Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSSETTI GABRIELE
      713
      re Gioachino invase le Romagne
      chiaiuollo io Roma e lo nominò segretario del Governo provvisorio sulla pubblica istruzione e le belle arti. Stette colà sette meBipoi tornò a Napoli dopo la restaurazioue del papa e fu rimesso al posto del Museo. Tornato Ferdinando 1 a Napoli
      promise obblio delle vicende passate e leggi fondamentali dello Stato ; si atteseina invauo. Questo disinganno eccitò nei cuori uno spirito ardeute di libertà non francese ma italiano. Pepe
      Colletta ed altri lo fomentarono. S'istituirono sucietà secrete e politiche di Carbonari
      e il Rossetti fu convertito alla nuova idea di libertà da un Domenico Scrugli
      che n'era apostolo focoso. 1 Carbonari sorsero immediatamente dopo le restaurazioni del 1815. Tutti aflilia-rousi a quella società
      nobilipreti
      soldatiletterati
      impiegati. Quaudo scoppiò la rivoluzione del 1820
      il Rossetti pubblicò l'inno Sei pur bella con gli astri sul crineper la Costituzione
      inno cbe audò celebrato e lodato da tutti e che fruttò poi l'esigilo a luial conte Arrivabeue di Mantova e a cento altri. Perdiuaudo 1
      reduce appeua da Lubiana cou un esercito tedescobandiva un'amnistia con alquante eccezioni; indi il 10 aprile 1821 emanava un decreto che colpiva di morte ogni carbonaro. Un terrore cupo si sparse per l'iutiero reame
      perciocché quasi tutti appartenevano alla setta. 11 Rossetti ne fu avvertitoe uu amico lo tenue celato in una cantina per lo spazio di tre mesi
      doude uscimercé l'opera dell'ammiraglio G. Moore
      travestito da luogotenente iuglese e accompaguato da potente personaggios'avviò lestamente al Molo
      ove stava in pronto una barca che lo condusse a bordo il vascello ammiraglio. Prima di lasciar Napoli
      affidava a Felice Staffa alcuni manoscrittiche furouo ritrovati nel 1860 e donati alla Biblioteca nazionale. Nel 1822 approdava a Malta
      gremita di rifuggiti e fu accolto lietamente da spettabili personaggispecialmente dall'on. Hookkam Frere
      consigliere privato di S. M. Britannica. Colà tornò al dire improvvisoe vanno qui ricordate le stupende terzine estemporanee sul viaggio di san Paolo in quell'isola. Nel 1824 lasciò Malta
      riducendosi in Inghilterra. Prese stanza a Londra
      ove cominciò subito a dar lezioui di lingua italiauaimitando l'esempio di tanti altri illustri proscritti. Due anni dopo legavasi in matrimonio con Francesca Polidori
      figliuola di Gaetano
      già segretario di Vittorio Alfieri
      uomo dotto e cultore delle amene letteredalla quale ebbe due femmine e due maschi. Le lezioni che private faceva di lingua e letteratura italiana gli lasciarono tempo a mettersi tutto nello studio dell'Alighieri. Frutto di quello studio fu il Commento analitico sulla Divina Commedia
      del quale pubblicò nel 1826 e 1827
      in due volumi in-8°
      la parte che riguarda l'inferno. Il concetto dominante l'operaamplificazione di alcuni asserti del Foscolo
      è che Dante abbia scritto in un linguaggio di segrete allegoriee con forme erotiche
      mitologiche e framassouiche rivestito dottrine di politica e religione arditissime. Scelto nel 1831 a professore di lingua e letteratura italiana nell'Università di Londra
      che s'intitola Collegio del Reebbe frequenza ed applausi di ascoltatori. Seguitò pubblicando nel 1833 Sullo
      spirito antipapale che produsse la riforma e sull'in fiuenea segreta che esercitò sulla letteratura di Europa e particolarmente su quella d'Italia
      opera che fu tradotta iu inglese; nel 1840 il Mistero delCumor platonico del medio evoderivato da misteri antichi
      in cinque volumi ; nel 1842 Saggio critico sulla Beatrice di Dante. Rimasero inedite: la conclusione del Commento analitico su Daute in forma da non potersi pubblicaree la parte finale del Saggio di Beatrice
      che prestata ad uu signore francesecerto Aroux
      per tradurla e pubblicarla iu Francia
      fu detta smarritae comparve iimpastata e sconvolta sotto il titolo di Dante hérétique% révolutionnaire et socialiste. Alle opinioni del Rossetti intorno a Daute contraddissero in Inghilterra Arturo Hallam
      in Fraucia l'Ozanam
      in Germania lo Schlegel; e le parteciparono timidamente Dflécluze e il tedesco Meudelssohn.
      Da vecchio il Rossetti tornò con amore e calor giovanile alla poesiae pubblicò nel 1843 il Tempo
      ovvero Iddio e l'uomosalterio; nel 1M6 II Veggente in solitudine
      e Rime per la festa secolare ; nel 1847 Cracovia e Versi; altri versi nel 1848 Pel meriggio d'Italia; nel 1*52 l'Arpa evangelica. Mentre nel 1*54 compoueva il Veggente
      oltrecchè fu sopraccolto da altri maloriperdè quasi del tutto il vedere
      nè valsero cure a ridonarglielofinché mori in età di 72 auni. parlaudo parole filosofiche fiuo al supremo momento e ricordando la cara patria
      cui cousecrò l'intiera vita. Aveva ab-b indomito il catolicismo. Fu seppellito nel cimitero d'IIigligate. Di lui parlò favorevolmente lo Spectator del 6 maggio 1854 uei seguenti termini: « Nella vita privata era affabile e di cuore affet tuoso ed ardeute. La sua famiglia e la sua letteratura a lui erauo il mondo ; né mai lo potè rimuovere l'ingegno che per la conversazione ebbe co pi oso. Niun esule politico lascia di sè ricordanza più puraal di sopra delle ciarle volgari e delle vergogne private ».
      Nelle poesie giovanili del Rossetti cercherebbesi indarno l'abbondanza d'immagini del Monti
      l'asprezza studiata d'Alfieri
      la gravità pensosa di Foscolo ; facili ed abbondanti più che variatemelodiche più che armoniose
      più che scorrevoli fluiderivelano queste la sua primigeuia facoltà poetica
      che è dell'improvviso: del rimanente non si scostano pur d'un passo da quella scuola melicala quale
      incominciata col Rolli
      toccò l'apice col Metastasi e fu continuata dal Vittorelli
      dal Salvioli e da altri. Quanto alle poesie politichesulle quali fondasi principalmente la sua fama
      cosi ne giudica assennatamente il Carducci nella prefazionciua alla Raccolta di poesie del Rossetti da lui pubblicata a Firenze nel 1861 (Barbèra
      ediz. diamante): « Dal 1831 al 1846 la poesia della rivoluzione prese col Rossetti e col Giusti nuovi avviamenti; pratica e particolare all'Italia col toscano; ideale e non così esclusivamente italiana che non fosse anche umanitaria col napolitano. Che se per novità di forme e condensamento di stile il Rossetti resta inferiore al Berchet; se per originalità e squisitezza cede di moltocome tutti i poeti nostri dal 1830 in poi
      al toscano Giusti ; per determinazione di principii e iargnezza a un tempo di idee avanza e il Ber-
      ^.ooQie


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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