Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSSO {DEL) PAOLOnome di Filandro
      che dovrebbero essere estratti e pubblicati a partedei quali basti
      a invogliarne la letturaripetere i titoli
      segnalando le Ricerche sull'educazione dei sordi mutisulle colonie dei poveri
      gli Studii sul sistema penitenziario delle carceri. Nel 1824 fu nominato a professare diritto canonico e civile a Pisa
      rimanendo a cotesto insegnamento un solo annoperchè passato alla cattedra di Pandette
      in cui rimase per dodici anni. Posto così nella vera sua nicchiaspiegò tutta la forza e l'acume del suo ingegoo
      e le sue molteplici scritture stampate 0 inedite ne fanno testimonianzaquantunque per soverchia modestia 0 per certa originalità di carattere le siano state pubblicate anonime. Non tralasciò di avvocare cause importanti
      soccorrendole di.ragionilasciato affatto il facile sistema delle autorità di scrittori o decisioni di tribunali. Cosi giunse al 1840 scrivendo o sui periodici quali erano possibili nell'epoca
      0 stampando profonde scritture ; ma allora prese parte collaborando ad un Giornale toscano di scienze che che s'intraprese dai professori universitari! a pubblicare a Pisa
      unito a Severi
      De Reguy
      Rosellinied altri minori; ma non ebbe vita
      ed alla tèrza dispensa dovè finire per tise. Ma il Saggio di diritto privato attualein 13 voi.
      pubblicato nel 1844 in Pisa
      La logica del dirittoLa scienza morale e La filosofia giuridica sono e saranno là a mostrare che fu
      se non superioreemulo meno conosciuto del nostro Romagnosi. Dopo la restaurazione granducale nel 1849 riesci finalmente ad ottenere l'istituzione della cattedra di scienza morale
      suo lamento e desiderio costanteed allora ne rimase titolare
      e sebbene vecchio e oagionososi accinse al nuovo iucarico
      pur ritenendo sempre la cattedra di filosofia del diritto. Quanto egli ne pubblicò mostra che la scienza non può nè deve essere diluugata dal tradizionalismoe questo cristiano. Non ci potendo troppo estendere a rilevare il suo metodo
      e gli aumenti che ne vennero per esso alle scienze che professò io sua carrieraci stringeremo a riflettere che se minore fosse stata la modestia in lui
      ben altra sarebbe stata la sua fama in vitacome è oggi che molti suoi scritti sono già stati dati alle stampe. Verso il 1853 fu da Leopoldo II chiamato ad istituire nelle scienze legali il principe. Esitò dapprima
      e poi accettò
      sperando farne un principe degno; e nel 1856 usci di Palazzo Pitti
      onorato di cavalleresche insegneper tornare alla sua vita privata antica. Ma se la mente era tuttora fresca e vivace
      il frale era stancosicché alla fine messosi in letto placidamente spirò! Fu sepolto per grazia sovrana nel camposanto urbano di Pisa
      sotto le pitture di bozzolivicino al sepolcro di Giovanni Rosini.
      Fu di aspetto e di carattere severoe ai discepoli parve severissimo sempre
      di che raccolse dispiaceriinsulti e offese. Nonostante però la severità sua
      la sua casa fu aperta agli scolarisempre pronto a ripetere loro le lezioni
      ajutare i più tardinò mai negò ad aleuno il pane della scienza
      che sapeva all'uopo sminuzzare quanto approfondire. D'indole ardentevinse sovente la propria vivacità
      moderandosi a tempo. I suoi libri in molte Università di Germania sono adoprati a testomentre in
      Italia appena qualche dotto legale ne fa ricerca. Molte altre operecome la Nomologia e \'Etica
      souo state stampate due voltema la Dinamica morale giace vergognosamente inedita. Francesco Buonamici
      alunno e successore suo alla cattedrane stampò una vita nel 1859
      per analizzarne la mente e i libri. Ed è lavoro che ripreso ed ampliato darebbe giusta idea del sapere di tanto uomoe dovrebbe
      allargato io conveniente volumeprecedere un'accurata edizione delle opere edite e inedite del Del Rosso.
      ROSSO (del) Paolo (biogr.). — Letteratonato a Firenze
      ove mori nel 1569
      apparteneva ad un'antica famiglia nobile ed era cavaliere dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Illustre pel suo valoretale si rese eziandio pel suo sapere nelle lingue antiche e per la sua attitudine alla poesia toscana. Era uno dei membri più ragguardevoli dell'Accademia fiorentina
      e pare prendesse parte agli ultimi tentativi fatti da alcuni Fiorentini per sottrarre la loro patria al giogo dei Medici; che fosse fra quelli che pugnarono nella guerra di Siena
      capitanati da Pietro Strozzi
      e che furono vinti e rotti nel 1554 dalle geuti di Cosimo I
      afforzate da quelle di Carlo V. Gli esuli fiorentini presi con le armi in mano furono decapitati. Non si ha prova che il Del Rosso si trovasse a quel combattimento; ma il Corbinelli
      che era ito a vederlo nella prigionee che fu dopo la sua morte l'editore del suo poema
      c'informa chegiunto in età matura
      era uscito di Firenze caldo d'amor patrio per recarsi ove il chiamavano la nobiltà del suo animo e la sua virtù; che questa sua virtù aumentando ogni di più
      soprattutto in tempi che parevano favorevoli alla libertà da lui si caldamente desideratairritò il principe al punto che lo fece arrestare in Roma col consenso di Giulio III
      e condurre nelle prigioni di Firenze
      ove finì i suoi giorni. Ei tollerò però con alto ànimo e fermo quella cattività
      durante la quale compose il poema in terza rima sulla Fisica (Parigi 1578)
      nel qualecome dice egli stesso
      altro non ebbe in animo che spremere il succo del trattato di Aristotele da lui avuto per un tesoro di scienza antica ed una cosa pressoché divina. In generale la lettura di questo poema non è piacevolema quando altri non è digiuno delle cobo che vi si ragiouano
      quando è in grado di apprezzare il merito dell'estrema difficoltà superatapuò prendere piacere nel veder l'autore lottare con un soggetto ingrato
      studiarsi di essere conciso non meno che chiaroed essere in fatti oscuro dell'oscurità della materia e non di quella delle sue idee e del suo stile
      ch'è spesso elegante e sempre puro. Oltre di ciò Del Rosso tradusse le Vite dei Dodici Cesari di Svetouio (Roma 1544); gli Uomini illustri d'Aurelio Vittore (Lioue 1546) ; e compose Regole
      osservanzeavvertimenti sopra lo scrivere correttamente in lingua toscana in prosa e in versi (Napoli 1545); un commentario sulla famosa Canzone di Guido Cavalcanti sulla uatura dell'amore; Statuti della religione dei Cavalieri Gerosolimitani tradotti di latino in lingua toscana con Vorigine di essa religione e la descrizione del-Yisola di Malta (Firenze 1567)
      ed alcune poesie latine ed italiane.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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