Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROVERE (DELLA.)
      e a cui perdonò l'amore verso la duchessa d'Urbino. Ha lasciato Memorie sulla sua vita inserite noi volume xx x della Nuova Raccolta di Calogerà; il suo Diario osservasi manoscritto nella Maglia-bechiana di Firenze
      ove trovasi anche una raccolta Dèlie sue lettere.
      Vedi: Leoni
      Vita di Francesco Maria 1 (Venezia 1605) —- DennistounMemoirs of the dukes of Urlino (Londra 1851) — Ugolini
      Storia dei conti e duchi d'Urbino (Firenze 1859) — LazzariRelazione di F. Badoero della sua legazione a Gui-dobaldo 11 (Venezia 1856) —- Passeri Ciacca
      Memorie sulla vita di Federico Ubaldo — P. Mazio
      Discorso sul ducato d'Urbino (Roma 1858).
      Passando ora a parlare della famiglia Della Rovere torineseche esiste tuttora
      diremo che diede sommi uomini alla Chiesa
      allo Stato ed alle lettere.
      Sisto IVnato in Albissola di povera famiglia che portava il cognome Della Rovere
      voleacome sopra è detto
      farsi credere dell'antica nobile prosapia dei Della Rovere signori di Vinovo in Piemonte; ed in vero aveva già scritto agli abitanti di Torino una lettera in data del 23 marzo 1442
      nella quale diceva loro che non potendo non pensare con compiacenza al luogo della nascita dei suoi antenativoleva viepiù rabbellire la loro città e concederle specialissimi privilegi ; dal canto loro i Della Rovere non ricusavano riconoscere uu loro consanguineo sul trono del Vaticano; se per altro Sisto IV non fosse stato papa
      non sarebbesi mai supposto oriundo dal nobile lignaggio di Vinovo. Fatto è che quel pontefice attenendo la promessa fatta ai Torinesi
      inalzò alle maggiori dignità ecclesiastiche i membri della famiglia dei Della Rovere
      come vedremo qui appresso.
      Domenicocardinale e vescovo di Torino
      morto in Roma il 1° maggio 1501
      e non iu Torino
      come asserisce Francesco Maria della Chiesa
      era fornito di somma dottrina e di eccellenti doti dell'animosì che Sisto IV lo fece suo famigliare e cameriere
      investendolo di molti benefizi ecclesiastici. Oltre ciò Domenico ebbe la prepositura della chiesa cattedrale di Torino
      quella dei Santi Antonio e Dal-mazzo in questa stessa città
      la prepositura di Carignano e quella di Rivoli ; appresso divenne canonico di Losanna e d'Ivrea
      priore del monastero di Sant'Andrea di Torino
      ecc. Esseudo mancato ai vivi nel 1478 il cardinale Cristoforo suo fratelloil papa elesse Domenico a custode del Castel Sant'Angelo in Roma
      nè guari andò che lo creò prete cardinale col titolo di San Clemente. Nel medesimo anno Sisto IV lo promosse al vescovado di Torino. Egli venne a prenderne possesso nel 1483
      e solenne quanto mai dir si possa fu il suo ingressoal quale assistè con la Corte lo stesso Carlo duca di Savoja. I Torinesi mostraronsi lieti di essere governati spiritualmente da un loroconoittadino in grandissima stima in tutto l'orbe cattolico
      e concepirono la speranzacbe non andò fallita
      di riceverne segnalati vantaggi. Morto Sisto IV
      il cardinale Della Rovere parti per Roma per prender parte al conclavelasciando a Guglielmo Caccia arcidiacono e suo vicario generale l'incarico di provvedere nella sua assenza agli affari premurosi della diocesi torinese. Morto il Caccia nominò in suo
      luogo Giovanni GroraiB arcidiacono d'Ivrea ; ma il cardinale Della Rovere avvisando di non poter star più oltre lontauo dalla sua sededeliberò eleggersi uuo stabile coadjutore nella persona di Giovanni Ludovico Della Rovere suo nipote
      nominato nel 1497 l'8 di novembre da Alessandro VI. Sebbene il cardinale Domenico risiedesse in Roma
      ciò non pertanto provvedeva ai bisogni della diocesi torineseverso la quale mostrassi del continuo grande e generoso. Fra tutte le belle opere fatte a prò dei Torinesi
      quella cbe più lo rese benemerito verso di loro fu la costruzione di uua nuova chiesa cattedrale. Egli mandò da Roma a Torino un nobil disegno del rinomatissimo architetto Baccio de' Pin-telli
      della cui somma perizia valevansi Sisto IV e tutta la famiglia Della Rovere
      e alla gravezza delle spese l'egregio prelato sopperì con le avite ricchezzenon che coi molti benefizi ecclesiastici che possedeva. Compiuta la cattedrale
      sulla porta maggiore fu apposta in marmo l'iscrizione che anche oggidì vi si legge. Oltre alla chiesa cattedrale di Torino
      il Della Rovere fece ristaurare quella di Montefiascone
      di cui era amministratoreed essendo stato eletto arciprete della basilica Vaticana
      fece edificare alle scale di San Pietro uuo stupeudo palazzo che fu primo ad abitare. Nella Chiesa di Santa Maria del Popolo fece erigere uua ricca ed elegante cappella in onore di essa Vergine e di san Girolamo. Ritenne il vescovado torinese finché vissee fu seppellito in Roma presso la suddetta cappella; ma la sua spoglia mortale fu trasportata nel 1510 a Torino e seppellita nella cattedrale
      ove esisteva la sua tomba con un'onorevole iscrizione.
      Giovanni Ludovico
      nipote del precedentedi cui fu eletto nel 1497 coadjutore
      come dicemmoal vescovato di Torino
      consegui definitivamente questa sede alla morte del prelodato cardinale suo zio. Egli era già stato governatore di Castel Sant'Angelo
      prolegato della Marca d'Ancona e proto-notario apostolico. Era sommamente stimato per la Bua vasta erudizione negli studii sacri. Mirabile fu lo zelo onde amministrò la diocesi torineseed appena ne prebe definitivamente possesso
      si fece a visitarla personalmente non senza molta fatica; radunò quindi il sinodo diocesano nella chiesa me-tropolitaua il di 1° aprile 1501. I decreti di questo Concilio rimisero tutta l'ecclesiastica disciplina in quell'osservanza che fu poi solennemente ordinata dal Coucilio di Trento.
      Giovanni Francesco
      nipote del precedentea cui succedette nella sede vescovile di Torino. Leone X
      sommamente soddisfatto delle nozze del fratello Giuliano de' Medici con la principessa Filiberta di Savoja
      sorella del duca Carlo HI
      volle erigere la cattedrale di Torino a chiesa metropolitanasepa-randola al tutto da ogni giurisdizione di quella di Milano ed assoggettandole a comprovinciali i vescovati di Moudovi e d Ivrea. Elesse poi a primo arcivescovo di Torino Giovanni Francesco Della Rovere
      il quale dichiarossi subito esente affatto da ogni giurisdizione ed autorità dell'arcivescovo di Milano e soggetto unicamente alla Santa Sede
      con facoltà di portare nella propria chiesa e diocesi la croce inalberatadi usare del pallio nelle sacre funzioni
      e di concedere in nome del romano pon-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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