Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROMA. (CONCILI! DI)
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      festa della cattedra di san Pietro in Antiochia, alla testa di un gran numero di vescovi d'Italia. Con essi il papa andò nella basilica a trovare l'imperatore Valentiniano III e le imperatrici Galla Placidia e Eudossia, madre e moglie, pregando scrivessero a Teodosio II che volesse rimediare a quanto era stato fatto contro l'ordine in Efeso, ed a far riunire un Concilio generale; aggiungendo ch'era questo l'unico rimedio pe'mali che soffriva la Chiesa. 11 35° nel 451 dallo stesso san Leone, cui furono approvate le decisioni del Concilio generale di Calcedonia, e fu stabilito che ai fanciulli riscattati dalla schiavitù sia dato il battesimo, nel dubbio che non l'abbiano avuto, ed agli eretici non si reiterasse. Il 36° nel 458 dal medesimo, per sciogliere diverse difficoltà, dopo le tremende scorrerie degli Unni e saccheggi commessi; e parimente il 37°, in favore d'Ermez ch'erasi impadronito della chiesa di Narbona pel bene della pace, ma a patto che non potesse ordinare vescovi, autorità che fu conferita a quello d'Osez finché vivesse l'altro. Si dispose ancora che i vescovi delle Gallie terrebbero ogni anno un Concilio nelle provincie, e che non uscirebbero dalla loro seuza lettere del metropolitano, e in caso di rifiuto del vescovo d'Arles. Il 38° nel 465 da papa sant'Ilario il 17 novembre, anniversario di sua consecrazione, composto di quarantotto vescovi cb'erausi recati in Roma per tal festa, fra' quali due francesi, gli altri del vicariato di Roma. Il 39° del 484, verso la fine di luglio, da san Felice 111 nella basilica Vaticana, come la maggior parte di tutti i precedenti, e vi assisterono settantasette vescovi. Vi furono deposti, scomunicati e privati della comunione de' misteri Vitale, e Miseno, legati del papa a Costantinopoli, per aver comunicato cogli eretici e specialmente con Acacio patriarca di quella città, che aveva impegnato l'imperatore Zenone di pubblicare l'eretico Enotico, e con esso Pietro Fullone falso vescovo di Antiochia. Il 40° nel 485 da san Felice III, nella basilica Vaticana, con settauta vescovi. Vi fu confermata la condanna d'Acacio e di Fullone eretico, non che di Pietro Mongo vescovo alessandrino, ambedue eutichiani. 11 41° nel 487 o 488 da san Felice HI, con quarauta vescovi e settantasei sacerdoti, nella basilica di Costantino, in marzo. Fu letta la bella lettera del papa contro quelli che avevauo abbandonato la fede nella persecuzione d'Africa di re Unnerico, e la riconciliazione coi caduti. Quella lettera, diretta a tutti i vescovi, è un monumento prezioso sulla penitenza, dalla quale si appreude che la Chiesa romana conservava tutto il rigore della disciplina, trattando i peccatori con forza e insieme con dolcezza. Il 42° nel 494 o 495 da san Gelasio I, con quarantacinque o settanta vescovi e cinquantotto preti. Ammise al perdono e alla comunione Miseuo, legato prevaricatore a Costantinopoli ; il collega Vitale era morto. Altri di questo Concilio ne fauno due, nel 2° riportando la dichiarazione sui veri Libri santi, e cbe come tali dovessero venerarsi i quattro Con-cilii generali. 11 43° nel 499 da papa san Simmaco, nel 1° marzo, con settantadue vescovi e sessantasette preti, sull'elezione del papa, per togliere gli abusi che vi si commettevano, mediante le brighedei vescovi e i tumulti popolari, avendone dato motivo l'intrusione dell'antipapa Lorenzo; ed il 44° nel 500 dal medesimo, che conferì a Lorenzo, per possibilmente quietarlo, il vescovato di Nocera, il quale si Bottoscrisse al Concilio. Il 45° nel 501, che vi abolì la legge di Odoacre re degli Eruli, che proibiva l'elezione del papa senza il consenso dei re d'Italia, e vi si fecero decreti per impedire l'alienazione de' beni di Chiesa. Altri dicono che nello stesso anno altro se ne celebrasse, presieduto da Pietro vescovo d'Aitino, mandato da Teodorico per visitatore, onde terminare le contestazioni tra san Simmaco e Lorenzo, che unendosi a'scismatici sturbò le cose della Chiesa. Il 46° nel 502 da san Simmaco, con cenventicinque vescovi. La turba degli emuli e faziosi avendo impedito cbe il papa vi si recasse, anzi costretto a fuggire, i vescovi non potendo determinar nulla, il Concilio si sciolse. Severauo e Lenglet affermano che si te tiesse nella basilica Giulia nel Laterano: altri che la prima sessione si celebrò nella chiesa di Santa Maria in Transtevere. Il Besozzi (Storia della basilica di Santa Croce in Gerusalemme) dice che non essendosi potuto in questo Concilio 8eB8oriano esaminare la causa di san Simmaco, cui spettava secondo la dichiarazione di Teodorico, il quale vi si sarebbe sottomesso tuttoché ariano, benché ne risultasse la pace tra il popolo romano, nel 503 si celebrò un altro Concilio detto Palmare, in Portica Palmario, dal luogo presso San Pietro chiamato Palma, nel quale quauto agli uomini fu assoluto e purgato san Simmaco.
      Negli anni 504, 530 o 531 ebbero luogo tre altri Concilii, il 47°, il 48° ed il 49°, intorno ai quali variauo i pareri degli scrittori ecclesiastici. 11 50° nel 534 da san Giovanni II, in cui fu approvata la propo-sizioue: Unus de Trinitate passus est carne. I monaci acuiteti cbe l'impugnavano furono minacciati di anatema se non desistevano dal condannarla. Il 51° nel 590 da san Gregorio I, ove fu invitato Severo patriarca di Grado, per difendersi contro l'imputazioue di aver sottoscritto i Tre Capitoli. Il 52° nel 591 da san Gregorio I, il quale vi compilò la celebre lettera sinodale ai patriarchi d'Oriente, dichiarando doversi venerare i quattro Concilii generali come vangeli, e dimostrando lo stesso rispetto pel 5° contro i vescovi d'Istria difensori de'Tre Capitoli, che perciò lo rifiutavano. 11 53° nel 595 da san Gregorio I, in cui furono approvati sei canoni di disciplina ed assolto Giovanni prete di Calcedonia, che aveva appellato al papa dalla ingiusta condanna di Giovanni patriarca di Costantinopoli. Vi fu eletto l'arcivescovo di Ravenna. 11 54° nel 600 da san Gregorio I, in ottobre, per la condanna dell'impostore Andrea greco. Si permise fare testamento a Probo abate di Sant'Andrea di Roma. Il 55° nel 601 da san Gregorio I, il 5 aprile, con venti vescovi, contro gli usurpatori de'beni de'monaci, cui fu proibito ordinarli senza il consenso dell'abate. Il 56° nel 607 da Bonifacio 111, con settantadue vescovi, trentaquattro preti, molti diaconi e tutto il clero, sull'elezione del papa e dei vescovi, da trattarsi tre giorni dopo la loro morte. Il 57° nel 610 da san Bonifacio IV, il 27 febbrajo, in favore de'monaci. Il 58° nel 640-da Severino conti o VE ctesi. 11 59° nel 641 da Gio


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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