Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (281/405)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      694 ROSMINI ANTONIOtutte dunque le nostre idee si genorano coll'appli-care l'essere ideale ai dati dell'esperienza
      o alle immagini rappresentate dalla parola. 11 sentimento è dunque il veicolo che ci porta a conoscere i singoli euti reali.
      L'essere ideale diventa quindi il criterio della certezza nella logicae parimente la legge universale d'ogni volontà
      perchè l'essere idealeche ui dimostra come le cose sono
      non può non essereed è di ragione divina
      come la verità; e l'atto morale non è che un giudizio di stima pratica dell'essere o del beneconosciuti in questa luce universale.
      L'essere ideale è il principio d'ogni dirigogiacché costituisce l'inviolabilità della persona umana ; ed è anche il principio d'ogni società
      giacché la società è l'unione di molti individuiche di concerto e con coscienza tendono a un bene iuteso e reale
      ma conosciuto per mezzo dell'ente ideale.
      Come v'è in noi una prima cognizione essenzialeinnata
      vi è un primo sentimento essenzialeinuato. Questo sentimento fondamentale è il primo elemento
      che ci induce a vedere una determinazione nell'essere oggettivo della nostra mente al tutto per se stesso indeterminatoe le modificazioni di esso sentimento coll'idea dell'ente ci pongono in relazione col mondo esteriore.
      La conoscenza e l'amore innati dell'ente costituiscono la vita intellettuale spontaneaprincipio e legge della vita riflessa. La prima è piuttosto naturale; l'altra piuttosto persona/e; entrambe hanno l'oggetto stesso: la prima è opera di Dio
      dell'uomo l'altra. La vita intellettuale e morale cresce non per addizionema per sviluppo vivo
      il quale consiste nel trasformarsi della vita spontanea in vita riflessa. La cognizione riflessa deve riprodurre fedelmente la spontaneaed è completa quando la eguaglia.
      L'essere ideale è come collocato fra le realtà finite che sono nel mondo e la infinita che è Dio. Noi percepiamo il mondo nell'ente ideale e per mezzo delle modificazioni prodotte nel sentimento fondamentale dalle realità finite che ne circondano. Percepiamo Dio per un sentimento che esso produce realmente e immediatamente in noi : il qual sentimento è la grazia. 11 passaggio dall'essere idealech'è la verità astratta
      all'essere reale e infinito che è Dio
      è il passaggio dall'ordine naturale al soprannaturale. I rapporti della filosofiadella teologia
      della religionedella scienza sono i rapporti dell'essere ideale e dell'essere reale infinito
      del divino e di Dio.
      Chi ha pratica con san Tommaso e cogli scolasticiscorgerà nell'intelletto agente
      nei lume divino di essi il germe della teorica di Rosmini
      il quale non solo confessa derivarnema vuol continuamente appoggiarsi a quella dottrina de' Padri e degli scolastici
      che l'ignorante orgoglio non sapeva che disprezzaree che il Rosmini ha tanto contribuito a riabilitare.
      Suo padre non avendo potuto smuoverlo dalla carriera ecclesiasticavoleva almeno inviarlo a Roma in prelatura
      ma egli preferiva l'umile uffizio del prete; continuò nell'Università a Padova
      colla teologia coltivando la letteraturala giurisprudenza
      la medicinae vi acquistò amici che più <
      non dimenticò. Quanto tripudio allorché ottenne da suo padre cinquauta luigi per comprare la biblioteca Venier! Poco dopomortogli il padre nel 1820 e poco prima lo zio
      si trovò erede di lauta fortuna.
      L'aprile 1821 fu ordinato prete; in un viaggio a Roma potè venerare Pio VII
      del quale poi recitò l'elogio funebre in San Marco di Rovereto
      esaltandone il coraggio a resistere alle prepotenzee la saggezza nel restaurar la Chiesa
      e scagionandolo dell'aver coronato Napoleone. In fatto al Rosmini pareva che l'uomo non deva ostinarsi & rimpiangere il passatoma accettando i fatti prov-videuziali
      adoprar tutti i mezzi che conducono al bene. A tale iLtento voleva foudar una Società universaleche egli chiamava degli Amici
      per riunire i ben pensanti a difendere la verità
      col solo vincolo della carità
      e ribattere i nuovi barbari che minacciano la cristianità non più colla spada ma colla dottrinasicché bisogna opporvi la dottrina; e la controversia diviene e bisogno e dovere.
      E il Rosmini si mostrò sempre persuaso che non basti ritirarsi in sé e gemere e rimpiangerema a chi Dio ne diede la forza corra obbligo d'impu gnar l'errore e di proclamare la verità. Pertanto egli attaccò il sensismo di Locke
      tirato alle più basse e materiali applicazioni da Melchiorre Gioja combattè le dottrine di Ugo Foscolo
      cheirato ai patrii numi
      tutta la felicità riponeva nell'attività presentefaceudo che anche la speme
      ultima Dea fugga « sepolcri : confutò il Romaguosi che
      sen sista e utilitariofacea scomparire l'uomo per eutre l'organamento sociale : combattè il Mamiaui
      i1 quale riduceva tutta la scienza a metodoe put lontano dal disprezzare la scienza del medio evo negli autori d'allora e del seicento rintracciava solo le orme di alcuni moderni delirii
      nè mai si elevava a concetti soprasensibili. Rosmini attaccò le dottrinenon le persone; mostrò come fossero l'eco di insegnamenti oltremontani
      e tuffassero le generazioni nuove nell'egoismo. Doveva applaudire agli errori o rispettarli perchè la popolarità cir condava quegli autori? Si rasseguò agli strapazzicon cui violentemente si pretese confutarlo: nè mancò chi lo tacciasse di soverchia sottigliezza nello snidar gli errori
      e di asprezza nel rimproverarlima chi gli fece questo rimprovero
      non cousideravs l'ardentissimo amore della verità e degli uomini che in lui eranè il gran bisogno che ei vedevs di sgannare gli illusi
      e di infrenare la soverchia credulità dei leggieri.
      Per quanto fremessero coloro che non soffrivano che l'elemento formale della cognizione rivestisse i caratteri della necessità ed universalità
      egli non cessò mai di osteggiare sotto le varie forme il sensismo de' nostri Italiani
      e le applicazioni disastrose di esso nella moralenell'economia sociale
      nelle scienze politiche. Ma v'era chivedendo gli errori della filosofia
      la voleva sbandita come una ribellione empia alla religioneed erigere un nuovo insegnamento cristiano sulle ruine della scienza
      asserendo non potesse esercitarsi la ragionenon trovarsi certezza che nella rivelazione ; il lume naturale esser mera illusione ; mancar d'ogni valore il pensiero individuale
      tutto essendo l'autorità e il i senso comune; l'intelligenza aver orecchinon oc
      t^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (281/405)






Dio Dio Dio Dio Dio Tommaso Rosmini Padri Rosmini Roma Università Padova Venier Roma Pio VII San Marco Rovereto Chiesa Napoleone Rosmini Ltento Società Amici Rosmini Dio Locke Melchiorre Gioja Ugo Foscolo Dea Romaguosi Mamiaui Italiani Qle Rosmini