Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUGGIERO E RUGGIERI ì
      di precorrere e farsi riconoscere dai Normanni e dagli Apuli. Boemondo dal canto suo non volle abbandonare i suoi diritti, e raccolse dei soldati per sostenerli colle armi : s'impadroul di Città d'Oria, e fece parecchi tentativi sulle città di Taranto e Otranto. Ma non avendo nè Stati, nè esercito, nè contar potendo cbe sugli avventurieri ch'erano ligi della sua persona, lottava con isvantaggio contro Ruggiero, cui tutte le città e tutte le armate avevano riconosciuto per sovrano.
      Ma Ruggiero, il conquistatore, zio d'entrambi (di cui in appresso) si offri arbitro fra' due fratelli. Dopo tre anni di lenta guerra li fece acconsentire ad uno spartimento nel 1088. Il duca Ruggiero cesse allo zio i diritti di sovranità che aveva conservati in Sicilia, ed al suo fratello Boemondo Città d'Oria, Otranto, Gallipoli, Taranto e le terre vicine. L'anno dopo fece omaggio al papa Urbano II pei ducati di Puglia e di Calabria, e ricevè da esso il gonfalone della Chiesa. Ruggiero non continuò le brillanti conquiste del padre; nondimeno gli convenne sostenere continue guerre. Nuovi disguati fra i due fratelli produssero nuovi combattimenti e nuova riconciliazione. Scoppiarono ribellioni nei Buoi Stati. Coseuza si sollevò, ma la sottomise nel 1091,_col soccorso del conte Ruggiero suo zio. Volle pur anche ridursi soggetta la repubblica d'Amalfi, che aveva conservata la sua indipendenza in mezzo ai principi longobardi. Mentre di concerto con Boemondo assediava Amalfi nel 1096, un grosso dell'esercito dei crociati che si avviava al conquisto di Gerusalemme passò per la Campania; l'entusiasmo di che erano accesi i crociati si comunicò alle soldatesche che assediavano Amalfi; Boemondo prese la croce e con esso una moltitudine di Normanni. L'assedio fu abbandonato, ma Ruggiero fu liberato della rivalità d'un fratello che di troppo gli era superiore per vivere lungamente buo suddito. Boemondo co' suoi crociati fondò il principato di Antiochia.
      RUGGIERO e RUGGIERI (stor. del M. E. e biogr.). — Conquistatore della Sicilia, sopranominato il Gran conte, era il dodicesimo figlio di Taucredi d'Altavilla. Chiamato in Italia da suo fratello Roberto Guiscardo, vi giunse verso il 1058, ventitré anni dopo il maggiore de' suoi fratelli, Guglielmo Braccio di ferro (V.). « Avea (dice il Cantù» il Guiscardo conferito al minor suo fratello Ruggero il titolo di conte di Calabria, ma uiun mezzo di conquistarla che il suo valore ed un cavallo. Gittatosi alla via, egli svaligiava i passeggieri, massime quelli cbe per mercatauzia recavansi ad Amalfi; sua moglie, alla quale egli uon potè tampoco costituir uua dote, gli coceva il parco desinare, e spesBo tramen-due non possedevano che un mantello per uscir fuori. Uccisogli in battaglia l'unico cavallo, egli prese in ispalla la sella, e con questa si salvò ». Avendo chiesta a Roberto l'incombenza di andare a soggiogare la Calabria, ne terminò la conquista, per cui il fratello si era già travagliato quattro auui. Ruggiero intraprese poscia la conquista di Sicilia, passò in quell'isola con 160 cavalieri nel 1061, viuse gli abitanti di Messina, fece molto bottino, prese indizi sullo stato dell'interno del paese, e ritornò in Calabria per riunire un esercito. Aiu-
      tato in questo disegno dal fratello, nascose il sno secondo passaggio in Sicilia ai Saraceni, allora signori del paese, e sorprese Messina mentre la flotta saracina stava osservando quella di Roberto. Avendo questi dal suo canto battuti gli avversarii , i due fratelli si avanzarono fino a Girgenti (l'antica Agrigento), s'impadronirono di Traina, poi ripassarono lo stretto all'avvicinarsi dell'inverno. Ruggiero, dopo essersi ammogliato sul continente, ritornò solo in Sicilia con un pugno di guerrieri ; ma la mollezza e viltà dei Saraceni parevano rendere facile la continuazione delle sue conquiste. Stabili il suoFig. 5791. - Ruggiero L
      quartier generale a Traina, dove fu ben tosto assediato dai Musulmani, di cui gli abitanti (che li chiamavano greci) preferivano il dominio a quello dei Normanui. Ruggiero sostenne in quella piazza gli estremi della fame e della miserie. Ma iu capo a quattro mesi avendo il freddo, o altra cagione, astretto una parte degli assediatori a ritirarsi, Ruggiero sorprese gli altri in uua sortita, ne uccise molti e rinfrescò la sua fortezza di abbondanti provvisioni. Ritornò quindi in Calabria per cercarvi rinforzi , ed al suo ritorno ottenne nuove vittorie. Costretto nel 1070 a recar soccorsi al fratello che assediava Bari, ricondusse dopo la presa di quella ! città le sue truppe vittoriose sotto Palermo, la qual ! città capitolò dopo cinque mesi e mezzo di assedio, in gennajo del 1072. Ruggiero ebbe allora dal fra-I tello l'investitura della Sicilia col titolo di conte, ! ma la sovranità di Palermo e Messina fu riserbata I a Roberto duca di Puglia. Al paro di questo, Ruggiero abbracciò la difesa dei papi , e li sostenne , con tutte le sue forze contro l'imperatore Enrico IV In ricompensa di tali servigi Urbano lì creò nel , 1098 Ruggiero e i suoi successori legati apostolici in Sicilia. Ruggiero mori nell'anno 1101, lasciando ; due figli ancora giovanissimi sotto la tutela della : contessa Adelaide di Monferrato, sua moglie int^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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