Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROMANZO DI CAVALLERIA
      015
      ma non ostante che fosse talvolta un misto di paganesimo e di cristianesimopnre quest'ultimo vi signoreggiò
      e vi ebbe un vasto campo l'azione diabolica espressa nella magiache servi a creare tante immagini e finzioni nate nella mente del popolo
      e vestite di conveniente forma dagli scrittori. Anche nei poemi pagani talvolta è manifesta l'influenza delle potenze infernalicome neW Eneide quando Aletto desta nel Lazio i primi furori di guerra; ma le credenze dei pagani non ammettevano quella relazione fra gli uomini e gli spiriti infernali
      che fu rivelata dal cristianesimo. 11 demonio. principio del maleangelo caduto dal cielo
      spirito tentatore che soffia nel fuoco delle passioni umanecbe si studia colla sua potenza a frastornare l'uomo dal bene
      cbe lo seduce coi piaceri e con ogni attrattivail demonio
      per azione propria
      0 mediatadoveva naturalmente sommiuistrare ai romanzieri largo fonte d'iuveuzioni poetiche. E moltissime ne trovaron già apparecchiate nelle tradizioni dei popoli
      nei cauti che si sciolsero dai primi poeti della Provenza. Egli è certo che le meraviglie soprannaturali delle fate e dei maghiinnanzi che fossero racconto in versi
      e ricreassero
      1 lettoriformavano già il diletto del popolo
      il trattenimento dei domestici focolariil passatempo delle veglie
      il trastullo delle vecchie e dei teneri giovanettied erano ora di spauracchio
      ora argo- i mento da impedire il viziopoiché la superstiz oue
      fu messa egualmente a profitto dalla moraledalla malvagità e dall'arte.
      U primo sbozzo dei romanzi cavallereschi fu opera dei trovatori provenzalidei bardi e menestrelli d'Iugbilterra
      di Scozia e di Germania
      che andavano di paese in paese recitando i loro poemie ne erano allegrate le città ed i castelli. Quest'origine ebbe nou poca influenza sulla loro struttura. Il narratore si indirizzava ai suoi uditori nel tessere la sua storia e volgeva ad essi la parola nel principio ed alla fine del canto
      come si osserva appunto in cosiffatti poemi. Eglino inoltre non avendo altro in mira che di allettaremescolavano ai proprii racconti i passi della Bibbia
      cambiavano materia con varietà di episodii e cou frequenti digressionie scuotevano le fantasie coll'esagerazioue del maraviglioso. Questo modo di narrare fu poi ripulito e temperato dagli autori che scrivevano per gente colta; ed ecco perchè Bajardo
      Ariosto ed altri rompono spesso il filo del raccontoe vauno di avventura in avventura
      che lasciano e poi ripigliano affinchè l'attenzioue variamente attratta non si stanchi per concentrarsi in un sol puntoe non t'ingeneri la noja invece del diletto. Anche la tela intricata di parecchi romauzi di-cavalleria dovette riuscir necessariamente assai diversa dalla tessitura dell'epopea: e lo stesso Torquato
      che compose la sua Gerusalemme nel tempo dei poemi cavallereschie mentre osava appeua distaccarsi dalle orme di coloro che eran saliti in grido per quel genere di poesia
      non li segui iu ciò che riguarda l'orditura de' suoi cantiusando subbietti di episodi!
      congiungeudoli insieme col vincolo stesso del racconto senza divagare qua e là e troncare a mezzo gli avvenimenti con sorpresa del lettoretrasportando la tna immaginazione con violenti passaggi
      nei luoghi più distanti della terra. E l'antica epopea è ancora più semplice dell'epopea cristiana di Tasso: non ha inviluppo drammatico di episodii ; procede con una successione di fatti che si producono e si vanno consumando senza quegli appicchi e diramazioni che in altra parte risorgono con nuovo sviluppo e fecondità di altri avvenimenti. Onde non fa meraviglia che il poema di Torquato sia costrutto con regole che non sono quelle di Virgilio nè quelle dell'Ariosto. Quell'unità
      quell'armonia di parti che si richiede con tanto rigore nell'epopeasi trovano appena e con molta rilassatezza nei poemi cavallereschi
      in cui talvolta il soggetto principale è un semplice episodioe non quel perno sovra cui si volge tutta quanta la macchina romanzesca. Che parte occupa la pazzia di Orlando nel gran poema cbe ha nome da Orlando furioso? Sembra piuttosto che in questa sorta di poemi l'unità sia riposta nella guerra dei cristiani cogli infedeli
      e massime nell'assedio di Parigi
      da cui partonoed a cui convengono tutti i guerrieri che si diffondono a compire gloriose geste
      e correre avventure in tutto il mondo.
      I primi romanzi del genere cavalleresco scritti in francese furono voltati in italianoe andarono per le mani di tutti. Tali furono i Reali di Francia
      il Buovo (TAntona
      la Spagna
      la Regina iYAncroia
      e la Storia di Lancillotto e di Ginevra
      la cui lettura fu quella cheal dir di Dante
      riuscì così fatale a Francesca da Rimini. Allora i romanzi di cavalleriacome i romanzi moderni
      ricreavano e nel tempo stesso accendevano le passioni. Ma le opere citate erano ben lontane da quella perfezione a cui giunsero i poemi quando vi posero mano illustri intelletti. Emiliani Giudici
      esaminando un manoscritto della biblioteca Magliabechiana
      di cui altri aveva fatto malamente cennotrovò essere questo un romanzo di cavalleria intitolato Febus
      composto qualche tempo dopo Dante nei primordii dell'epopea romanzesca. È anteriore al Morgante del Pulci. Quel poema già presenta il caratteredei poemi di tal fattacavalieri che si battono per le belle
      cbe s'innamoranocbe vanno raminghi per le foreste
      che capitano in qualche grotta ove trovano una bellezza prigionieraecc. Il Febus è pieno di bellezze originali : avvi felice concepimento
      bella dizione e purgata lingua. La vena degli Italiani per un genere di componimenti che si confaceva alla loro indole e immaginazione si sciolse ampiamentee apparve un gran numero di romanzi coi titoli di Mirabello
      di Rinaldo
      di Grifonetto
      della Tavola Rotonda
      della Vita d'Enea
      di Carlo Feroce
      d'Innamoramento d'Orlando
      ecc. In quel fervore di lavori romanzeschi ebbero vita quelle immagini di cavalleria come tipi di personaggi cbe si perpetuaronoe successivamente vennero riprodotti dagli scrittori. Oude con ragione dice il Lasca nelle sue Rime
      che il lettore non avrebbe curato il racconto se non avesse trovato in quello Carlo
      AgramanteRuggero
      OrlandoRinaldo
      Astolfo ed altri. Le azioni poi di questi personaggi dovevano essere straordinarie e singolarisì per la forza come per il soprannaturale; fendere con un colpo di spada cavallo e cavaliere
      sbarbicare un grosso alberolanciare pesanti massi
      avere il corpo fatato
     
      ^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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