Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSSINI GIOACCHINO 728
      atto; bea lungi. Il quando non si sa; ma egli avea fra tante altre cose un di composto due inniFede e Speranza. Nel novembre del 1844 vi aggiunse un giojello
      la Carità
      e diedegli a pubblicare in Parigi al Troupenas.
      Per compiacere ad un intimo amico che a lui ricorrevanecessitoso di un'egregia somma di denaro
      produsse in breve ora le Otto ariette e i Quattro duetti che compongono la Soirée musicaledodici perle di musica vocale da camera.
      Ma il capolavoro che all'infuori della musica teatrale già nel 1832 avea compostoe che rifatto e stromentato venne primamente nel 1842 eseguito in Parigi
      fu lo Stabat Ma ter. Lo Stabat Mater non ha sapore di cosa sacra: qui occorre il simile che in Mosè: lo Stabat è musica divina di melodiad'armonia
      d'invenzioned'efficacia ideale e sentimentale ; è divino come musica e come di Rossiui. Dato che per avventura non muova a compunzione o non sollevi a contemplazione
      avrassi per codesto a tassare per fermo di profano o di libertino? Troppo starebbero contro e l'Introduzione
      e il Fac ut ardeate il Quando Corpus
      e la fuga finale. Nè alcuno ha perauco fissato il punto dove stia nella musica il carattere sacro moderno ; quando v'ha pur di quelli a cui non sa di sacro la musica del Marcello e del Palestriua medesimo!
      Ma il Rossini ebbe nell'intendimento che lo Stabat fosse pur cosa sacrase vere sono
      come ben pajonoquelle fra le sue ultime preziose parole che disse: Sì
      io ebbi ed ho fede in Dio: altrimenticome volete ch'io avessi fatto il mio Stabat?
      Il 15 ottobre 1861
      trattandosi di alzare un monumento al Cherubini
      il Rossini vuol concorrervi. A questo fine compone per quattro voci di basso un canto monumentale: Le chant des Titans; il quale a detta dell'autore
      è una cosa ove non ti è dato trovare la plus petite rouladeni gamme chro-matique
      ni tri Ile
      ni arpège; e* est un chant simple d'un rythme titanique et tant soit peu enragé..... L'averlo acconciato a quattro fu d'allorama il canto già era ben da prima.
      Già nel 1819 avea compostoin trentasei ore
      si diceuna Messa solenne a Napoli
      in cui ebbeparimente dicesi
      a collaboratore il Raimondi. Ma fu cosa ch'ebbe la duratase mai
      del tempo dentro il quale venne composta. Nel 1864
      inveceil Rossini
      maturogiuuto al colmo della sua gloria e potenza
      scrive la Petite Messe solennelle. Ni uno del mondoche non sia di que' pochi ch'ebbero la ventura d'udirla in Parigi in casa del conte Pillet Wille
      può giudicarne de audilu: ma chi non sa l'entusiasmo che vi destò e le lodi della stampa parigina? Mancava questo giojello alla corona del principe della musica vocale.
      Quanto è della stromentalese lasciò intentato il campo di essa
      puro e propriola sinfonia e il quartetto (di un suo giovanile Quartetto
      e di alcune Sinfonie similmente non accade parlare)
      senza stamparvi una grand'ormaal pari che il Mozart
      cui per tanti e sì gran versi s'assomiglia e succedeben dànno segno di quanto egli avrebbe potuto
      pur ch'avesse volutoe i tempi e i luogi glie-l'aves8er concesso
      le Ouvertures dell 'Assedio di Corinto e del Guglielmo Teli
      e in genere la stro-
      mentazione delle sue opere più perfette. E fu in ciò parte della sua più vasta gloria. Quella parto cotanto neglettapria di lui
      nella musica italianaveune col Rossini ad alzarsi a grado non pria da lungi toccato o veduto. Lo studioso del Mozart
      l'imitatore da par suo del Weber e del Meyerbeer
      recò la musica del suo paese in codesto al grado chequanto ad opera teatrale
      pervenne in quello medesimo de' suoi cultori più privilegiati. Ma la musica vocale deliziosa e splendidal'armonica e temperata cospirazione della melodia
      del gorgheggiodell'armonia e della stromentazione
      ecco il campol'opera somma del Pesarese. Qui la melodia chiama dall'fntimo suo il gorgheggio
      e dal gorgheggio spunta e fiorisce la melodia. « A verun compositoredice qui un suo biografo
      dee il cantante culto maggiore d'affetto o di venerazionequanto al Rossiui. Egli lo fece artista
      come il Goldoni fece attore l'istrione. E come il Goldoni tolse il mal vezzo delle commedie a soggettocosì Rossini pel primo scrisse tutta la parte al cantante ». L'iucauto
      lo splendorel'abbondanza delle sue melodie non son cose che nè dire
      nè tanto meno significar si possano a parole. La festività
      la giovialità consapevole edirebbesi
      ironica e beffardalo spirito
      del Barbiere; la solenne dolcezza e grave del Mosè; il fasto veramente barbarico della Semiramide; e l'ideale e doviziosa verità del Guglielmo Teli si lasciano indietro ogni cosa chenei rispettivi generi
      potesse avere pria di lui il teatro musicale.
      Ma un ponderoso barbassoro tedesco diceva un giorno ad uno dei nostriin cattivo latino: Vester Rossini non habet characterem. Che intendeva egli per carattere? Certo
      come al dì d'oggiquel quasi dipingere un oggetto poetico; od inspirare un sentimento fuor del puro
      proprioastratto
      musicale; e perfino configurare un soggetto che stia nebuloso nella mente e complicato nel cuore. 11 che or si assegna per còmpito all'arte ed alla musica stessa. Questo è il fato ineluttabile dell'arteora; bene , sta: ma è novella trasmutazione codesta
      propria e fatale de* giorni nostricui non era luogo a' tempi del Rossini
      chesimilmente a Raffaello e meglio assai che il suo contemporaneo Canova
      dovea stupendamente e irremissibilmente concludere l'arte libera ed assolutal'arte classica. Ma se carattere si tolga in significazione più ampia
      chi lo negherà ! a colui che fe' sì proprii e diversi il Barbiere e il , Guglielmo? Senza che e il tono guerresco che regna . nel Tancredi e certa nobile e cavalleresca malin-, conia; quei che di romanzesco e montanino della I Donna del Lago; certo vigore e accento patriottico nel Maometto II
      senza parlare del Guglielmo TeU
      sone note caratteristiche che compensano il difetto , di talie le contraddizioni artistiche in certe parti delle opere e nelle opere del Rossini. Ma guai a chi
      tenendosi atto a comprendere la musicastimi che la non si debba giudicare che alla stregua del verosimile e del ragionato!
      La meraviglia che comprende l'uomo che piglia seco stesso a contemplare il Rossini e a comporne d'un pensiero la figura
      è tale che sbalordisce. Egli ebbe da natura e da Dio quel che l'arte e lo studio non producono in mille. Anche il suo stiloi^rOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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