirono quell'esempio; ma il papa Onorio II si avanzò per riunire alla Santa Sede la Puglia e la Campania, altre parti di retaggio del duca Guglielmo. Più baroni tedeschi, sperando di godere più larga indipendenza sotto l'autorità del papa, abbracciarono la causa di Onorio. Ruggiero, che era ritornato in Sicilia, ripassò lo stretto nel 1128, presa Taranto, Otranto, Brindisi, Città d'Oria, e marciò contro l'esercito pontificio, che Onorio conduceva in persona. I due eserciti, separati dal fiume Bradano, stettero osservandosi per quaranta giorni, dopo i quali il sommo pontefice, cedendo il primo, propose condizioni cui Ruggiero accettò. Onorio concedeva a Ruggiero l'investitura dei ducati di Puglia e di Calabria; e nel corso dell'anno seguente tutti i baroni e le città che avevano preso le armi contro il conte di Sicilia furono astretti a sottomettersi. Nel 1130, essendo la Chiesa romana divisa per uno scisma, Anacleto II ed Innocenzo II, eletti simultaneamente, cercarono di rafforzarsi ciascuno dal suo canto per alleanze coi principi vicini. Auacleto per farsi amico Ruggiero gli offri la corona reale, e per questo trattato, concluso fra essi, si fece coronare a Palermo come re di Sicilia. Riunendo poi nel 1131 il regno intero delle Due Sicilie per la sommessione di Amalfi e di Napoli che si reggeva da lungo tempo a repubblica sotto la protezione dell'Impero d'Oriente , non mostrò punto nel governo de' suoi nuovi Stati i talenti e le qualità che lo avevano reso caro ai Siciliani ; e il rimanente del suo regno non fu che una lunga lotta tra l'autorità regia e i baroni normanni, le città lombarde e le colonie, ossia repubbliche greche che volevano ricuperare la loro libertà. Egli lasciò invadere il regno di Napoli dall'imperatore Lotario; e solamente dopo la partenza di questo principe, ricomparve a Salerno per ricoverare quanto aveva perduto. Dopo avere impiegati dodici anni in raffermare il suo potere nell'Italia meridionale, esso rivolse la sua ambizione a più lontane conquiste. Le sue flotte desolarono le coste d'Africa e di Grecia nel 1146 e 1147. Occupò Corfù, saccheggiò Cefa-
      lonia, Corinto, Tebe, Atene e Negroponte, fece trasportare in Sicilia molti agricoltori ed artigiani greci, che introdussero a Palermo e di là per tutto l'Occidente, la coltura del gelso, l'arte di filare e di tessere la seta. Occupò nell'Africa più città, che egli rese tributarie alla corona di Sicilia ; e i suoi luogotenenti sommisero poscia alle sue armi in quella contrada le piazze di Bugia, Trona, Tunisi e più altre. Esso mori nell'anno 1154. Dopo aver perduti quattro dei cinque figli nati dal suo primo matrimonio, aveva sposato in terze nozze Bostrice, figlia del conte di Rhetel, e ne aveva avuta una figlia per nome Costanza, che sopravvissuta al fratello e ad un nipote, recò l'eredità della casa di Tancredi d'Altavilla nella casa di Svevia.
      RUGGINE (chim. e tecn.). -— Dicesi in genere di uno strato di ossido idrato o no, che si forma sui metalli ossidabili quando stanno esposti all'aria atmosferica. Più propriamente chiamasi ruggine l'ossido idrato che va formandosi e coprendo i la-veri di ferro e di acciajo, e che cresce ed aumenta al punto, da produrvisi profonde corrosioni, e perfino la distruzione totale del metallo.
      Il ferro in aria perfettamente secca non patirebbe la ruggine; ma presto comincia ad offuscare e ad ir-ruggiuire in aria umida, col concorso simultaneo dell'acqua e dell'acido carbonico. Formasi dapprima protossido di ferro, che subito si converte in perossido idrato; tra la crosticina dell'ossido ed il metallo sottostante componesi coppia voltaica, la quale agisce affrettando il successivo irrugginimento; per opera della corrente elettrica che s'ingenera tra la coppia, l'umidità condensata dall'aria si scompone in modo, che il proprio ossigeno si fissa sul metallo, e l'idrogeno si sprigiona. Questi in istato nascente si combina coll'azoto amosferico, onde succede produzione di ammoniaca.
      I vapori acidi che siano a caso diffusi nell'aria favoriscono il sollecito irrugginire, poiché l'acido deponendosi coll'umidità sulla superfìcie del me-, tallo coopera a scomporre l'acqua, e perciò ad os-I sidare più prontamente di quello che avverrebbe coll'aria sola. In questo caso si producono sottosali di ferro, che per essere molto ricchi di ossido, sono insolubili e hanno il colore della ruggine pura.
      Si toglie la ruggine dagli oggetti che ne sono ricoperti applicandovi smeriglio o grès finamente polverizzato, passato per lo staccio e bagnato con olio d'oliva, e sfregandoli con un pezzo di legno dolce.
      Si preservano dalla ruggine i pezzi di ferro, di acciajo o di ghisa spalmandoli leggermente con uu corpo grasso; per le armi s'impiega un miscuglio di una parte d'olio d'oliva e di quattro parti di sevo unite per mezzo della fusione.
      Vicat e Payen hanno riconosciuto che gli alcali impediscono la formazione della ruggine ; il ferro immerso in una soluzione leggiera di potassa, di soda, di carbonati alcaliui di queste basi, d'ammoniaca o di acqua di calce, si mantiene inalterato per un tempo indefinito. Quest'influenza dell'alcalinità è tale che essa produce il suo effetto quand'anche le dissoluzioni siano estremamente deboli. Il miglior modo di conservare gli oggetti di ferro, d'acciajo o di ghisa consiste nel tenerli immersi int^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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