Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUBURTIS (DE) GIUSEPPEintagliate; queste sommano a 1310! Rubens quaudo nou appagava la sua voglia irresist bile di produrre
      si volgeva alla lettura dei poeti e degli storici auti-cbì e modernionde pascere iu altro modo la sua mente e apparecchiarla a nuove opere. Era destro
      sagace ed esperto nelle negoziazioni politiche. Alla g.audezza dell'ingegno accoppiava l'amabilità del caratterela bontà uaturale del cuore. Non iuvido
      amò cou teuerezza i suoi allievimolti dei quali acquistarono gran fama. Il primo di tutti fu W»n-DyHasselt (Hist. de Rubens)
      scrisse di lui: Levatosi di buon mattinoprima sua cura irsene alla chiesa a udir messa. Dipoi si poneva al lavoro ascoltando la lettura di classici antichi si in prosa che iu verso
      e iu eBso durava aucbe mentre accorrevano a lui uomiui stimabili a lieti colloquii. Uu'ora prima del desi-naresi diportava nel suo giardino
      nei suoi gabinettiod occupandosi di scienze o di politica che molto dilettavalo. Fluito il pasto squisito ma sobrio
      reddiva al lavoro fino al cessar della lucee montato un bellissimo cavallo audaluso
      si lasciava audare ad uu violento esercizio. Ceuava co' pochi e dotti amicico'quali terminava in ameui conversari la giornata. Il suo maguitico studio fu visitato da sovrani ed illustri personaggi. Questo gran pittore è fra i primi dell'arte
      ma non ha l'espressione e il disegno di R .ff»»ellonò l'energia del Tiziano
      uè il chiaroscuro del Correggio. Travagliato dalla gottapagò il suo tributo alla natura presso a raggiungere il 8ettautatreesimo anno di età. La vedova gli fece erigere un ricco mausoleo nella chiesa di San Giacomo d'Anversa
      e lo ornò d'uu quadro del definitoin cui sono figurati la Madonna ed il bambino Gesù
      ai quali san Girolamo. san Giorgio ed altri santi presentano le due mogli di Rubeus. che ritrattò se stesso sotto la Hgura di san Giorgio. Rimangono di quel pittore alcuui opuscoletti sul diseguo e la teoria della figura umana. « Se questo colosso del pennello (scrive il Selvatico) fosse nato e cresciuto fra i nobili ti* i delle donne di Geuzano e di Frascati
      fra i dignitosi portamenti e le corrette forme dei butteri della campagna romananiuu dubbio che la sua adorazione al naturalismo nou si fosse vestita di quella grandiosità
      la qualese non basta ad evitare le esagerazioni
      tieue però lontaue le volgarità prosaiche. Ma egliavvezzo fino dai primi anni a vivere fra' suoi polputi fiamminghi
      abile a rappresentare l'esuberante ciccia che schizza da quelle grosse fanteschenon seppe o non volle perderne la memoria
      neppure dopo che dimorò luughi anui in Italia
      e vide i modelli vivi di Roma e le eleganze del Sauzio. Egli rimase fiammiugo sempreper quauto il suo peuuello si facesse a colorare i più sublimi fatti delle Scritture
      le gravi pompe dei re e le scene storiche più elevate. 1 suoi Cristi souo tolti da volgari nudii suoi consoli sono facchini d'Auversa
      le sue Giunoni
      le sue Veneri rammentano le trecche dei mercati d'Osteuda. Dappertutto v'è quel marchio di kermesse fiamminga che allontana dall'idea cosi dell'Olimpo dei Gentili
      come del Paradiso cristianoe confonde santi ed eroi coi brilli giuocatori della taverna. Disegnando col sapere di Michelangelo
      colorando colia potenza del Vecellio
      componendo con unaferacità ed un'arte che uessuuo raggiunse
      egli però non potè elevarsi nè alla dignità della storiauè alla pietà della religioue
      uè alle correttezze plastiche del gentilesimo. Fuin una parola
      un pittore insigneche uon perveuue mai a rendere la forma consona all'idea
      o piuttosto questa annichilò sotto il greve impaccio di quella. Forse questo danno8 • risnltamento è frutto della sua stessa iue-sauribile fecondità
      perchè avendo dovuto dipingere uella nou lunga sua vita più che 1200 grandi telenou ebbe tempo a studiare di uessuua il soggetto
      e a modificare secondo questo lo stile; e meno ebbe l'agio di convertire quella sua educazione tutta foggiata su goffi naturalismi del paese uatìoiu uua più degua dell'alta missione
      cui egli si consacrò ».
      Vedi : Michel
      Eistoire de la vie de Rubens
      che-vaber et seigneur de. Steenillustrée d'anerdotes qai nont jamais paru au public
      ecc. (Bi ussella 1771). WaageuP. P. Rubens
      sein Li ben und Genius
      trad. in iuglese per Roberto Richard Noel (Londra 1840) - GensP. P. Rubens. Son histoire d'uprès les documents auth enti que s (Brussella 1840) - Hasselt
      Hìstoire de P. P. Rubens
      suivie du catalogue générale H raisonné des tableauxesquis-ses
      des sin s et vignetlesuvee V indica tion des Iteux où ils se trouvent et des artistes qui les ont gravés (ivi 1840) - Cachet
      Lettres inédites de P. P. Rubens
     
      préccdées d'une introduction sur la vie de ce peintre (ivi 184<») — R..yVie de P. P. Rubens
      chevulier et seigneur de Steen
      surnowmé le prince des pemtres flamandsextrait de différents ouvraget publiés sur la vie de ce fameux artiste (ivi 1840) • - Gacbard
      Parti cularités et documents inédits sur Rubens (ivi 1842) — SiretRaphael et Rubens et les peintres de leur école (Gaud 1849).
      RUBERTIS (de) Giuseppe (biogr.). — Avvocatoeru duo e bibliofilo
      uacqne in Lucito (proviucia di Molise) il 17 marzo 1777; quivi cesse al comun fato il 26 ottobre 1*61. Educato alle discipline che in quella misera età fecero l'iuseguameuto miserrimomassime nel Napolitano
      attese a ciò che dicevasi chimicae divenne in patria farmacista. Passato
      nel 1S10
      a Campobassostudiò legge
      e riuscì avvocato meglio valeute cbe farmacista. Tutto uella sua professionesperassimo delle nuove leggi promulgate in quel torno
      difese cause di altissimo interessee pubblicò dotte memorie: di che i civauzi che fece abboudauti spese per adunare scelta bi blioteca
      che giuuse a ben quiudici mila volumiprima ed uuica iu tutta la provincia. Chiuso in essa
      lontano da ogni pubblico uffiziooccupavasi solo dell'avvoclieria di giurisprudenza
      di filosofiadi storia e di bibliografia
      nei quali giunse a disseppellire influite memorie sugli uomini e sulle cose della sua provincia. Lontano dal ritrarre il vecchio di Orazio
      co'giovani di buou volere trovavasi ad agioe le uovelle idee caldeggiava; di che è pruova l'avere collaborato nel Sannita
      surto nel 1848 per opera di giovanilui settuageuario.
      Dei molti suoi scritti vider la luce solo i pochi seguenti : Sulla libertà personale in ragione della libertà dei campi (negli Annali civili del regno di Napoli); SulVincivilimento e sulla letteratura della i provincia di Molise (nel Sannita
      Campobasso 1848);
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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