Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (234/405)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      ROMANZOFF (CONTE DI) PIETRO
      647
      d'indicarne il carattere principale. Intanto l'opera dei romanzieri cominciava ad esser vanapoiché appena la cavalleria decadde
      più non piacque il vezzo di scrivere poemi intorno a quell'argomento. Quella istituzioneche fu tema per parecchi secoli di canti sublimi
      divenne oggetto di satira; la penna di Cervantes la volse in iscberno colla più amara satira nel suo Don Chisciotte. Sorse anche in Italia un poeta cbenon esseudo più tempo di esaltare le geste cavalleresche
      si volse a deriderlee cosi trovò nuova materia per i lettori. Questo poeta fu Niccolò Forteguerri. Egli si era accorto che l'Ariosto avea mescolato talvolta il frizzo ai racconti delle maraviglie cavalleresche
      e volle scegliere appunto il frizzoe svolgerlo
      poiché era maturo il tempo per trattare la cavalleria in tal modo. Le tradizioni infatti del medio evo si cancellavano dalle menti dei popoli: il soprannaturaledopochò la fede si era indebolita
      non esercitava più sulle fantasie il solito incantoe le superstizioni erano derise e distrutte dalla nuova filosofia. Cosicché lo scherno era volto non solo contro la cavalleria
      ma contro ogni sorta di credenza religiosa. Il soggetto prescelto dal Forteguerri è Ricciardetto; e jjbj quo poema si parla purè di Carlo Magno e di irffòttelidi battaglie
      di armid'amori e di cavalieri ; ma i racconti sono comici
      sono esagerate le geste e le prodezzedileggiati gli amori
      e gli eroi presentati in caricatura. Era naturale che primo og getto di beffa divenisse appunto TurpiifO
      a cui venne attribuita la cronaca cavalleresca; e Forteguerri sostituisce a quello un certo maestro Gar-bolino
      che secondo lui scrisse in volgare ed in latino la storia ch'egli verseggiacioè la guerra che mosse lo Scrictfa re de' Caffri contro Carlo Magno (finita la gran guerra nota a tutto il inondo) per vendicare la morte di suo figlio ucciso da Ricciardetto. Entra in questo poema qualche personaggio nuovo
      come Despina figlia dello Scricca
      che amò in vita forse oltre misura di sorella il suo fratello; ma in generale tornano in scena i personaggi dei poemi cavallereschiAngelica
      OrlandoRinaldo
      Ferraù
      Malagigiecc.
      e sempre con figura burlesca. Astolfo ed altri cavalieriper esempio
      per forza di un incantesimo perdono le forzesono spogliati delle loro arfni
      e si mettono a far gli sguatteri di cucinafinché viene chi li libera con una bevanda
      che restituisce ad essi il valore. Non è questa la parodia di Ruggero nel giardino d'Alcina
      e di Rinaldo in quello di Armida? Cominciano anche collo scherzo i canti a cui l'Ariosto diede principio con si belle ed eleganti sentenze. Al tempo di Forteguerri la Cronaca di Turpino e tutte le tradizioni della cavalleria eran cadute in tal dispregio; che le menti non potevano comprendere quale utilità ed importanza avessero avuto tanto la pia favola di Calisto II
      quanto quella potente istituzione che aveva in gran parte ingentilito i costumi.
      Altri poemi italianicome il Malmantile del Lippi
      la Secchia rapita del Tassoni
      VAsino del ^Dottori ed altri scritti in istile festevolehanno un alcun che di satirico anche contro la cavalleria
      ma feriscono più particolarmente gli odii municipali e le guerre civili d'Italia
      poiché l'azione nonesce dal confine del nostro paese. Nei poemi cavallereschi
      all'oppostosecondo l'uso si deve parlar di Carlo Magno e delle battaglie dei cristiani coi saraceni. Nulla di meno nei due poemi citati la cavalleria
      sebbene in limite più angustovi ha sempre parte
      e colle gare delle municipali ambizioni sono scherniti i cavalieri che non sono i paladini di Francia
      nè gli eroi della Tavola Rotonda
      e schernite le loro azionile loro armi
      le geste e le vittorietanto per lo scopo che si prefìggono i guerrieri
      come quello di rivendicare una secchia rapitacome anche per la qualità dei loro fatti.
      Non ebbe soltanto l'Italia poemi cavallereschipoiché ne composero molti in Francia
      e particolarmente intorno ai cavalieri della Tavola Rotonda
      col titolo di storie e di raccontia cui spesso attin-
      > aero i nostri scrittori ; ma in Italia il romanzo di caralleria assunse le proporzioni e il carattere di una vera epopea: fu trattato da menti sublimiche accoppiarono alla grandezza dell'immaginazione l'eleganza dello stile. La cavalleria ebbe la sua musa in Italia
      benché l'Italia non sia mai stata cavalleresca come lo fu la Francia ed altre nazioni. E fu grande il numero dei poeti che coltivarono con più o meno gloria questo genere di componimenti. Se gl'Italiani per le condizioni della loro patriaper la natura delle loro tradizioni non figurarono nella cavalleria
      e non furono le loro
      1 imprese materia al cantole loro immaginazioni erano molto adattate per i racconti cavallereschi
      che furono in Italia con tanta vena di versi foggiati in poemi e ricercati con tanto diletto dai leggitori. Ed è per questi che fu dato all'Italia l'alloro immortale dell'epopea.
      ROMflWZOfF (conte di) Pietro (biogr.). — Questo prode guerrierosoprannominato Zadunaiski (il Transdanubiano)
      era figliuolo di Alessandro Iva-novitch Romanzbff
      distinto ufficiale del reggimento di Preobrajensk
      da Pietro il Grande promosso fino al grado di general maggiore e da lui mai sempre onorato della sua stima e confidenza. Dopo la morte dello czarAlessandro Ivanovitch tenne successivamente parecchi ufficii e divenne generale in capo; egli mori
      a quanto scrive Bergmann; il 4 marzo 1749. L'imperatrice Anna Ioannovna avevagli con-; ferito il titolo di conteed avevalo insignito del-
      > l'ordine di Sant'Andrea
      in premio de' suoi servigi.
      Pietro Alessandrovltch Romanzo®
      nato nel 1730
      entrò giovanissimo nella carriera militare e pervenne rapidamente al grado di generale. Egli partecipò gloriosamente alla battaglia di Kunersdorf nel 1759
      nella quale i Russi
      capitanati da Soltykof
      secondarono il generale austriaco Loudon; e nel : 1761 s'impadronì di Kolberg. Grande ammiratore del senno militare del re di Prussia
      si cattivò con ciò l'amicizia dell'imperatore Pietro III
      che gli affidò il comando dell'ideata impresa contro l'Hol-I stein. Mentre Romanzoff stava per porsi in marcia
      ! lo sventurato monarca finì di vivere. Temendo quindi che il favore di cui aveva per l'addietro goduto non partorisse contro di sé l'avversione del nuovo governodiede la sua licenza. Ma Caterina li fu sollecita di tranquillare il di lui animo con una lettera assai benevola
      copferendogli ad un tempo il governo della Piccola Russia
      ordinata nel 1764.
      Digìtized by t^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (234/405)






Cervantes Don Chisciotte Italia Niccolò Forteguerri Ariosto Forteguerri Ricciardetto Carlo Magno TurpiifO Forteguerri Gar-bolino Scrictfa Caffri Carlo Magno Ricciardetto Despina Scricca Ruggero Alcina Rinaldo Armida Ariosto Forteguerri Cronaca Turpino Calisto II Malmantile Lippi Secchia Tassoni VAsino Dottori Italia Carlo Magno Francia Tavola Rotonda Italia Francia Tavola Rotonda Italia Italia Italia Francia Italiani Italia Italia ROMflWZOfF Pietro Zadunaiski Transdanubiano Alessandro Iva-novitch Romanzbff Preobrajensk Pietro Ivanovitch Bergmann Anna Ioannovna Sant'Andrea Alessandrovltch Romanzo Kunersdorf Russi Soltykof Loudon Kolberg Prussia Pietro III Hol-I Romanzoff Caterina Piccola Russia Qle Astolfo